Eventi passati
IL RELATORE
Pierino Bigoni è giustamente considerato uno dei massimi esperti bergamaschi di micologia, anche se è riduttivo parlarne solo come tale. In primo luogo infatti Pierino è un appassionato naturalista a 360°…ad esempio anche il mondo dei fiori lo affascina e il FAB è orgoglioso di vantare tra i propri soci da moltissimi anni proprio il Gruppo AMB di Villa d’Ogna, di cui Pierino è una vera colonna. Lo scorso agosto a Villa d’Ogna si è svolta la 48.ma edizione della “Mostra del fungo e della natura” e fin dal 1988 Pierino ne è stato uno dei principali artefici, concorrendo a portarla ai livelli di fama, di qualità e di frequentazione che tutti conosciamo ! Non si contano gli articoli, le interviste televisive, le mostre, le lezioni sul campo (dai bambini dell’asilo agli esperti dell‘ASL di Bg….) e le conferenze che Pierino, in modo sempre disinteressato, ha saputo realizzare in tanti anni di impegno e di studio, in particolare del territorio in cui vive. Di grande rilevanza sono la sua passione per la microscopia applicata alla micologia (e non solo !) e il virtuoso confrontarsi con studiosi della materia anche europei e americani. Dalla sua Pierino ha anche l’importante supporto della moglie Mariangela che sempre lo aiuta in tanti aspetti della sua appassionata ricerca micologica e naturalistica.
LA SERATA
Pierino ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua attesa serata:
“Insieme osserveremo le varie e spesso straordinarie forme dei carpofori, caratteri principali per la determinazione dei funghi, e ammireremo i loro fantastici colori, anch’essi caratteri essenziali che contraddistinguono le specie trattate e che consentono spesso un confronto tra funghi commestibili e velenosi.”
Il genere Epilobium non è facile!
Questa è l’affermazione che antepongono ai loro lavori diversi autori che in passato se ne occuparono.
L’interesse per gli Epilobium sembra essere maturato lentamente e solo con un po’ di fatica lo si rintraccia nei secoli passati, finché divennero appannaggio di alcuni specialisti i cui lavori sono fondamentali ancora oggi.
In realtà, tutte le nostre specie furono correttamente descritte entro i primi decenni dell’800, ma per alcune il riconoscimento sul campo può essere difficoltoso, sia per l’indeterminatezza dei caratteri distintivi che per la frequente presenza di ibridi.
Le si incontra con facilità, soprattutto negli ambienti tendenzialmente umidi; le specie bergamasche non sono molte, ed esaminate con la dovuta attenzione è possibile fare buoni progressi nella loro determinazione. La relazione evidenzierà i caratteri morfologici da prendere in considerazione, insieme ad alcuni aspetti dell’ecologia di queste piante e della loro storia botanica; entro pochi giorni sarà scaricabile dal sito, alla sezione “Approfondimenti – Riconoscere le specie”.
LA RELATRICE
Daniela Lupi, laureata in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Milano, ha poi conseguito il Dottorato di ricerca presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, occupandosi della biologia di un insetto utile nella lotta biologica. Dal 2019 è Professore Associato di Entomologia Applicata presso il Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano. Le sue attività di ricerca entomologica si concentrano principalmente sullo studio della biologia e dell’applicazione di diversi potenziali agenti di controllo per la lotta alle specie esotiche invasive. Altri temi di ricerca sono legati all’effetto di diversi fattori antropici (compresi i prodotti fitosanitari) sugli insetti utili, e in particolare sulle api da miele e sugli impollinatori selvatici. Daniela, che ha al suo attivo numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste di prestigio, ha partecipato sia come Relatore che come Chairman e contribuito all’organizzazione di convegni entomologici anche di rilevanza internazionale. Dal 2019 è Section Editor in “Insect Ecology” del Journal of Entomological and Acarological Research e dal 2022 è Subject Editor in “Pollinator Ecology and Management” della rivista Environmental Entomology. Dal 2022 è diventata Vicepresidente del gruppo di lavoro IOBC-WPRS (International Organisation for Biological and Integrated Control – West Palaearctic Regional Section) che si occupa di “Gestione del paesaggio per la biodiversità funzionale”.
Daniela ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“Dialogo tra api e fiori: armonie di forme, colori, fragranze e adattamenti evolutivi.
L’interazione tra api e fiori è il risultato di una coevoluzione millenaria in diverse aree geografiche tra piante e impollinatori. I fiori, attraverso i loro colori e profumi, attraggono gli impollinatori offrendo loro nettare come ricompensa e ottenendo in cambio l’impollinazione. Tra gli impollinatori, le api (Hymenoptera Apoidea), circa 30.000 specie distribuite in tutto il mondo, giocano un ruolo cruciale nell’impollinazione. Numerosi tratti rafforzano la simbiosi tra api e piante, molti dei quali innati, ma alcuni appresi nel corso della vita di un’ape. Il colore dominante del fiore e schemi cromatici nell’ambiente permettono alle api di individuarli da lontano, mentre colorazioni più sottili indicano la posizione dei nettari. La forma del fiore influisce sull’accesso e sulla dispersione del polline. Anche la diversità di forme e dimensioni delle api e le loro esigenze nutrizionali associate alla loro struttura sociale, le aiutano ad adattarsi a fiori differenti. Nella presentazione, attraverso una rassegna di casi studio e di esperimenti in ambienti diversi, esplorerò le relazioni tra api e fiori in contesti che combinano biodiversità, urbanizzazione, piante esotiche e cambiamenti climatici”.
La serata avrà come tema la presentazione della nuova specie Campanula bergomensis, con particolare enfasi alla sua scoperta, descrizione e differenze con le specie affini, elaborazione dell’articolo scientifico con cui la specie è stata pubblicata e implicazioni biogeografiche di questo nuovo endemita bergamasco. La presentazione avverrà a più voci, e sarà a cura di Federico Mangili (Coordinatore Scientifico Gruppo FAB), Barbara Valle (ricercatore presso l’Università di Siena), Elena Eustacchio (Dottorato in Scienze Ambientali) e Marco Caccianiga (Professore Associato presso l’Università degli Studi di Milano).
La relazione avrà luogo a Colognola, presso l’auditorium nell’ex chiesa di San Sisto, in Via della Vittoria.
E’ IMPORTANTE LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I SOCI!
Dimostriamo interesse e gratitudine per questo straordinario traguardo del FAB, accogliendo numerosi i relatori e tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito al successo della ricerca!
Dott. Elia Lipreri
Elia si è laureato in Scienze della Natura presso l’Università degli Studi di Milano, con una Tesi triennale sulle contrazioni areali di alcuni ghiacciai lombardi e poi con una Tesi Magistrale riguardante le relazioni tra l’evoluzione dell’uso del suolo e la vegetazione. E’ stato borsista di ricerca presso l’Università degli Studi di Brescia dove si è occupato di analisi degli agroecosistemi. Attualmente presta servizio come Tecnico al Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia, dove è responsabile della digitalizzazione delle collezioni naturalistiche e dove conduce ricerche sugli ecosistemi, con particolare interesse per le comunità vegetali. E’ autore e co-autore di articoli scientifici indicizzati e di articoli divulgativi su riviste e testi monografici. Ha svolto attività divulgativa come relatore tenendo diverse conferenze. E’ socio della Società Botanica Italiana, del Centro Studi Naturalistici Bresciani e della Associazione Botanica Bresciana.
