Archivio Escursioni
Quota massima: 1.334 m
Dislivello complessivo: circa 750 m
Lunghezza: circa 11 km
Durata: 7-8 h
Difficoltà: escursionismo facile (strade asfaltate, sterrati, sentieri CAI (E)
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Con il suo caratteristico profilo, il Monte Bronzone domina la riva bergamasca del basso Sebino; cima estremamente panoramica, è floristicamente assai interessante, ospitando un gran numero di specie caratteristiche della fascia montana più esterna, prospicente alla pianura e al lago. L’itinerario proposto ricalca in gan parte alcuni tracciati CAI. Da Lerano (680 m), frazione di Viadanica, percorrendo una stretta strada asfaltata, si sale al Colle Cambline (776 m), da cui si raggiunge la località Prato Chierico (900 m); divenuta la strada uno sterrato e poi un sentiero che segue il crinale, si oltrepassa il Colle d’Oregia (918 m); dopo un valico (località La Rola) si aggira sulla sinistra una modesta elevazione e, raggiunta una piccola cascina, si taglia decisamente a sinistra verso la cresta sud-occidentale del Bronzone, seguendo la quale, con uno strappo un po’ ripido, si raggiunge la cima (1.334 m), con grande croce e campana. La discesa avviene sul versante opposto, dirigendosi verso la Punta Piagnole; nella sella prativa tra le due cime, in bellissima posizione, si trova la cascina Gombo Alto (1.190 m), da alcuni anni gestita come rifugio, dal quale si raggiunge facilmente anche la vicina Punta Piagnole (1.226 m). Si percorre quindi in discesa, per un buon tratto, lo sterrato di servizio al rifugio, fino ad imboccare un sentiero che riporta alla Rola ed al Colle d’Oregia; con una breve deviazione rispetto all’andata si raggiunge la panoramica Croce di Predore (930 m circa), dalla quale si scende al Colle Cambline e quindi a Lerano.
Tra le specie più interessanti si segnalano: Allium lusitanicum, A. cirrhosum, Anemone nemorosa, A. ranunculoides, Arctostaphylos uva-ursii, Aristolochia lutea, Arum maculatum, Asarum europaeum, Cardamine enneaphyllos, Crocus albiflorus, Campanula carnica, Carex humilis, Convallaria majalis, Coronilla vaginalis, Cytisus emeriflorus, C. hirsutus, C. purpureus, Dactylorhiza sambucina, Daphne mezereum, Erica arborea, Globularia cordifolia, G. vulgaris, Helianthemum nummularium, Iris graminea, Kernera saxatilis, Lonicera alpigena, Narcissus poëticus, Paeonia officinalis, Peucedanum verticillare, Phyteuma scheuchzeri subsp. columnae, Potentilla micrantha, Primula auricula, Pulmonaria australis, Saxifraga hostii subsp. rhaetica, Scrophularia vernalis, Sempervivum tectorum, Sesleria varia, Valeriana tripteris; solo sulle rocce acidofile del Colle d’Oregia si rinviene il raro Sempervivum arachnoideum.
IMPORTANTE: per il Bronzone esistono segnalazioni bibliografiche di Primula glucescens e Allium insubricum (!); il secondo è alquanto improbabile, ma guardiamoci attorno con attenzione!
- Itinerario
- Prato Chierico, verso il Bronzone
- Erica arborea
- Narcissus poëticus
- Primula auricula
- Paeonia officinalis
- Dactylorhiza sambucina
- Monte Bronzone
- Monte Bronzone, vista verso il lago
- Croce di Predore, verso il Bronzone
- Croce di Predore, verso il lago
- Colle d'Oregia
- Monte Bronzone
- Gombo Alto
- Gombo Alto
- Monte Bronzone
- verso la Rola
- Colle Cambline
Quota massima: 600 m
Dislivello complessivo: circa 500 m
Lunghezza: circa 6 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: escursionismo facile; alcuni tratti di strada asfaltata molto ripidi
Note: ATTENZIONE: il parcheggio presso il cimitero di Predore è divenuto a pagamento! Per parcheggiare l'auto senza limiti di tempo, il costo è di 5 €; i posti non sono moltissimi e diversi potrebbero essere già occupati; è bene raggrupparsi sul minor numero di auto.
Contatti: Luca Mangili - 035593518 - 3319465986

Rivolto a Sud ed esposto all’azione mitigatrice del lago, il territorio di Predore manifesta per larghi tratti una chiara impronta mediterranea, altrove poco osservabile nella nostra provincia. Olivi, cipressi, oleandri e opunzie sono ampiamente presenti al margine dell’abitato e sui terrazzamenti ancora coltivati, mentre scure macchie di leccio crescono alla base del Corno, dove vennero piantate diversi decenni fa. Ma ad essere più interessante è la vegetazione spontanea osservabile lungo il panoramico sentiero alto del Corno, che si snoda a quota più o meno costante tra rocce, prati aridi e boscaglie termofile, caratterizzato dalla presenza di numerose specie di grande bellezza, spesso, alquanto rare o molto localizzate nella Bergamasca. Notevole anche il contingente di specie presente nei prati asciutti e negl oliveti condotti ancora tradizionalmente, dove è facile osservare un buon numero di orchidee.
L’itinerario proposto ha inizio dal parcheggio (190 m) presso il cimitero; in breve si arriva alla strada asfaltata che risale la Valle di Predore e la si percorre fino alla località Dessi (santella, 433 m), dove è facile incontrare alcune splendide orchidee; tornati sui propri passi si raggiungono le case di Mantolina e quindi, subito a monte della chiesa di San Gregorio (400 m) , si imbocca una ripida stradina che porta all’inizio del Sentiero Alto del Corno (550 m circa), che verrà percorso per un lungo tratto. Per il ritono si scende nuovamente a San Gregorio, dove si prende la lunga scalinata che riporta sulla strada principale, un po’ a monte del paese, al quale si arriva rapidamente.
Tra le molte specie presenti si segnalano: Argyrolobium zanonii, Anacamptis pyramidalis, Anthericum liliago, Artemisia alba, Arum italicum, Asparagus tenuifolius, Biscutella cichoriifolia, Buglossoides purpurocaerulea, Carduus nutans, Centranthus ruber, Campanula erinus, Convolvulus cantabrica, Cotinus coggygra, Dianthus seguieri, Dictamnus albus, Echinops sphaerocephalus, Erica arborea, Euphorbia flavicoma, Fraxinus ornus, Fumana procumbens, Geranium sanguineum, Globularia cordifolia, Helianthemum apenninum, Helianthemum nummularium, Iris graminea, Isatis tinctoria, Lactuca perennis, Melissa officinalis, Melittis melissophyllum, Misopates orontium, Orchis papilionacea, O. simia, Orlaya grandiflora, Pistacia terebinthus, Polygala chamaebuxus, P. nicaeensis, Polygonatum odoratum, Prunus mahaleb, Ruta graveolens, Sempervivum tectorum, Silene otites.
Quota massima: 1262 m
Dislivello complessivo: circa 350 m
Lunghezza: circa 8 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: escursionismo facile, in buona parte su sentieri CAI; un breve tratto fuori sentiero
Note: ATTENZIONE: RICORDARSI CHE NELLA NOTTE TRA SABATO E DOMENICA SI PASSA ALL'ORA LEGALE!
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Meta dell’escursione è una bella cima mal localizzata sulle mappe e dal nome un po’ misterioso, dovuto a un singolare arco naturale praticamente sconociuto, perché assai discosto dai sentieri. Tutto l’itinerario si svolge tra boschi e prati, in gran parte sul crinale tra le valli Brembilla e Brembana, toccando suggestivi nuclei rustici e alcuni roccoli, fra i quali spicca per la sua complessità quello della Prisa Alta. La stagione è segnata dalla persistente siccità, ma confidiamo nelle belle fioriture primaverili!
- itinerario
- roccolo alla Prisa Alta
- l'arco naturale
- verso Forcella
- Crosnello
- Hepatica nobilis
- i Foppi
- Prisa Alta
- Prisa Alta
- Prisa Alta
- Prisa Alta
- Prisa Alta
- Prisa Alta
- Prisa Alta, Primula vulgaris e Erythronium dens-canis
- all'arco naturale
- all'arco naturale
- all'arco naturale
- Anemone nemorosa
- presso Forcella, vista verso Sussia, Castel Regina e Foldone
- Petasites hybridus
- Arabis montana
- Potentilla micrantha
Quota massima: 155
Dislivello complessivo: insignificante
Lunghezza: circa 6 km l'escursione del mattino (Spirano), circa 5 km quella del pomeriggio (Pognano - Lurano)
Durata: 6-7 h
Difficoltà: nessuna
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Nel cuore della pianura bergamasca, quasi ovunque compromessa dall’urbanizzazione e dall’agricoltura intensiva, sono ancora presenti alcune aree naturalisticamente importanti, sia pure assai ridotte. Le escursioni proposte, facili e di nessun impegno fisico, vogliono farne conoscere due delle più significative, caratterizzate dalla presenza di numerose sorgenti e discreti lembi boschivi.
Il mattino sarà dedicato ai fontanili ed ai boschi di Spirano, ultima sopravvivenza dell’antica foresta planiziale! Dalla periferia Sud del paese si raggiungerà la Cascina Uplida; da qui, seguendo le aste dei fontanili, si arrivera fino all’antico Fosso Bergamasco, un tempo confine con il territorio milanese.
Nel pomeriggio, dopo un previssimo trasferimento in auto, si visiteranno i numerosi fontanili nella campagna tra Pognano e Lurano, probabilmente non tutti attivi (è possibile che l’acqua sgorghi solo dal maggiore, il Rampazzone), in un piacevole contesto di prati, piccoli boschi, siepi e rogge.
Le specie presenti sono molte, alcune delle quali rare o eccezionali per la pianura (Aristolochia lutea, Arum maculatum, Asparagus tenuifolius, Carex pilosa, Corydalis cava, Crocus biflorus, Erythronium dens-canis, Euphorbia dulcis, Festuca heterophylla, Helleborus foetidus, Leucojum vernum, Luzula campestris, L. pilosa, Potentilla sterilis, Scilla bifolia, ecc.); speriamo di incontrare anche Daphne mezereum e Convallaria majalis, da anni non più osservate! E poi una ricca varietà di specie arboree, con querce, ontani, pioppi, olmi, platani, noccioli e biancospini.
- itinerario Spirano
- Fontanili di Spirano
- Bosco dei Fontanili, Crocus biflorus
- Bosco dei Fontanili, Leucojum vernum
- Bosco dei Fontanili, Scilla bifolia
- Bosco dei Fontanili, Erythronium dens-canis
- Corydalis cava
- itinerario Pognano - Lurano
- Bosco San Giuseppe
- Bosco San Giuseppe
- Fontana Nuova
- Rampazzone
- Rio Rampazzone
- Rio Rampazzone
- campagna a S del Rampazzone
- verso il Bosco San Giuseppe
- San Canziano
- Fontanili di Spirano
- Fontanili di Spirano
- lungo la Roggia Pagazzana, Pulmonaria officinalis
- Bosco San Giuseppe, Viola odorata
- presso il Bosco San Giuseppe
- presso il Bosco San Giuseppe
- presso il Bosco San Giuseppe
- Bosco di Lurano, Scilla bifolia
Quota massima: 1068
Dislivello complessivo: circa 600 m
Lunghezza: circa 8.5 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: Escursionismo facile, su sentieri e mulattiere
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Pur non essendo tra le cime più rinomate del Triangolo Lariano, il Monte Megna offre bellissimi viste su tutte le cime circostanti e alcuni scorci del lago, ed è alquanto interessante per la presenza diffusa di massi erratici, una flora abbastanza ricca (molte fioriture primaverili!) e numerosi esemplari arborei di ragguardevoli dimensioni, fra cui una rovere ed uno splendido cerro poco sotto la cima e due enormi castagni in prossimità dell’Alpe del Monte, antico nucleo rurale in posizione panoramica.
- itinerario
- Quercus petraea poco sotto la cima
- Quercus cerris poco sotto la cima
- dalla cima del Megna, verso le Grigne
- Alpe di Monte
- Alpe di Monte, vista verso Grignetta, Coltignone e Resegone
- Pozzolo
- Monte Megna, Quercus cerris
- Monte Megna, Quercus cerris
- Monte Megna
- Monte Megna
- lungo il crinale dalla Croce del Megna ai Prati di Pagnano
- lungo il crinale dalla croce del Megna ai Prati di Pagnano
- Castgno centenario presso l'Alpe di Monte
- Castagno centenario presso l'Alpe di Monte
- Castagno centenario presso l'Alpe di Monte
- Alpe di Monte
- Alpe di Monte
- Alpe di Monte
Quota massima: 110 m
Dislivello complessivo: insignificante
Lunghezza: circa 8.5 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: elementare: passeggiata su strade campestri e sentieri facili
Contatti: Luca Mangili: 3319465986 - 035593518

Camminata tranquilla nella bella campagna di Pumenengo, in un paesaggio gradevole per la presenza di canali sempre ricchi d’acqua, prati, lembi di bosco e fontanili, nell’area compresa tra l’Oglio e una evidente scarpata con andamento sinuoso, che si eleva ad alcune centinaia di metri dal fiume. E’ il periodo della strepitosa fioritura di Galanthus nivalis!