Dott. Stefano Andreoli
Stefano ha conseguito una Laurea Triennale in Tecnologie Forestali ed Ambientali e una successiva Laurea Magistrale in Scienze Forestali ed Ambientali, relativamente alla Gestione dell’Ambiente e della Biodiversità, presso l’Università degli Studi di Padova. Ha inoltre conseguito l’abilitazione all’insegnamento per la classe di concorso in Scienze Naturali, Chimiche e Biologiche presso l’Università di Brescia e l’Università di Bergamo. Ha avuto diverse esperienze all’estero di collaborazione con docenti sulle metodologie di insegnamento dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento antropico in ambito sia scientifico che artistico. E’ stato borsista di ricerca in botanica ambientale e applicata presso l’Università degli Studi di Brescia nonché Ricercatore in botanica – progetti di Servizio Civile – presso il Museo di Scienze Naturali di Brescia E’ autore e co-autore di articoli scientifici indicizzati e di articoli divulgativi su riviste e testi monografici. Ha svolto attività divulgativa tenendo diverse conferenze. Attualmente è Docente di Scienze Naturali, Chimiche e Biologiche presso un Liceo scientifico bilingue in Brescia (Lezioni in italiano e in inglese) E’ socio del Centro Studi Naturalistici Bresciani e della Associazione Botanica Bresciana.
La relazione
A conclusione delle ricerche naturalistiche multidisciplinari svolte in Val Carobbio tra il 2022 e il 2023, a cura del Centro Studi Naturalisti Bresciani con il contributo di diverse Associazioni e in collaborazione con il Museo di Scienze Naturali del Comune di Brescia, i relatori, Dott. Elia Lipreri e Dott. Stefano Andreoli, presentano quanto individuato dal punto di vista floristico e vegetazionale (boschi, arbusteti, praterie), con lo sguardo aperto a tutto il contesto ambientale dell’area.
La ricerca ha permesso di conoscere le peculiarità di questa porzione di territorio che per le sue caratteristiche geografiche e fisiche, e grazie anche alle sue condizioni antropiche, contribuisce in misura significativa alla biodiversità del territorio bresciano.
Da questa ricerca è scaturito il volume n. 34 della collana “Monografie di Natura Bresciana” dedicato alla “Geobiodiversità della Valle del Carobbio”.
Poiché una corretta gestione del territorio non può prescindere dalla sua conoscenza, questo lavoro diventa uno strumento indispensabile per chi ha il compito di gestire quest’area naturale.
Il Relatore
Roberto Olgiati ha conseguito la laurea in Scienze Naturali all’Università degli Studi di Milano e successivamente il Diploma di Ispettore Micologo a Trento. I suoi interessi spaziano dall’astronomia alla geologia, dalla micologia alla botanica. Per l’Associazione Antares, Centro Amatori Astronomia e Natura di Legnano, di cui è Consigliere e attivissimo Socio, cura soprattutto l’attività della sezione di Micologia (con il servizio di classificazione funghi rivolto anche alla cittadinanza) e l’allestimento di varie “Mostre di Funghi dal Vero”. Numerosi sono gli incontri didattici e gli articoli da lui realizzati su vari temi naturalistici. Molti appassionati del FAB già ne conoscono l’abilità scientifica e oratoria, avendolo ascoltato in precedenti serate (l’ultima risale al novembre 2022, quando ci propose una splendida serata su “La Flora alpina del Gabiet”).
La serata
Roberto ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione, durante la quale presenterà il suo nuovo libro, che di fatto costituisce la guida naturalistica ed escursionistica più completa e aggiornata sui Piani di Artavaggio:
“Per gli amici del FAB, di cui sono orgoglioso di essere socio da moltissimi anni, ho preparato una serata in cui illustrerò schematicamente le caratteristiche dell’ultima mia opera libraria. In sintesi:
458 schede botaniche, corredate da una chiara iconografia, ne illustrano la ricchezza floristica con particolare attenzione alle numerose specie endemiche, rare e protette. Alcune erbe selvatiche commestibili sono approfondite con consigli per la raccolta e l’utilizzo in cucina.
18 itinerari sono stati selezionati e descritti con foto e cartine, e consentono di scoprire la natura del territorio in tutte le stagioni e di viverla in maniera ancora più immersiva con oltre 60 contenuti multimediali accessibili mediante qrcode.
7 rifugi garantiscono all’escursionista confortevoli punti d’appoggio anche per trekking di più giorni: qui si respira l’ospitalità delle genti di montagna e si assaporano i piatti tipici del patrimonio gastronomico locale.
La geologia è trattata in modo comprensibile per meglio interpretare la storia millenaria del comprensorio e la sua particolare morfologia.
Lo studio della biodiversità di Artavaggio è arricchito dalla descrizione della fauna alpina attraverso le straordinarie immagini catturate da Lele Maini.
La Valsassina è un affascinante scrigno tutto da scoprire; si troveranno notizie anche sullo Strachítunt DOP e sulle tradizioni casearie a Reggetto di Vedeseta in Val Taleggio, sugli eventi storici che hanno caratterizzato le terre di confine tra lo Stato di Milano e quello di Venezia e infine non mancherà la descrizione di chiese e cappelle, luoghi della fede che donano attimi di intimo raccoglimento”.
Giambi, che più volte in passato ci ha fatto condividere la sua passione naturalistica attraverso video filmati di grande interesse, ci ha inviato alcune note sulla serata che ci proporrà in questa occasione:
“Anche chi non c’è mai stato sa cosa è uno zoo; ci si va per vedere degli animali ma questi sono in gabbia o, nella migliore delle ipotesi, in grandi recinti in cui si muovono con qualche agio, ma si trovano comunque privati della libertà. Gli uomini, spettatori di questa natura reclusa, si muovono invece liberamente e ben visibili dagli animali stessi. Questo, magari proprio perché gli animali si sono abituati alla presenza degli umani, influisce negativamente sul comportamento degli animali che perdono la loro spontaneità. Anche quando sembrano ignorarlo sono dipendenti dall’uomo, fosse anche solo perché regolarmente nutriti.
Viceversa nelle Oasi, perlomeno in quelle che verranno descritte in questa video-proiezione, gli uomini si muovono lungo percorsi nascosti alla vista degli animali. Questi vengono osservati, e magari fotografati, attraverso oblò o dall’interno di capanni dotati di finestre-feritoie da cui è possibile osservare e fare foto senza essere notati. In questo modo gli animali mantengono del tutto inalterato il loro naturale comportamento anche se non sempre sono magari vicinissimi. Ovviamente i visitatori abituali delle Oasi in questione sono appassionati dell’osservazione degli uccelli, dotati di binocoli o cannocchiali e/o amanti della fotografia naturalistica che vi praticano la cosiddetta “caccia fotografica” con fotocamere dotate di ottiche spesso molto potenti e in grado di fornire immagini di qualità anche degli animali non vicinissimi.
Queste Oasi sono destinate all’osservazione degli animali e quindi realizzate in luoghi dove questi sono numerosi e attratti da un ambiente senza disturbo e ricco di opportunità, in particolare per quanto riguarda le possibilità di nutrirsi e di nidificare. Spesso comunque si tratta di ambienti che offrono anche interessanti spunti dal punto di vista paesaggistico e da quello vegetazionale e floristico.
Da noi queste condizioni sono perlopiù realizzate negli ambienti umidi dove, soprattutto nei periodi più favorevoli dell’anno, si assiste a elevate concentrazioni di uccelli che trovano opportunità di riposo durante le migrazioni e una elevata disponibilità alimentare sia per i predatori che per chi si nutre di piante o semi.
Si tratta di ambienti particolarmente ricchi dal punto di vista della biodiversità che offrono interessanti osservazioni anche per chi non è solo interessato all’ornitofauna.
Vengono presentate sei situazioni; dalla piccola Oasi Saletti, a pochi km da Bergamo, all’Oasi WWF di Orbetello, a quella di Sant’Alessio, presso Pavia, all’oasi LIPU di Torrile, presso Parma. E poi due Oasi in provincia di Udine a Marano Lagunare e alle foci dell’Isonzo.
Durata del filmato 57 minuti, riprese effettuate in parte in qualità full HD e in parte in qualità 4K”.
ATTENZIONE: è necessaria l’iscrizione anche per i soci FAB.
Coordinamento di Cesare Solimbergo
In questa occasione saranno presentate brevi sequenze di immagini o filmati a tema naturalistico, realizzate da vari soci del FAB. Dovrebbe risultarne un incontro ricco di spunti diversificati, che permetterà a più soci di proporre piccoli lavori che, per la loro brevità, non potrebbero costituire argomento per un’intera serata. Avremo così modo di apprezzare la sensibilità fotografica di alcuni nostri Soci e di ammirare le bellezze della natura attraverso le immagini che ci vorranno proporre.
NB: non è ancora disponibile il programma dettagliato della serata con il nome dei partecipanti e il titolo dei contributi che presenteranno
Attirati inevitabilmente dalle piante a fioritura vistosa, tendiamo a volte a non rivolgere il nostro sguardo indagatore verso gli alberi, che pure dominano e caratterizzano in modo vistoso i versanti delle colline e delle montagne, fino a raggiungere il piano alpino. La presentazione vuole essere una carrellata sulle principali specie arboree presenti nella Bergamasca, senza pretese di esaustività, e un piccolo contributo per superare qualche difficoltà nell’identificazione di alcune specie più problematiche.
Alessandro ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua serata:
“La mia passione per la botanica è nata nel corso dei miei studi in Università, a Scienze Naturali, in particolare durante le attività di classificazione sul campo delle specie; ora mi occupo di insegnamento come Professore di Scienze presso il Liceo Scientifico Agnesi di Merate e svolgo attività come “Tecnico ambientale e per attività di monitoraggio degli habitat e della vegetazione”.
La relazione è nata per dipanare i dubbi sulla situazione tassonomica ed ecologica del genere Knautia in Lombardia, vista la diffusa presenza di endemismi e le difficoltà nel loro riconoscimento. Cercherò di chiarire la situazione attuale, con la possibile identificazione di due probabili nuovi taxa. La proposta è stata fatta da me al professor Caccianiga ed è stata supportata dall’aiuto del FAB e del Museo di Scienze Naturali di Brescia”.
Spesso inaccessibili e di nessun interesse pratico, le vegetazioni discontinue delle rupi e dei ghiaioni sono le sole veramente naturali del nostro territorio e ne custodiscono le specie più esclusive, mirabilmente adattatesi a difficilissime condizioni di vita.
Nella prima parte Roberta Ceriani (Coordinatrice delle attività del CFA) ci parlerà del ruolo del CFA nell’ambito dell’Osservatorio per la biodiversità di Regione Lombardia con particolare attenzione sul monitoraggio periodico delle specie in Direttiva Habitat.
Successivamente Jessica Bellingardi (Ricercatrice del CFA) relazionerà sul modo in cui il CFA utilizza i dati acquisiti dal monitoraggio (individuazionedelle priorità di intervento, acquisizione del germoplasma, definizione di protocolli di coltivazione ex situ, interventi di reintroduzione, ecc.) mettendo a fuoco i progetti in corso .
Infine Federico Mangili (Coordinatore Scientifico del FAB) renderà noti i risultati della virtuosa collaborazione tra CFA e FAB e le sue possibili prospettive future.
Prati, pascoli e praterie naturali sono oggi in forte riduzione; apparentemente uniformi, sono in realtà ambienti molto diversi e complessi, anche se in larga misura condizionati dall’uomo. Ospitano una grande varietà di specie, tra le più vistose della nostra flora.
Le zone umide vengono prosciugate o arginate, con grave danno alla naturalità del territorio. Le rive dei corsi d’acqua e dei laghi, gli stagni e le torbiere sono ambienti preziosi, poco frequentati; raramente la loro flora viene osservata con attenzione, ma è tra le più interessanti!
I nostri boschi si differenziano in relazione al clima e al suolo; ormai nessuno è veramente naturale, perché l’uomo li ha profondamente modificati, ma alcuni sono ancora bellissimi e ci lasciano immaginare la straordinaria ricchezza delle antiche foreste
Quanta bellezza ci sfugge perché non la conosciamo?
Imparando a riconoscere le piante apprezziamo la meraviglia che ci circonda e comprendiamo i paesaggi e gli ambienti naturali.
“Ginestra” è un nome evocativo, che immancabilmente fa pensare agli arbusti fioriti di un giallo luminoso nei mesi primaverili. In realtà usiamo definire con questo nome piante solo apparentemente simili ma che appartengono a generi diversi, pur rientrando tutte nella famiglia delle Fabaceae. Nella Bergamasca le vere ginestre (Genista) sono poche! Il maggior numero di specie appartiene al genere Cytisus, ma come distinguerle? Inoltre, spesso i principianti includono fra le “ginestre” anche piante dei generi Coronilla, Emerus, e Ononis!
Alla prova dei fatti, le difficoltà sono tutt’altro che insormontabili, almeno per quanto riguarda le nostre specie.
La relazione tratterà anche degli aspetti più curiosi legati alla biologia e alla storia delle “ginestre”, fin dall’antichità usate in terapia, per tingere tessuti e fabbricare cordami, nonché per impieghi decisamente incredibili … come la produzione dell’oro! Più o meno a ragione, poeti e sovrani si sono ispirati alla simbologia di queste piante, in verità traendone conclusioni contrastanti.
Entro pochi giorni la presentazione sarà scaricabile dal sito internet del FAB, alla sezione Approfondimenti-Riconoscere le specie.