- itinerario
- castello Barbò
- lungo il Cavo Molinara
- lungo il Cavo Molinara
- asta di fontanile
- Galanthus nivalis
- lembo di bosco a S della Fontana Nuova
- fiume Oglio
- lungo il Naviglio Pallavicino
- Galanthus nivalis
- Galanthus nivalis
- Galanthus nivalis
- Galanthus nivalis
- Helleborus foetidus
- a S della Fontana Vecchia
- a S della Fontana Vecchia
- fontanile
- fiume Oglio
- lungo il Cavo Molinara
- lungo il Cavo Molinara
- lungo il Cavo Molinara
- lungo il Cavo Molinara
- lungo il Naviglio Pallavicino
Quota massima: 700
Dislivello complessivo: circa 300 m
Lunghezza: circa 7 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: Escursionismo facile; tutto l'itinerario è su mulattiere, sterrati e sentieri CAI.
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Escursione sul “Monte dei Frati”, dalla storica abbazia di Fontanella alla cima del Monte Canto, inizialmente percorrendo un buon tratto dell’antica mulattiera che collegava l’abbazia al borgo di Canto, poi su facili sentieri. Suggestivo panorama dalla chiesa di Santa Barbara, lembi superstiti di querceta a rovere lungo il crinale, uno splendido roccolo e, speriamo, le prime fioriture!
- itinerario
- L'abbazia di Fontanella dalla mulattiera per Canto
- L'abbazia di Fontanella dalla mulattiera per Canto
- Querceta tra Fontanella e Porcile
- Santa Barbara
- Roccolo sul crinale tra Santa Barbara e Caprile
- Helleborus viridis
- Santa Barbara
- Santa Barbara
- Monte Canto
- Potentilla micrantha
- verso Fontanella
Quota massima: 155 m
Dislivello complessivo: 30 m
Lunghezza: circa 7.8 km
Durata: 5 h
Difficoltà: Passeggiata
Contatti: Luca Mangili, 3319465986 - 035593518

L’escursione, che si svolge nella campagna tra Cologno al Serio ed il fiume, offre più motivi d’interesse. Il fontanile del Campino spicca per l’ampiezza della testa, la copiosa portata e la bellezza della cortina arborea che per lungo tratto costeggia l’asta; la sorgente principale è arricchita dall’apporto di alcune sorgenti secondarie, ma nelle vicinanze sono presenti altri fontanili (non sempre attivi) che indirizzano altrove le loro acque; notevole la presenza di Lithospermum officinale, molto raro nella Bergamasca. Nei pressi, l’antica chiesa campestre del Campino (intitolata San Gregorio Magno, della quale si hanno notizie dalla metà del XVI secolo), ospita un interessante affresco del “Giudizio Universale”. Resti di un mulino cinquecentesco si trovano presso la Cascina Campagna. A breve distanza dal fiume Serio, il grande Lago del Guado, realizzato in una cava dismessa, rappresenta un importante riferimento per numersi uccelli acquatici, soprattutto nella stagione invernale.
- itinerario
- alla chiesa del Campino
- fontanile del Campino
- fontanile del Campino
- lungo l'asta del Campino
- lungo l'asta del Campino
- lungo l'asta del Campino
- Platanus x hispanica
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- lago del Guado
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- Lago del Guado
- presso il Lago del Guado
- lungo il Serio, Arundo donax
Quota massima: 1.325 m
Dislivello complessivo: circa 400 m
Lunghezza: circa 8 km
Durata: circa 6/7 h
Difficoltà: escursionismo facile
Note: ATTENZIONE: per il parcheggio occorre esporre bene in vista il tagliando gratta e sosta, acquistabile presso quasi tutti gli esercizi commerciali di Gandino al costo di 2 €.
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Ben visibile dal fondovalle di Gandino, la Croce del Corno è un punto eminente dell’accidentato crinale che divide la Val d’Agro dalla Valpiana; la si raggiunge con percorsi discretamente impegnativi e in parte attrezzati, ma quello proposto non presenta alcuna difficoltà ed è alquanto appagante per la bellezza dei luoghi e la panoramicità.
Da Gandino si deve risalire in auto la Valpiana, percorrendo una strada un po’ stretta e tortuosa, a tratti ripida, ma interamente asfaltata; si parcheggia in uno degli slarghi (1.020 m circa) in corrispondenza dei cartelli che consentono la prosecuzione ai soli mezzi autorizzati. ATTENZIONE: occorre esporre bene in vista il tagliando gratta e sosta, acquistabile presso quasi tutti gli esercizi commerciali di Gandino al costo di 2 €.
Ci si incammina lungo la strada asfaltata per circa 1 km, prendendo quota con alcuni tornanti; raggiunto il crinale della Valpiana (1.236 m) si prende la strada agro-silvo-pastorale a sinistra, che tra boschi e belle radure arriva fino al grande piano pascolivo di Campo d’Avene (1.266 m).
Poco prima della cascina, sulla sinistra si stacca un sentiero (segnavia CAI 548a) che entra quasi subito nel bosco puntando verso il Pizzo Secco; in breve si raggiunge il crinale (1.325 m), per poi scendere sul versante opposto fino alla solitaria Foppa di Cornaclì (1.213 m), suggestiva radura con una piccola cascina presso la quale il sentiero piega a destra e procede in falsopiano per un lungo tratto, per lo più nella boscaglia termofila che riveste i versanti sudorientali del Pizzo Secco e del Monte Corno
Superato l’incrocio (1.242 m) con il sentiero CAI 544a che sale direttamente dalla Valpiana, con pochi tornanti un po’ ripidi si raggiunge la panoramica Croce del Corno (1.274 m), a circa 600 m dalla cima principale (1.374 m), ben visibile e – per i più ardimentosi – raggiungibile seguendo una traccia piuttosto evidente.
Dopo la sosta per il pranzo si ritorna alla Foppa di Cornaclì, la si attraversa e si imbocca un sentiero che scende nel bosco fino alla cascina Bagotto, per poi seguire una stradina che arriva al fondovalle dei pressi del parcheggio.
L’itinerario è floristicamente abbastanza ricco, ma data la stagione inoltrata le fioriture osservabili saranno scarse; confidiamo nei vivaci colori autunnali dei boschi!