Il Relatore
Ci sono studiosi e appassionati di flora che, pur non vivendo a Bergamo, sono da moltissimi anni nostri Soci. E’ pertanto con grande interesse e tanto orgoglio associativo che seguiremo la serata proposta da Fabrizio Bonali, l’amico cremonese che è tra gli autori dell’ “Atlante corologico della Flora Vascolare della Provincia di Cremona” (gli altri coautori sono il compianto e indimenticabile Franco Giordana, Giovanni D’Auria e Valerio Ferrari). Tale opera, pubblicata alla fine del 2006, era stata presentata al FAB da Franco e Fabrizio nel 2007, in una memorabile e partecipata serata. Successivamente Fabrizio ( in una serata condivisa con Franco nell’ottobre del 2015) ci aveva proposto un’originale relazione su “La natura immaginata”. Va infine segnalato che Fabrizio nel corso degli anni ha offerto frequentemente suoi contributi, sempre di intenso significato, al Notiziario del FAB, Sarà pertanto un vero piacere averlo nuovamente nostro ospite !
La serata
Fabrizio ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
“Molti di voi conosceranno la situazione della pianura padana, così intensamente abitata e coltivata. La provincia di Cremona ne è forse il segno più tangibile, perchè qui i vegetali spontanei trovano sempre meno spazio. L’Atlante corologico pubblicato nel 2006 aveva evidenziato oltre un migliaio di specie, ma diverse, anche protette, con minime popolazioni. Trascorsi 20 anni si ritiene che alcune siano scomparse, come ad esempio Jacobaea paludosa o Nymphaea alba. Fortunatamente altre sono ancora presenti, vedi Butomus umbellatus, Clematis viticella o Trapa natans. Le cause vanno ricercate nella frammentazione degli habitat, nelle normative e nei sostegni troppo scarsi per produrre studi adeguati, nel cambiamento climatico così rapido. La ricerca di questi ultimi anni ha tuttavia permesso di scoprire, seppur in un contesto disarticolato, tre specie nuove per la Lombardia. Una speranza che dovrebbe incoraggiare i nuovi floristi a studiare gli sviluppi ulteriori della biodiversità vegetale, che necessita di vigili e competenti sostenitori”.
Gianantonio è un espertissimo conoscitore del territorio, animato da una vera passione per la flora e spinto da un’insaziabile desiderio di conoscenza, che continuamente lo stimola a nuove esplorazioni e a documentarsi. Inarrivabile è la sua capacità di vedere piante prima mai osservate in luoghi spesso già abbondantemente esplorati nel passato, talvolta apparentemente di scarso interesse. Alcune specie sono state da lui segnalate per la prima volta in Lombardia, guadagnandogli stima e considerazione anche presso botanici e ricercatori professionisti, con i quali è spesso in contatto. Notevolissimo il suo impegno a favore degli habitat naturali del Parco del Serio, purtroppo scarsamente riconosciuto finora e per lui forse fonte più di delusione che di soddisfazione; è grazie al suo stimolo che, dopo un inizio davvero faticoso, ha preso il via la recente collaborazione tra il FAB e il Parco, nella quale riponiamo molte fondate speranze. Riguardo al FAB, quando si tratta di verificare presenze in luoghi inaccessibili, possiamo
sempre contare su di lui. E’ capace di comunicare efficacemente e di coinvolgere le persone con cui entra in contatto, che sempre intuiscono l’autenticità della sua passione. Si tratta di un gradito ritorno a relazionare e molti di noi certamente ricorderanno la sua interessante serata sulle “Scoperte floristiche recenti sul nostro territorio” da lui proposta nell’ottobre del 2017.
Gianantonio ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“Molti fattori rendono il Monte Orfano più unico che raro. Situato a sud del Lago d’Iseo e dell’area morenica della Franciacorta, in posizione allungata da est a ovest, isolato nella pianura, con la differente esposizione dei due versanti e dalla formazione geologica unica. Questi fattori e tanti altri, creano una varietà e una unicità di ambienti tale di avere una diversificata e ricca flora. Non mancano le rarità e e le specie alloctone introdotte dall’uomo. La serata è uno spunto per conoscerlo e un invito per frequentarlo. Offre facili escursioni su percorsi segnalati che permettono di osservare in tutte le stagioni un susseguirsi di fioriture.”
Diana ci ha inviato le seguenti note su come è maturata la sua passione per la Botanica e sul contenuto della sua relazione. “Sono appassionata da sempre di natura, ho iniziato ad approcciarmi alle piante in
maniera scientifica mentre frequentavo la laurea in Scienze Naturali, presso l’Università degli Studi di Milano, stimolata da docenti autorevoli quali i Prof. Caccianiga ed Andreis. Ho iniziato a studiare quali passi seguire per riconoscerle, ho poi scoperto la ricchezza floristica italiana e la complessità dei vari meccanismi che ne sono le cause e sono infine arrivata a cercare le piante nel mio tempo libero per studiare delle aree che frequento, per imparare a determinare sempre più specie o talvolta anche solo per disegnarle e fotografarle. L’entusiasmo per il vasto mondo della botanica mi ha fatto scegliere la flora
alpina come argomento di tesi Magistrale. Ho sempre lavorato a stretto contatto con le piante, mi sono occupata per anni di educazione ambientale per bambini e famiglie ed ho lavorato due estati sulla parte
botanica di un progetto di ricerca sugli insetti impollinatori. Al momento sto per iniziare un lavoro annuale al Parco Nazionale dello Stelvio, in cui mi occuperei però di avifauna, in particolare di grandi rapaci.
In questa serata vorrei illustrare il lavoro svolto durante la tesi per la Laurea Magistrale in Biogeoscienze*: tesi condotta grazie all’enorme contributo del FAB ed in particolare di alcuni suoi membri. La tesi l’ho svolta principalmente nel territorio del Parco delle Orobie bergamasche, area ben nota al FAB. Il mio lavoro ha avuto lo scopo di verificare l’avvenimento di cambiamenti, per alcune vegetazioni, nell’arco di trent’anni”.
*“Monitoraggio del cambiamento climatico alpino: il caso delle praterie a Carex curvula All. in Orobie”
Il Relatore
Il nostro Coordinatore Scientifico ci ha più volte proposto relazioni di grande interesse, con un occhio particolare per il territorio bergamasco e in seguito (soprattutto, ma non solo, per lo studio del genere Androsace) per tutto l’arco alpino. Negli anni Federico ha gradualmente esteso il suo interesse, e in questa occasione non tratterà di flora alpina ma ci introdurrà alla conoscenza dell’ambiente e della flora della meravigliosa Isola di Rodi.
La serata
Federico ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“La serata vuole essere un’introduzione all’ambiente e alla flora dell’Isola di Rodi, oggetto di un viaggio di esplorazione naturalistica nella primavera dello scorso anno. Dalla macchia mediterranea, alle pinete, ai litorali, esploreremo vegetazioni e flora, con un’attenzione particolare per le orchidee, di cui l’isola è particolarmente ricca. Con oltre 70 specie censite, Rodi è ormai da anni una delle mete più gettonate per gli appassionati orchidologi di tutta Europa, soprattutto per la ricchezza di specie del genere Ophrys”.