Quota massima: 1360
Dislivello complessivo: 450 m
Lunghezza: circa 7 km
Durata: circa 6 h
Difficoltà: escursionismo facile
Contatti: Luca Mangili - 035593518 - 3319465986

L’escursione, sul crinale tra le basse valli Brembana e Seriana, è tra le più classiche delle montagne berganasche. La Cornagera affascina sempre, per i suoi singolari fenomeni geologici (il labirinto e le ardite torri rocciose, i ghiaioni e il Buco della Carolina), la bella vista sulle montagne circostanti e l’interessantissima flora, della quale, data la stagione., non sara possibile ammirare le fioriture, ma certamente riconosceremo molte specie (armarsi di taccuino, faremo un rapido censimento!). Il ritorno avviene attraverso una fitta faggeta, alcuni bei roccoli e i prati che dominano l’abitato di Aviatico.
- itinerario
- Cornagera
- Cornagera
- la cima della Cornagera
- il "labirinto" della Cornagera
- Monte Poieto, faggeta
- Monte Poieto, dalla Forca di Aviatico a Cantul
- Cornagera, alle torri
- Cornagera, alle torri
- Cornagera, alle torri
- il"labirinto"
- Cornagera
- Cornagera
- Cornagera, verso il Poieto
- Buco della Carolina
- Buco della Carolina
Quota massima: 1526 m
Dislivello complessivo: 650 m
Lunghezza: circa 12 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: Escursionismo facile (tutto il percorso è su tracciati CAI)
Note: Per il parcheggio in Val Piana è necessario munirsi di tagliando gratta e sosta (2€).
Contatti: Luca Mangili, 3319465986 - 035593519

Escursione fra i pascoli e i boschi del crinale tra la Valgandino e la Val Borlezza, in ambiente sereno con bella vista sulla Presolana e uno scorcio del lago d’Iseo; ultime fioriture di stagione! Il Monte Fogarolo è localmente conosciuto come “Coren de l’altar” per la bizzarra formazione rocciosa che ne corona la cima, ospitante una discreta stazione di Campanula elatinoides.
- itinerario
- Pozza del Fogarolo
- Monte Fogarolo, vista verso il lago d'Iseo e il Monte Guglielmo
- Monte Fogarolo
- verso Campo d'Avene
- Campo d'Avene
- Campo d'Avene
- Monte Fogarolo
- Monte Fogarolo
- Monte Fogarolo
- Monte Fogarolo
- dai Morti della Montagnina verso Campo d'Avene
- dai Morti della Montagnina verso Campo d'Avene
- Campo d'Avene - Colchicum autumnalis
Quota massima: 2.054 m
Dislivello complessivo: circa 600 m
Lunghezza: circa 11.5 km
Durata: 7/8 ore
Difficoltà: escursionismo facile
Note: - tra Roncobello e Capovalle, all'apposita colonnina, munirsi di ticket per il parcheggio (costo: 2 €)
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Meta di questa escursione è il bel crinale che corre dalla Cima di Menna alla Corna Piana, solitamente poco frequentato e ricco di fiori.
Da Roncobello si sale a Capovalle (lungo la strada munirsi di ticket per il parcheggio all’apposita colonnina) e si continua fino al termine della strada asfalta dove si parcheggia (1.600 m). Si imbocca il sentiero CAI 219 per il Passo Branchino, che subito attraversa il torrente, supera le Baite di Mezzeno e prosegue costantemente in salita sul versante occidentale del Corno Branchino, attraverso tratti di bosco misto e arbusteti di pino mugo e maggiociondolo, superando alcune vallecole; oltrepassata una piccola baita il sentiero piega decisamente a sinistra e, con alcuni saliscendi e un ultimo strappo, si porta al Passo Branchino (1.828 m), con bella vista sul lago sottostante. Dopo una sosta si prende a destra il sentiero CAI 231; si attraversano alcuni avvallamenti per poi portarsi sul panoramico crinale della Val Vedra (1.850 m circa, a breve distanza dal passo omonimo, da cui transita il Sentiero dei Fiori Claudio Brissoni) che si presenta come una grande conca interamente pascoliva; quasi subito, nei pressi di una pozza, si abbandona il sentiero e si inizia a risalire senza difficoltà il largo crinale, talvolta un po’ ripido, erboso sul versante meridionale, a tratti roccioso e precipite su quello settentrionale; superato il Monte Vetro (2.054 m) si prosegue fino al Monte Vindiolo (2.053 m), appena discosto dalla crinale, da cui si gode un panorama di primordine su gran parte delle Orobie Brembane; proseguendo in cresta ci si abbassa all’ampio Passo del Vindiolo (1.967 m), da cui una traccia abbastanza evidente contorna in quota la cima e riporta alla pozza in prossimità del crinale, oltre la quale si ripercorre il tracciato seguito all’andata.
L’intera escursione è floristicamente interessante, ma il tratto più ricco è quello del crinale, dove, fra le molte specie, è possibile osservare anche Allium victorialis, Anemonastrum narcissiflorum, Antennaria dioica, Arnica montana, Athamanta cretensis, Carex austroalpina, C. firma, Coeloglossum viride, Daphne mezereum, D. striata, Dryas octopetala, Fritillaria tubiformis, Gentiana clusii, G. lutea, Geum montanum, Gymnadenia conopsea. G. odoratissima, Hedysarum hedysaroides, Helianthemum nummularium subsp. grandiflorum, H. alpestre, Horminum pyrenaicum, Hypochoeris uniflora, Juniperus nana, Leontopodium alpinum, Linum alpinum, Nigritella rhellicani, Phyteuma orbiculare, Pinus mugo, Plantago serpentina, Platanthera bifolia, Polygonum viviparum, Potentilla aurea, Pseudorchis albida, Pulsatilla alpina subsp. austroalpina, Ranunculus thora, Salix reticulata, Salix serpyllifolia, Vaccinium gaultherioides, Valeriana saxatilis, Viola dubyana.
Sulle pendici del Corno Branchino, con un po’ di fortuna, nascoste nell’arbusteto si possono osservare alcuni esemplari della rara Pedicularis foliosa, presente con popolazioni più numerose oltre il passo.
- itinerario
- il Lago Branchino dal passo omonimo
- il crinale tra i monti Vindiolo e Vetro
- Monte Vetro
- Monte Vindiolo, verso il passo omonimo e il Pizzo
- Monte Vindiolo, verso Corna Piana e Arera
- Passo del Vindiolo, Anemonastrum narcissiflorum
- Pedicularis foliosa
- Val Branchino
- Monte Vetro, lungo il sentiero per il Vindiolo
- Monte Vetro, Hypochoeris uniflora
- Monte Vetro, Gymnnadenia conopsea
- Monte Vetro, Cerastium latifolium
- Monte Vetro, vista verso la Corna Piana
- Monte Vindiolo, vista verso il Mone Vetro
- crinale tra il Monte Vetro e il Vindiolo
- verso il Pizzo
- Monte Vindiolo
Quota massima: 1.875 m
Dislivello complessivo: circa 800 m
Lunghezza: circa 9.5 km
Durata: 7/8 h
Difficoltà: facile, ma a tratti un po' faticosa, la salita al Resegone; è richiesta un po' di attenzione per la breve traversata al Pizzo Daina
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

In posizione periferica e nettamente più elevato delle montagne circostanti, il Resegone è uno splendido punto di osservazione su gran parte dell’arco alpino, i laghi brianzoli e l’intera pianura fino all’Appennino; inoltre, per la sua collocazione al margine prealpino meridionale e la costituzione dolomitica, vanta una flora ricchissima, comprendente un gran numero di specie endemiche o rare, molte delle quali particolarmente attraenti per la loro bellezza.
Dal paese di Fuipiano Imagna si prende la strada per Brumano; dopo circa 3 km si parcheggia negli slarghi lungo la strada, in località “la sbarra” (1.130 m), dove inizia una strada sterrata agro-silvo-pastorale, cui inizialmente si sovrappone il sentiero CAI 578.
La si segue per circa 1.2 km, fino alle indicazioni per il rifugio Grande Faggio – Passo del Palio, dove il tracciato CAI piega a destra, diviene un sentiero fra i prati e rapidamente conduce al rifugio (1.255 m), lo oltrepassa, attraversa una valletta e quindi uno sterrato per poi salire tra pascoli, arbusteti e lembi di bosco fino alla Bocca di Palio (1.390 m), piccolo valico sul crinale tra le valli Imagna e Taleggio.
Si sale ora verso sinistra, sul sentiero CAI 571, che alterna tratti ripidi e un po’ faticosi ad altri più riposanti, dapprima nella faggeta ombrosa, poi fra gli arbusteti e infine nella prateria rocciosa; con un po’ di sforzo si giunge al rifugio Azzoni, annidato proprio sotto la cima principale, quindi, in pochi minuti, si è alla grande croce di vetta (1.875 m, denominata Monte Serrada o Punta Cermenati).
La cima, eccessivamente frequentata, è floristicamente impoverita; per osservare un maggior numero di specie bisogna portarsi in ambiente più integro, pertanto conviene ridiscendere al rifugio Azzoni e percorrere un tratto del sentiero delle creste (ancora segnavia CAI 571, ma nella direzione opposta a quella percorsa in precedenza), molto suggestivo e panoramico, che richiede un minimo di attenzione; aggirata la Torre di Valnegra (1.852 m) ci si abbassa ad una selletta e per poi risalire al Pizzo Daina (1.864 m), ricchissimo di fiori, dove si sosta per il pranzo.
Il ritorno avviene sul medesimo percorso dell’andata.
Tra le specie più interessanti presenti lungo il percorso si segnalano: Achillea clavennae, Allium insubricum, Aquilegia confusa, Arabis bellidifolia, Arctostaphylos alpinus, Atamantha cretensis, Barbarea bracteosa, Bupleurum petraeum, Campanula cochleariifolia, C. raineri, Carex ornithopoda, Centaurea rhaetica, Clematis alpina, Coeloglossum viride, Crepis froelichiana subsp. dinarica, Cytisus emeriflorus, Daphne striata, Dryas octopetala, Erigeron alpinus, Gentiana clusii, G. utriculosa, Globularia cordifolia, G. nudicaulis, Grafia golaka, Gymnadenia conopsea, G, odoratissima, Helianthemum alpestre, H. nummularium subsp. grandiflorum, Horminum pyrenaicum, Inula hirta, Laserpitium nitidum, Leontopodium alpinum, Linum alpinum, Pedicularis gyroflexa, Physoplexis comosa, Pinguicula leptoceras, Potentilla caulescens, Primula auricula, P. glaucescens, Pulsatilla alpina subsp. austroalpina, Ranunculus alpestris, R. thora, Rhaponticum scariosum, Rhododendron hirsutum, Rumex scutatus, Saxifraga aizoides, S.caesia, S. mutata, S. vandellii, Selaginella selaginoides, Telekia speciosissima, Valeriana saxatilis, Viola biflora, Viola dubyana.
- itinerario
- il Resegone dai pressi della Bocca di Palio
- Rhaponticum scariosum
- passaggio tra la Torre di Valnegra e il Pizzo Daina
- il Resegone dal Pizzo Daina
- Pizzo Daina, Leontopodium alpinum
- Physoplexis comosa
- Allium insubricum
- Viola dubyana
- verso la Bocca di Pallio, vista su Pizzo Brumano, Pizzo Daina e Torre di Valnegra
- Crepis froelichiana subsp. dinarica
- passaggio alla Torre di Valnegra
- passaggio alla Torre di Valnegra
- colletto tra la Torre di Valnegra e il Pizzo Daina
- colletto tra la Torre di Valnegra e il Pizzo Daina
- Pizzo Daina, verso il Resegone - Pedicularis gyroflexa
- Pizzo Daina, verso Resegone e Torre di Valnegra
- Pizzo Daina, Pinguicula leptoceras
- Pizzo Daina
- Pizzo Daina
- Pizzo Daina, verso Resegone e Torre di Valnegra
- camosci al Pizzo Brumano
- Torre di Valnegra
Quota massima: 2050
Dislivello complessivo: 250 m circa
Lunghezza: 7 km circa
Durata: 6 h
Difficoltà: nessuna, percorso facile alla portata di tutti
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Il Passo dello Spluga si trova alla testata della Val San Giacomo, sul confine svizzero. Un grande lago artificiale occupa l’antico pianoro glaciale, alla cui estremità si trova il piccolo abitatoi di Montespluga (1920 m), partendo dal quale effetteremo una breve ricognizione sulle rive del lago e nella parte iniziale della Val Loga; quindi ci porteremo al parcheggio sotto la diga (1890 m), nei pressi del rifugio Stuetta, dal quale risaliremo i pascoli fino al Lago degli Andossi (2040 m).
Zona con fioriture ricchissime!