Enzo, informatico e naturalista, vive a Capo di Ponte (BS). Si è occupato per moltissimi anni di software per la Cartografia Floristica ed ha progettato i maggiori data-base regionali e nazionali per l’imbancamento dei dati floristici. Sarebbe troppo lungo elencare libri, articoli (numerosi anche per il Noiziario FAB), interventi di educazione e promozione della cultura ambientale e botanica, interviste anche televisive, escursioni didattiche e relazioni da lui realizzati. Enzo, che tra l’altro ha regestato con grande pazienza e precisione numerosi erbari storici, da alcuni anni è anche anima e motore del gruppo “Botanica rhaetica”. Il FAB, che è orgoglioso di averlo da molto tempo fra i suoi soci, ha realizzato con la sua collaborazione numerose opere, tra cui non si può certo dimenticare “Flora Vascolare della Lombardia centro-orientale”, pubblicata nel 2012, vero “fiore all’occhiello” del FAB, di cui è stato uno dei principali artefici. Più volte in passato Enzo è stato da noi invitato a tenere relazioni, sempre diversificate e ricche di spunti interessanti ( l’ultima nell’ormai lontano 2016, quando ci presentò il suo libro su “Flora di pregio delle Valli Camonica e di Scalve-Rupi e ghiaioni”).
E’ veramente difficile tracciare con poche righe la figura di Enzo Bona, perché è assai riduttivo parlarne solo come cultore di botanica! Potremmo dire che pochi come lui sanno guardare l’ambiente a 360°, traendone insegnamenti, emozioni e osservazioni preziose da trasmettere agli altri. Non tutti sanno che attorno ad Enzo si muove un’ incredibile rete di collaborazioni culturali che va ben al di là dei confini nazionali e che egli coltiva con grande abilità, sapendo dare e ricevere con una facilità comunicativa e una disponibilità che ha pochi eguali.
La serata
Enzo ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua relazione:
“La comunicazione ha per tema la storia dell’illustrazione botanica riferita alla rappresentazione della rosa nell’arte figurativa, in special modo nei ritratti. Si passano in rassegna affreschi e dipinti dalle origini fino alle moderne tecniche. Alcune annotazioni curiose mostrano come questo fiore sia stato centrale nella storia dell’arte ed abbia accompagnato l’immaginario umano.
Grandi artisti si sono misurati non solo sulla raffigurazione del fiore, ma lo hanno inserito simbolicamente in vari contesti. In sintesi, NON una lezione di Botanica, NON una lezione di Storia dell’Arte, ma un divagare nei secoli con l’attenzione di un naturalista curioso”.
VIDEO EXTRAOROBICA 2023
Il Relatore
Telmo Pievani si è laureato in Filosofia della Scienza a Milano. Ha conseguito un Dottorato in “Biologia evolutiva e filosofia della biologia” all’American Museum of Natural History di New York. Professore associato di Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, vicedirettore del dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”, vicepresidente del corso di laurea in Scienze dell’Educazione, dal 2012 insegna Filosofia delle Scienze Biologiche all’Università di Padova. È direttore di Pikaia, il portale dell’evoluzione, e membro di importanti comitati scientifici, tracui anche BergamoScienza. Collabora con festival della Scienza, riviste e quotidiani. Molto apprezzati e seguiti sono i suoi periodici interventi in Wikiradio/RadioTre. Numerosissime sono le sue pubblicazioni sia come articoli su riviste scientifiche di prestigio che come libri (l’ultimo dei quali è l’oggetto della serata).
La relazione ( clicca su La relazione per l’audio)
La natura è più grande di noi perché ha tempi lunghi, anzi lunghissimi, mentre noi siamo su questo pianeta da duecento millenni o poco più. Come rane in un paiolo che non si accorgono di finire lentamente bollite, abbiamo cambiato la geofisiologia della Terra innescando un riscaldamento climatico che riduce la biodiversità e crea instabilità, migranti ambientali e conflitti per le risorse. La natura è più grande di noi non solo per la diversità di specie nuove di piante e animali che ogni anno scopriamo, ma perché ci sorprende: uno fra i moltissimi virus che da miliardi di anni circolano sul pianeta in poche settimane ha messo in scacco l’organizzazione sanitaria, sociale ed economica del mondo. Telmo Pievani affronta nelle pagine del suo libro un viaggio illuminante, a tratti personale, tra scienza ed ecologia, storia e antropologia, scoperte mediche e avventure zoologiche, storie di strane creature e incontri con donne e uomini straordinari. Un itinerario affascinante fra Antropocene ed era pandemica che spiega perché la natura non fa nulla con un fine e come Homo sapiens non sia in fondo che un ramoscello recente, e fragile, nel grande albero della biodiversità. Se oggi ci aggiriamo come scimpanzé a New York
non è per compimento di un destino, ma per dono della contingenza, alla quale dovremmo essere grati per l’occasione concessa. Perché anche noi siamo natura, anche noi siamo parte di questa avventura evolutiva.
Tra le Solanaceae e l’uomo esiste da tempo immemorabile un rapporto intenso.
Alcune sono stabilmente entrate nelle nostre abitudini alimentari, altre soddisfano bisogni puramente voluttuari, varie ornano i nostri giardini, diverse hanno conosciuto nel passato usi terapeutici, cosmetici o perfino magici.
L’etimologia dei nomi è spesso rivelatrice di questa vicinanza, svelandoci sia la considerazione di cui queste piante hanno goduto che gli antichi utilizzi, talora inappropriati, non di rado altamente rischiosi!
Anche le specie spontanee meritano tutta la nostra attenzione, perché sovente hanno scelto di vivere al nostro fianco, negli ambienti antropizzati e nei coltivi, ma con esiti diversi: accanto a quelle stabili o in espansione, ve ne sono alcune di recente introduzione che tentano di conquistare nuovi spazi, mentre altre appaiono in forte difficoltà.
Dunque una famiglia molto dinamica, comprendente specie che di volta in volta traggono vantaggio o vengono penalizzate dalle pratiche poco attente alla qualità dell’ambiente.
Le specie bergamasche non sono poche, ma il loro riconoscimento è alla portata di chiunque; tuttavia non di rado vengono trascurate, soprattutto quelle che presentano un aspetto dimesso e crescono nei coltivi, a torto ritenute poco interessanti.
Temi della conferenza saranno la storia, le curiosità, la biologia e i caratteri distintivi di queste piante, davvero meritevoli di essere meglio conosciute.
Per motiivi di salute, la prevista conferenza di Enzo Bona “La Rosa: viaggio tra illustrazione botanica e ritratti” non avrà luogo; sarà riproposta in data da destinarsi. A Enzo gli auguri del FAB per una rapida guarigione!
In sostituzione, con grande disponibilità, il socio Giambattista Moroni si è offerto di proiettare alcuni suoi filmati di interesse naturalistico e sulla storia della nostra Associazione.