- Val Loga
- Val Loga, Gentiana aculis
- Montespluga, Viola calcarata
- verso il Lago degli Andossi, Primula farinosa
- il Lago di Montespluga dagli Andossi
- Androsace chamaejasme
- Lago degli Andossi
- Gli Andossi, Primula hirsuta
- Gli Andossi, Pulsatilla vernalis
- Gli Andossi, Crocus albiflorus
- Gli Andossi, Kalmia procumbens
- Gli Andossi, Dryas octopetala
- Lago degli Andossi
- al Lago degli Andossi
- al Lago degli Andossi
- Piz di Pian e Piz Ferré dagli Andossi
- Val Loga, Daphne striata
- Val Loga, Leucanthemospsis alpina
- Val Loga, Linaria alpina
- Val Loga, Linaria alpina
- Val Loga, Viola calcarata
Quota massima: 1.664 m
Dislivello complessivo: 650 m circa
Lunghezza: circa 12 km
Durata: 7/8 h
Difficoltà: escursionismo facile
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

L’itinerario proposto si svolge quasi interamente lungo il sentiero CAI 151 che ricalca l’antica mulattiera da Avolasio ai Piani di Artavaggio, oggi trasformata in una strada sterrata. Sempre appagante la vista, che spazia sull’intera Val Taleggio, dal Resegone al Sodadura al Sornadello, mentre si attraversano prati e pascoli in massima parte ancora utilizzati e ben curati, cosparsi di cascine e inframmezzati da alcuni tratti boscosi.
Da Vedeseta si raggiunge la minuscola frazione di Avolasio (1.047 m) e si parcheggia nei pressi della chiesa, a destra della quale si procede lungo la strada asfaltata (segnavia CAI 151, Piani di Artavaggio) che presto diviene uno sterrato. Un breve tratto ripido nel bosco rado conduce all’ampio dosso pianeggiante di Prato Giugno (1.268 m) in bellissima posizione panoramica e con un interessante nucleo di rustici, purtroppo parzialmente in rovina.
Dopo una salita non faticosa, superate alcune belle cascine, si procede in falsopiano fino al Prato del Tona (1.390 m), quindi in leggera discesa si raggiunge il valico di Sella (1.370 m), dove sorge un grande roccolo.
Da qui si riprende a salire moderatamente fino a raggiungere il crinale con la Valsassina (1.580 m circa) dove si abbandona il tracciato CAI per portarsi rapidamente alla grande Casera di Maesimo, al centro di un pascolo arioso.
Chi fosse stanco o già sufficientemente appagato dal percorso effettuato può attendere qua, mentre i più volenterosi potranno raggiungere lo Zucco di Maesimo (1.664 m), con una salita di circa mezz’ora; dalla cima, che emerge un po’ a fatica dal bosco, si gode un’ampia vista sulla Valsassina e la Val Taleggio.
Il ritorno si svolge sul medesimo percorso dell’andata, ma prevede una breve deviazione in località Prato del Tona, per raggiungere una cimetta molto panoramica (Sella Alta, 1.450 m circa) sormontata da un crocefisso.
Lungo l’itinerario non sono presenti specie rare o di particolare interesse, ma le copiose le fioriture dei prati e dei pascoli formano un vivacissimo caleidoscopio di colori; sulle roccette e nelle conche sommitali dello Zucco di Maesimo crescono alcune specie più interessanti, ma con fioriture concentrate in altri periodi.
- itinerario
- Prato del Tona
- lo Zucco di Maesimo dai Pressi di Sella
- cimetta q. 1.450 (Sella Alta)
- Prato Giugno, verso il Resegone
- Prato del Tona e Corno Zuccone
- Prato del Tona, verso I Canti
- verso Sella Alta
- al roccolo presso la cascina q. 1410
- al roccolo presso la cascina q. 1410
- al roccolo presso la cascina q. 1410
- al roccolo presso la cascina q. 1410
- Val Bordesiglio
- verso Sella Alta
- presso la casera di Maesimo - Crocus albiflorus
- presso la casera di Maesimo - Helleborus niger
- casera e Zucco di Maesimo
- Primula elatior
- Val Bordesiglio
- Zucco di Maesimo
- Sella Alta
- Sella Alta
- Viola tricolor
- Orchis pallens
Quota massima: 1.300 m
Dislivello complessivo: circa 450 m
Lunghezza: circa 11.5 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: escursionismo facile
Contatti: per info Angiolino: 346 0380931

L’escusione si svolge lungo il crinale dolomitico che dalla cima dell’Alben (2.020 m) si protende verso i monti Secretondo (1.557 m) e Cima Tisa (1.320 m), separando la Val Vertova dalla Valle del Riso, in ambiente per lo più boschivo.
Raggiunta in auto l’ampio terrazzo pascolivo di Cavlera, con magnifca vista sulla bassa e media Valle Seriana, si parcheggia subito dopo il Rifugio Alpini.
Si torna per un brevissimo tratto sulla strada appena percorsa e subito si imbocca a destra il tracciato CAI 530, su di una stradina sterrata che s’innalza per poche decine di metri e contorna il versante occidentale della Cima Tisa, per poi abbassarsi rapidamente attraverso una bella faggeta fino ad un valico (1.140 m) poco prima della località Dasla; al bivio si tiene ancora a destra e si scende rapidamente alla cascina Squassoli (1.071 m), sul versante della Val del Riso, oltre la quale si incontra subito il sentiero CAI 526 A, ben tracciato e facilmente percorribile, che raggiunge il bivacco Plana con circa 2.8 km in falsopiano o leggera salita, aggirando di volta in volta alcune vallecole e cimette scoscese.
Il bivacco (1.250 m), ottenuto dalla ristrutturazione di una piccola cascina, si trova sul versante NE del Monte Secretondo, in una bella radura con vista sulla Valle del Riso e buona parte delle cime dell’alta Valle Seriana.
Per il ritorno si percorre a ritroso il medesimo tracciato dell’andata.
Il principale interesse floristico dell’escursione consiste nella presenza di ricche stazioni della rara Primula albenensis, magnifico endemita esclusivamente orobico rinvenibile solo in poche località, spesso difficilmente accessibili; da segnalare anche l’occasionale incontro di alcuni esemplari di Saxifraga petraea lungo il primo tratto del percorso. Copiose tutte le fioriture primaverili dei boschi e delle roccette dolomitiche.
La località Cavlera si raggiunge da Vertova, con una strada un po’ lunga (circa 7 km) e tortuosa, ma percorribile senza difficoltà; provenendo da Bergamo conviene entrare in paese da via IV Novembre (quella che costeggia il torrente) e seguirla fino a Largo Vittorio Veneto, dove si svolta a destra su via Don A. Brini; dopo alcuni tornanti, oltre la chiesa, si prende subito a sinistra Via Cereti (indicazioni: Monte Cavlera) che in seguito diviene Via degli Alpini, sulla quale si rimane fino al parcheggio.
Quota massima: 720 m
Dislivello complessivo: 300 m
Lunghezza: 9.5 km
Durata: circa 6 h, soste comprese
Difficoltà: nessuna, percorso facilissimo
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986
Escursione facilissima, sulle colline tra la Val Cavallina e il basso Sebino, quasi interamente sul sentiero CAI 701, per lo più in ambiente boschivo. Una breve deviazione consente di raggiungere la suggestiva chiesetta di San Rocco, isolata e in posizione panoramica sulla cima di un colle. Fioriture di fine inverno
La partenza è dal parcheggio presso la chiesa di Gafforelli (frazione di Foresto Sparso).
Quota massima: 1240 m
Dislivello complessivo: 700 m
Lunghezza: circa 11.5 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: Escursionismo facile
Contatti: Luca Mangili: 035593518 - 3316465986

Rivolta verso il Sebino, la Valle di Fonteno si presenta come una conca verdissima, dal paesaggio dolce e armonioso, sia pur profondamente plasmato dall’uomo, che nel passato ha creato vaste superfici prative a discapito del bosco; alla base dell’economia montana, la fienagione ha garantito per secoli la manutenzione del territorio, il cui utilizzo è sempre stato rispettoso anche se estremamente capillare, come testimoniano ancora oggi una densa toponomastica di antica origine, la fitta rete di mulattiere e sentieri, nonché lo straordinario numero di cascine, grandi e piccole, spesso pregevoli, che con qualche esagerazione vengono fatte assommare a 365, una per ogni giorno dell’anno.
L’itinerario proposto percorre interamente la valle, dal paese fino al crinale, facendone apprezzare i molteplici aspetti naturalistici e offrendo sempre bei panorami, soprattutto nella parte alta.
Si parcheggia l’auto in Piazza Belvedere (600 m), a sinistra appena prima della chiesa; da qui si raggiunge rapidamente la piazzetta antistante la chiesa e si prosegue sulla via principale (via Campello), che sale verso la parte alta del paese e in breve esce dall’abitato, trasformandosi in un percorso, inizialmente acciottolato e poi sterrato, che ricalca fedelmente l’antica mulattiera del Torès (Torrezzo). Dopo gli ultimi terrazzamenti sostenuti da muri di pietra, addentrandosi nella valle si supera l’antica chiesetta del Santello (701 m), quindi si procede in falsopiano per lo più nel bosco, senza mai abbandonare il tracciato principale. Dopo una leggera salita, lasciato a destra un bivio, la vista si apre sulla parte centrale della valle, tutta prati e cascine dai nomi evocativi (Stalet del Biosca, Mut, Dis, Stalet de Dis, I Sancc, Fudrighì). In località Santel Falsegn è presente una bella edicola, recentemente restaurata, dove accanto a una Madonna che regge Gesù deposto dalla croce sono raffigurati San Defendente e San Lucio, quest’ultimo particolarmente venerato da mandriani e pastori. La salita si accentua, si oltrepassano le località Camonga, Largon e la captazione dell’acquedotto di Fonteno (921 m); quindi si procede su una strada forestale, fra rimboschimenti di abete rosso e larice, e con alcuni tornanti si raggiunge il crinale in corrispondenza di un panoramico colletto (1240 m circa) tra i monti Torrezzo (1378 m) e Sicolo (1273 m), con bellissima vista sull’intera valle e gran parte delle montagne bergamasche.
Si continua, in leggera discesa, sulla stradina che taglia il versante del Sicolo; dopo un capanno il sentiero attraversa il crinale, portandosi sul versante settentrionale per poche centinaia di metri, quindi ritorna sul versante meridionale e mantenendosi sempre prossimo alla cresta, sfiora un paio di capanni e raggiunge la cima boscosa del Monte Boario (1231 m).
Un po’ ripidamente ci si abbassa ad un bel pianoro (1084 m) con una pozza e una moderna santella, quindi alla cascina Boer (1041 m), dominante un pascolo oggi in abbandono, in splendida posizione panoramica; rientrati nel bosco, il sentiero passa per il Colle di Luen (882 m), e dopo un’ulteriore discesa sbuca (832 m ) su una strada asfaltata (via Torquato Tasso) da seguire fino alla piazzetta della chiesa da cui si raggiunge il parcheggio.
Il percorso è ricco specie interessanti, anche assai vistose, ma alla fine di ottobre le fioriture sono ormai concluse; i colori che potremo ammirare saranno quelli autunnali di castagni, carpini neri, betulle, querce, noccioli e larici, un vivace caleidoscopio di gialli, bruni e arancione tra le macchie scure degli abeti rossi.
- itinerario
- terrazzamenti all'inizo della mulattiera del Torés
- lungo la mulattiera del Torés
- lungo la mulattiera del Torés
- Val di Fonteno
- Castanea sativa
- al colletto tra Torrezzo e Sicolo
- al colletto tra Torerzzo e Sicolo
- verso Boer, Betula pendula
- Boer
- Quercus cerris
- Val di Fontenp
- Val di Fonteno
- Campanula trachelium
- Cirsium erisithales
- verso il Monte Sicolo
- vista dal Monte Scolo
- vista dal Monte Boario
- Monte Boario
- Monte Boario
- Boer
- Boer
- Corna Trenta Passi
- Campanula glomerata
Quota massima: 1.563 m
Dislivello complessivo: circa 500 m
Lunghezza: circa 7 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: escursionismo facile
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Escursione molto panoramica, tra pascoli con antiche cascine, belle faggete in abito autunnale e sorprendenti ambienti rocciosi.
Quota massima: Monte Ocone, 1.353 m
Dislivello complessivo: circa 350 m
Lunghezza: circa 5 km
Durata: 5-6 h
Difficoltà: Escursionismo facile; un po' ripido l'ultimo tratto di salita alla cima
Contatti: Luca Mangili, 035593518 - 3319465986

Escursione facile e breve, sul crinale tra la Valle Imagna e la Val San Martino, che tocca alcuni dei luoghi più cari agli escursionisti che percorrevano le nostre Prealpi nei primi decenni del ‘900. Bei prati, faggete e belle vedute sui laghi brianzoli e gran parte delle montagne bergamasche.
- itinerario
- Monte Picchetto
- Pertusino, verso Ocone, Camozzera e Resegone
- Ocone e Corna Camozzera
- Monte Picchetto
- Monte Ocone
- dal Pertusino verso Rasmi, Coprinus comatus
- dal Pertusino verso Rasmi, Coprinus comatus
- presso Forcella Bassa, Gentianopsis ciliata
- presso Forcella Bassa, galla di Diplolepis rosae
- Forcella Alta
- Forcella Alta, Gentianopsis ciliata
Quota massima: 1.546
Dislivello complessivo: circa 500 m
Lunghezza: circa 12.5 km
Durata: 6-7 h
Difficoltà: escursionismo facile
Contatti: Luca Mangili; 035593518 - 3319465986

Escursione su facili sentieri e sterrati, in massima parte sull’ampio crinale che divide la Valle Imagna dalla Val Taleggio, con belle vedute, soprattutto verso il Resegone.