La Relatrice
Laureata in Scienze Naturali presso l’Università di Milano, Anna Maria copre attualmente il ruolo di Naturalista presso la Riserva naturale di Valpredina, Sito di importanza Comunitaria della provincia di Bergamo gestito dal WWF. Per tale ruolo svolge attività riferite alla gestione e progettazione delle attività dell’Oasi in particolare per quanto riguarda l’educazione ambientale e naturalistica, sia in campo che presso scuole. Sul piano della ricerca è impegnata nel recupero e studio della chirotterofauna del territorio bergamasco. Anna Maria è stata invitata più volte a relazionare al FAB, di cui è socia da molti anni. L’ultima relazione, tenuta nel 2017, fu molto apprezzata ed ebbe come tema “Pipistrelli e piante, una lunga storia d’amore”. Recentemente ha collaborato proficuamente alla stesura del libro del FAB “Il Misma-La flora e gli ambienti naturali, la riserva naturale e l’oasi WWF”, di cui è coautrice insieme a Luca Mangili.
La serata
Anna Maria ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“Sulle tracce del mio taccuino di viaggio, propongo agli amici del FAB l’esplorazione dell’Isola La Palma (Canarie). Le immagini, raccolte lungo i sentieri che ho percorso nell’agosto 2022, raccontano di estese lande vulcaniche in cui occhieggiano le ultime fioriture tardo estive e dei vividi colori delle zone dominate da Pinus canariensis. Di pagina in pagina attraverseremo ambienti diversi e caratteristici, fino all’inattesa sorpresa della foresta a lauirifille, un gioiello dalle infinite gradazioni di verde. Propongo un percorso costellato da specie adattatesi ad ambienti estremi e da endemiti affascinanti, che lasciano il gusto di voler tornare in questa piccola Isola riconosciuta come “Riserva mondiale della Biosfera” nonché “Riserva Starlight”, in cui anche il buio notturno è protetto e favorisce l’attività dei numerosi osservatori astronomici internazionali presenti. Cercherò di ripercorrere e condividere le sensazioni di viaggio impresse sul taccuino di campo che mi ha accompagnata durante il trekking in questa giovane isola vulcanica e durante la salita notturna sul vulcano Teide (3715m s.l.m. – Isola di Tenerife). Sarà un viaggio in luoghi in cui le specie vegetali, così come gli abitanti, fanno i conti con un’ambiente governato da forze potenti ed in continuo mutamento”.
Alberto Bonacina e Carlo Moro, da quando sono in pensione, coltivano insieme la comune passione per la montagna e per i “cammini”. Così Alberto, da moltissimi anni socio del FAB, (di cui è attualmente Consigliere e aiuto-Bibliotecario), ha scoperto che Carlo, avendo lavorato per anni in una legatoria, ha stampato e legato innumerevoli fascicoli del notiziario FAB ; anzi, ne ha tenuto pure qualche numero ! Dunque Carlo conosceva il FAB, per così dire, dall’interno, incuriosito dal mondo dei fiori. Il condiviso interesse per fiori e natura, alimentato dalla competenza scientifica di Alberto (che a lungo ha insegnato Scienze Naturali, negli ultimi anni al Liceo Scientifico di Alzano L.) e dalla passione di Carlo per la fotografia, ha condotto quest’ultimo ad entrare a far parte della famiglia del FAB. Per Alberto si tratta di un gradito ritorno a relazionare al FAB, dopo tanti anni… Alcuni Soci ricorderanno certo la sua relazione, tenuta nel lontano 2011, su “Le infinite creazioni dell’evoluzione biologica”.
I Relatori ci hanno inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della loro relazione:
“Il cammino delle Terre Mutate (= terremotate) è un viaggio a piedi, dunque lento, attraverso territori dove bellezza e tragedia si susseguono ad ogni passo. Le ferite del terremoto del 2016, a distanza di anni, sono ancora profonde, mentre la natura non cessa di stupire il viandante con i suoi paesaggi, i suoi boschi, gli alberi e soprattutto i fiori. Abbiamo percorso la parte di cammino delle “Terre Mutate” tra Norcia e l’Aquila, mentre l’intero itinerario partirebbe più a nord, da Fabriano. Diversamente dalle serate di proiezione basate principalmente sui fiori, il nostro è stato un “cammino”, tra l’altro con tempo meteorologico non sempre felice, per cui le foto sono documentazione del cammino, e quindi ne risulta “una storia”, non un documentario naturalistico. Non mancano i fiori, incontrati proprio sul sentiero (non siamo andati in giro a scovarli, non c’era tempo e non era lo scopo); tuttavia abbiamo trovato numerose orchidee e qualche rarità botanica. Il nostro breve racconto di viaggio, accompagnato da ricordi fotografici, vuol essere innanzitutto un omaggio riconoscente. Incontrare la gente dei luoghi significa ascoltarne il dolore e al tempo stesso ammirare la forza e la determinazione con cui continuano a vivere e a credere in un futuro”.
(
Il Relatore
In passato più volte Gabriele è stato invitato a tenere relazioni al FAB, sempre interessanti e fonti di prezioso arricchimento culturale (l’ultima fu nell’ottobre del 2021 sul tema “L’Orto Botanico di Bergamo è rilevante per la società?”).
La relazione
Gabriele ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua relazione:
“La regione Amazzonica, circa lo 0.5% della superficie terrestre, è fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio climatico regionale e globale, un gigantesco serbatoio di biodiversità con almeno il 13% delle specie descritte sul pianeta.
Sorprendente sotto il profilo naturalistico è anche la Foresta Atlantica Brasiliana, ormai ridotta al 7% della superficie originaria, scalzata dalle colture e dall’urbanizzazione.
Parleremo di questi biomi a partire dall’esperienza diretta da me acquisita in viaggi effettuati nel 1999 e nel 2019 e anche alla luce di alcune osservazioni scientifiche più recenti, che ci invitano a considerare questa regione molto più rilevante e vicina a noi di quanto non si ritenga normalmente”.
Per il FAB l’Orto Botanico Lorenzo Rota costituisce senza alcun dubbio l’istituzione Museale di riferimento e per questo ci auguriamo che la stima reciproca e i solidi rapporti che già esistono siano sempre più fecondi anche in futuro: questa serata sarà quindi un’ottima occasione per rinsaldare antichi vincoli di amicizia e collaborazione.
Mercoledì 27 settembre – h 20.30
Link per il collegamento:
https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m22b81d56f76caad104ba8eed7c062c9d
La sala virtuale sarà accessibile 30 minuti prima dell’inizio; si consiglia di connettersi anticipatamente per verificare che tutto funzioni.
La piattaforma utilizzata è CISCO WEBEX; non è necessario scaricare il software sul PC, è sufficiente cliccare sul link fornito e scegliere di entrare nella sala virtuale tramite il browser.
In sintesi:
• Cliccare sul link (che verrà fornito per ogni videoconferenza)
• Scegliere “Accedi dal browser”
• Inserire il proprio nome su “Nome completo”
• Inserire il proprio indirizzo e-mail su “Indirizzo e-mail”
• Cliccare su “Avanti”
• Nella schermata successiva cliccare su “consenti” per avere la possibilità di usare il microfono per porre domande alla fine delle riunione
• Cliccare su “Avvia riunione”
• Se in punto qualsiasi della procedura venisse richiesta una password digitare FAB2023
Per sperimentare la procedura di accesso è possibile eseguirla anche nei giorni precedenti all’evento; si otterrà una schermata con la scritta:
“È troppo presto per accedere a questa riunione. Riprovare in prossimità dell’ora di inizio pianificata.” che comunque comprova la correttezza del collegamento.
(a cura della Dr.ssa Elena Eustacchio)
Il Relatore
Elena è una giovane entusiasta naturalista che il FAB annovera da anni tra i suoi Soci.
Già nel 2018 era da noi stata invitata a presentare la sua Tesi di Laurea triennale in Scienze Naturali: “La vegetazione dei prati aridi lungo il fiume Serio (Basella, BG) e l’ingresso dell’ailanto”. In seguito Elena ha proseguito i suoi studi e ha conseguito la Laurea Magistrale discutendo la Tesi “Impollinazione di Androsace brevis (Hegetschw.) Ces. (Primulaceae), specie stenoendemica delle Alpi Centrali” avendo come Relatore il Prof. Marco Caccianiga. Attualmente sta per concludere il suo percorso di dottorato presso l’Università degli Studi di Milano. Di grande interesse scientifico è il progetto che Elena sta seguendo, che prevede lo studio delle comunità di visitatori fiorali e di come queste cambiano, sia a seconda dei diversi contesti di gestione del suolo che con l’aumentare della quota. Elena è già stata invitata a tenere conferenze sul tema (anche dagli amici dell’ABB) e di recente ha avuto la grande soddisfazione di vedere pubblicato sulla prestigiosa rivista “Flora” un bellissimo articolo di cui è prima firmataria, che molti Soci FAB hanno letto con grande attenzione, rilevandone con ammirazione la completezza: “Pollen and floral morphology of Androsace brevis (Hegetschw.) Ces. (Primulaceae), a vulnerable narrow endemic plant of the Southern European Alps”.
La serata
Elena ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione: “Quali animali visitano i fiori? Perché lo fanno? Chi tra loro può essere considerato un impollinatore? Durante la serata parleremo delle attività che gli artropodi svolgono sui fiori e come cambiano le comunità di impollinatori a seconda degli ecosistemi presi in esame.”
Come da tradizione dopo la pausa estiva, la ripresa dei nostri “Incontri del venerdì” consiste in una serata in cui i Soci potranno portare immagini digitalizzate da sottoporre all’attenzione dei presenti, tra i quali ci saranno esperti di botanica. Lo scopo di questo incontro è sia di far condividere la bellezza e magari la rarità delle nostre più recenti “scoperte floristiche”, sia di avere, quando possibile, una determinazione delle specie fotografate nel caso in cui non siamo riusciti a classificarle da soli. La serata aprirà una serie di incontri autunnali, come sempre diversificati, che si preannuncia di grande interesse. Il programma dettagliato di questi incontri è consultabile sul sito internet www.floralpinabergamasca.net
ATTENZIONE: NOTE ORGANIZZATIVE
I Soci interessati a proiettare in questa serata loro immagini, dovranno comunicarlo preventivamente entro giovedì 31 agosto a Cesare Solimbergo (cesare@dreamsky.it oppure cell. 3283544532). Le immagini andranno consegnate a Cesare ad inizio serata, e i Soci che gli comunicheranno la loro partecipazione avranno la precedenza su quelli che senza preavviso si vorranno aggiungere all’ultimo momento. Si raccomanda vivamente di non superare 7-8 minuti di proiezione per ogni proposta !! Nessuno si dovrà risentire se trascorso tale termine si sospenderà la sua proiezione per dare spazio ad altri, perché solo in questo modo si potrà garantire a numerosi Soci la proposta e il commento delle proprie immagini.
Il FAB partecipa ufficialmente nella giornata di domenica; la partenza è alle h 9, dal rifugio Capanna 2000. Per essere lì per quell’ora, l’appuntamento è alle 7.45 al parcheggio dell’ex piazzale delle miniere, al termine della strada a pagamento (Oltre il Colle).
A Bergamo, il ritrovo è al secondo distributore di via Cesare Correnti, alle h 6.30
Durata 7-8 h (compresa la salita alla Capanna 2000); dislivello complessivo: circa 600 m.
Per informazioni: Luca Mangili, 035593518 – 3319465986
Coordinamento di Cesare Solimbergo
In questa occasione saranno presentate brevi sequenze di immagini o filmati a tema
naturalistico, realizzate da vari soci del FAB. Dovrebbe risultarne un incontro ricco di
spunti diversificati, che permetterà a più soci di proporre piccoli lavori che, per la loro
brevità, non potrebbero costituire argomento per un’intera serata. Avremo così modo di
apprezzare la sensibilità fotografica di alcuni nostri Soci e di ammirare le bellezze della
natura attraverso le immagini che ci vorranno proporre.
NB: non è ancora disponibile il programma dettagliato della serata con il nome dei
partecipanti e il titolo dei contributi che presenteranno
Presentazione del libro a cura di Aldo Avogadri
IL RELATORE
Da lungo tempo Conservatore e Direttore del Museo Civico di Scienze Naturali “A. Amighetti” di Lovere, di cui costituisce l’anima e la mente, nonché Presidente e Coordinatore del Comitato Scientifico della complementare “Associazione amici del Museo”, Aldo ha al suo attivo un gran numero di opere librarie, di articoli scientifici, di conferenze e di collaborazioni, tese a valorizzare le attività del Museo e a favorire la conoscenza e la salvaguardia in particolare, ma non solo, del territorio in cui vive e lavora.
Il FAB si pregia di averlo da moltissimi anni come suo Socio e di ricordare la grande amicizia che tuttora sussiste con il nostro Gruppo, amicizia che in passato lo aveva fortemente legato al nostro Presidente Fondatore Claudio Brissoni e al Vice-Presidente Onorario Carlo Marconi. Dotato di un’invidiabile cultura naturalistica a 360°e di una spiccata capacità comunicativa in cui sa unire scienza e sentimento, viene da noi periodicamente invitato a tenere relazioni che lasciano sempre il segno nella nostra storia associativa. Molti di noi certamente ricorderanno, tra le altre, la sua ultima serata tenuta nel gennaio 2019 su “La Buca del Corno di Entratico” e quella precedente tenuta nel 2017 su “Luigi Fenaroli e il Parco di Tavernola”.
LA SERATA
Con questa relazione Aldo ci presenterà la sua ultima opera libraria, frutto di un lungo e attento lavoro teso a valorizzare una parte importante del tesoro naturalistico che Lovere, cittadina ricchissima di storia, di monumenti e di opere d’arte, custodisce. Il libro descrive in modo dettagliato il patrimonio arboreo comunale che si specchia nelle acque del lago e che rappresenta un bene prezioso da conoscere e tutelare. La finalità dell’opera è proprio quella di istruire ed educare alla conoscenza di queste meravigliose creature, che con la loro presenza silenziosa accompagnano le nostre giornate e la nostra vita, e che vanno trattate con dignità e rispetto.