- itinerario
- il Resegone dalla cima q. 1.410, sopra il Passo del Palio
- la Bolla di Valbona e lo Zucco di Valmana
- Bocca di Palio, Colchicum autumnale
- Bocca di Palio, Gentiana asclepiadea
- Costa del Palio, Gentiana asclepiadea
- Costa del Palio
- Costa del Palio, verso la Val Taleggio
- Costa del Palio
- Costa del Palio
- Zucco di Valmana
- Zucco di Valmana
- Zucco di Valmana
- Palio, affresco votivo su una cascina
Quota massima: 2167 m
Dislivello complessivo: circa 650 m
Lunghezza: circa 8.5 km
Durata: 7/8 h
Difficoltà: Escursionismo facile
Note: - tra Roncobello e Capovalle, all'apposita colonnina, munirsi di ticket per il parcheggio (costo: 2 €) - l'escursione si svolge interamente su sentieri CAI.
Contatti: Luca Mangili

Ingiustamente trascurato dagli escursionisti, che partono da Mezzeno diretti per lo più ai Laghi Gemelli oppure al Passo Branchino, l’itinerario proposto conduce alla scoperta di luoghi appartati e dalla bellezza austera, caratterizzati dalla più tipica flora silicicola.
Da Roncobello si sale in auto alla frazione Capovalle e si prosegue fino al termine della strada, dove si parcheggia (1.600 m); è necessario esporre il ticket (2 €) precedentemente acquistato all’apposita colonnina posta in località Madonna della Mano, tra Roncobello e Capovalle (segnaletica).
Appena oltre il parcheggio, si inizia a risalire il versante a sinistra, lungo un sentiero CAI comune ai percorsi 215 e 217, purtroppo assai sconnesso per l’eccessiva frequentazione; il tracciato, ora al limite del pascolo, ora nella boscaglia rada, sale con alcuni bruschi tornanti tra le prese dell’acquedotto, finché alla quota di 1780 m sbuca su un pendio più dolce e si biforca.
Si tiene a sinistra la traccia 217, che sale ancora un poco fra folte macchie di mughi, e senza sforzo si arriva all’amplissimo pascolo di Monte Campo, con bella vista sulla bastionata calcarea che dall’Arera corre fino al Menna; si procede in falsopiano per un buon tratto, in direzione della Baita di Campo (1878 m), oltre la quale il sentiero riprende progressivamente a salire, mentre di fronte iniziano a far capolino le cime acuminate dei Tre Pizzi.
Entrati in un ampio vallone solitario, si risale gradualmente il pascolo cosparso di blocchi rocciosi, avendo sempre in vista le caratteristiche cime dei Tre Pizzi; superata una piccola baita (2116 m) si arriva ad un pianoro ondulato dall’evidente modellamento glaciale; ancora un breve tratto e, fra i dossi montonati sulla larga sella che separa i Tre Pizzi dal Pietra Quadra, ecco finalmente il piccolo lago, che nelle giornate serene appare di un blu profondo.
I Tre Pizzi sono ormai alle spalle; facilmente si può salire la cima settentrionale (2167 m), mentre quella centrale (2160 m) e meridionale (2151 m) sono più impegnative e distanti.
Di fronte, il Pietra Quadra appare come un muraglione roccioso severo e imponente.
Ovunque affiorano le rocce domina il caratteristico colore violaceo del Verrucano Lombardo, mentre sui pendii prevale il verde glauco delle praterie a festuca.
Proseguendo un po’ oltre la sella, con un facile sentiero si raggiunge il piccolo rifugio Tre Pizzi (2071 m), in posizione solitaria e suggestiva.
Gli ambienti vegetazionali presenti sono quelli tipici delle Orobie: rocce silicee, creste ventose, macereti grossolani e vallette nivali, versanti ripidi dominati da Festuca scabriculmis subsp. luedii, pascoli a nardo intervallati da ridotte aree umide o torbose, mugheta.
Tra le specie più caratteristiche di segnalano almeno: Agrostis rupestris, Ajuga pyramidalis, Androsace vandellii, Antennaria dioica, Anthoxanthum alpinun, Arnica montana, Astrantia minor, Avenella flexuosa, Botrychium lunaria, Campanula scheuchzeri, Carex echinata. C. pallescens, Cirsium spinosissimum, Daphne striata, Erica carnea, Eriophorum angustifolium, Gentiana acaulis, G. punctata, Geum montanum, Gnaphalium supinum, Homogyne alpina, Huperzia selago Hypochoeris uniflora, Juncus trifidus, Laserpitium halleri, Leontodon helveticus, Leucanthemopsis alpina, Mutellina adonidifolia, Nardus stricta, Pedicularis tuberosa, Peucedanun ostruthium, Phleum alpinum, Phyteuma betonicifolium, P. hedraianthifolium, P hemisphaericum, Pinguicula vulgaris, Potentilla aurea, P. nitida, Primula hirsuta, P. latifolia, Pseudorchis albida, Pulsatilla alpina subsp. apiifolia, Rhodiola rosea, Rhododendron ferrugineum, Saxifraga paniculata, Schlagintweitia intybacea, Sempervivum montanum, Silene acaulis, S. rupestris, Soldanella alpina, S. pusilla, Tricophorum caespitosum, Vaccimium gaultherioides, V. myrtillus, Viola palustris.
- itinerario
- Lago di Pietra Quadra
- dai Tre Pizzi verso il Pietra Quadra
- Mezzeno, Laburnum alpinum
- Mezzeno, Laburnum alpinum
- dall'Alpe Campo, verso Corno Branchino, Corna Piana e Arera
- verso Cima di Valmora, Corno Branchino, Corna Piana e Arera
- Alpe Campo
- Alpe Campo, lo Spondone
- Alpe Campo, verso il Vindiolo e il Pizzo
- Alpe Campo, verso il Monte Secco e la Cima del Fop
- all'Alpe Campo
- i Tre Pizzi
- i Tre Pizzi
- verso l'Arera
- il più settentrionale e più elevato (2167 m) dei Tre Pizzi
- sul Pizzo q. 2167
- sul Pizzo q. 2167
- verso il rifugio Tre Pizzi, le cime q, 2160 e 2151
- Mencucca
- laghetto dei Pianù e Mencucca
- Pedicularis tuberosa
- Phyteuma hedraianthifolium
- Homogyne alpina
- Hypericum richeri
- Gentiana punctata
- Gentiana punctata x purpurea