PS Aldo porterà alcune copie del libro, che dopo la relazione metterà a disposizione di eventuali interessati al costo di 10 euro.
mercoledì 10 maggio – h 20.45
Link per il collegamento:
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La sala virtuale sarà accessibile 30 minuti prima dell’inizio; si consiglia di connettersi anticipatamente per verificare che tutto funzioni.
La piattaforma utilizzata è CISCO WEBEX; non è necessario scaricare il software sul PC, è sufficiente cliccare sul link fornito e scegliere di entrare nella sala virtuale tramite il browser.
In sintesi:
• Cliccare sul link (che verrà fornito per ogni videoconferenza)
• Scegliere “Accedi dal browser”
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• Inserire il proprio indirizzo e-mail su “Indirizzo e-mail”
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• Nella schermata successiva cliccare su “consenti” per avere la possibilità di usare il microfono per porre domande alla fine delle riunione
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• Se in punto qualsiasi della procedura venisse richiesta una password digitare FAB2023
Per sperimentare la procedura di accesso è possibile eseguirla anche nei giorni precedenti all’evento; si otterrà una schermata con la scritta:
“È troppo presto per accedere a questa riunione. Riprovare in prossimità dell’ora di inizio pianificata.” che comunque comprova la correttezza del collegamento.
Serata di educazione sanitaria
Il Relatore
Giuseppe Falgheri (“Pino” per gli amici) è socio del FAB fin dal lontano 1988, ne è stato a lungo Consigliere e per 12 anni (dal 2000 al 2012) anche Presidente, succedendo in questa carica a Claudio Brissoni . Medico Dermatologo, per 40 anni è stato Responsabile del Servizio di Dermatologia dell’Ospedale Bolognini di Seriate e di quello dell’Ospedale SS Trinità di Romano di Lombardia. Pino nutre fin da bambino una grande passione per la natura di montagna e per i tesori che essa custodisce, in particolare per la sua flora. In passato ha tenuto, non solo per il FAB, numerose relazioni di carattere botanico, spesso attinenti alle proprietà medicamentose o venefiche delle piante. Pino ha anche più volte realizzato, sia per il personale sanitario che per la popolazione, incontri di educazione sanitaria su varie tematiche attinenti la Dermatologia.
La serata
Pino ci ha inviato le seguenti note sul significato della sua relazione:
“Oltre ad una possibile “scottatura solare”, un’esposizione non protetta e ripetuta alle radiazioni UV può determinare, anche a distanza di molti anni, la comparsa di lesioni cutanee sia precancerose che tumorali. Per questo motivo è molto importante fare educazione sanitaria su questo aspetto spesso poco considerato, direi non di rado trascurato, soprattutto in giovane/media età, e insistere sulle misure preventive”.
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Presentazione del nuovo volume
Presentazione del libro a cura dell’Autore
Il Relatore
Michael è nato in Canton Ticino e cresciuto in provincia di Varese. Di professione ingegnere elettronico, attualmente risiede vicino a Zurigo. Michael ha collaborato a diversi progetti botanici: ha fornito dati per “La flora della provincia di Varese” di Paolo Macchi e per il progetto di cartografia floristica secondo quadranti CFCE della Regione Lombardia. È stato tra i primi membri della mailing list “garz.net” e partecipa attivamente ai convegni annuali oltreché a quelli della Società Botanica Italiana. Ha pubblicato diversi articoli sull’ “Informatore Botanico” e in altre riviste scientifiche. Ha collaborato a vari studi sulla flora esotica del Museo di Storia Naturale di Milano e fornito dati e informazioni per la “Checklist della flora vascolare italiana”, per la nuova lista rossa della Svizzera e per la nuova edizione della “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti.
La Serata
Michael ci ha inviato le seguenti note che spiegano come è nata la sua passione per la botanica e il contenuto della serata:
“Fin da bambino mi interessavo di piante, e già a cinque anni facevo il mio primo “giardino segreto” al bordo di un bosco nel nostro paese del Varesotto. Diventando più grande, volevo identificare le piante, ma mi infastidiva il fatto di non riuscire a farlo bene con i libri per bambini che avevo. Più tardi, quando mia sorella studiava farmacia, ho finalmente potuto avere tra le mani un libro suo con il quale veramente si riusciva ad arrivare al nome della piante.Tramite Internet ho poi conosciuto i primi botanici attivi su questo nuovo mezzo di comunicazione e in particolare Franco Giordana, con il quale presto abbiamo deciso di creare una mailing list, garz.net. Infine, durante un incontro dei membri di garz.net svoltosi in una nebbiosa giornata autunnale in un ristorante di Soncino, vidi sul portatile di Enzo Bona l’interessantissimo progetto di mappatura dei quadranti floristici. Subito ho deciso di voler partecipare anch’io, iniziando con la zona intorno a casa nostra. Man mano ho poi esteso lo studio del territorio a tutta l’area tra il Lago Maggiore e il Lago di Como. Il mio obiettivo era di studiare la flora di tutti i quadranti per poter creare carte distributive complete il più possibile. Ho stretto legami con i membri di garz.net, con i pochi botanici della zona, con il Museo di Storia Naturale di Milano e con alcune università. A Vicenza ci siamo incontrati per parecchi anni con botanici e appassionati del Nordest-Italia, per chiarire le diverse problematiche incontrate, e per casi particolarmente difficili ho contattato esperti di diversi generi.
Come risultato finale ho voluto fare un libro con mappe distributive di tutte le specie trovate da me e alcuni collaboratori. Inoltre ho messo una foto ripresa nell’area studiata, l’ambiente di crescita nel territorio e una breve descrizione, in particolare se la identificazione della specie risulta difficile. Un mio amico ha poi aggiunto note sui possibili usi della pianta.
Oltre ad alcune considerazioni generali sulla geologia e il clima, nella mia presentazione illustrerò il mio procedimento di mappatura del territorio. Mostrerò i diversi ambienti e le specie più significative e rare, con particolare attenzione a quelle non presenti nel Bergamasco. La selezione delle specie presentate ne includerà anche alcune non note in passato per il territorio, alcune descritte come nuove per la scienza e alcune esotiche nuove”.
Le specie dei generi Lathyrus e Vicia sono alquanto diffuse sul territorio bergamasco, dalla pianura alla media montagna. Si tratta di piante dall’aspetto elegante, spesso osservate ma facilmente confuse; particolarmente complicato appare districarsi tra le specie del gruppo di Vicia cracca – V. villosa, ma le difficoltà sono minori di quanto sembra a prima vista, e si superano facilmente osservando con la dovuta attenzione pochi caratteri.
Alcune notizie curiose sulla storia e la biologia di queste piante ne completano la conoscenza.
Entro pochi giorni la presentazione sarà scaricabile dal sito internet del FAB, alla sezione Approfondimenti-Riconoscere le specie.
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Giovanni ci ha inviato alcune brevi note sul contenuto della sua relazione, preparata appositamente per gli amici del FAB:
“Fra le mie varie passioni, la botanica e la bibliofilia hanno sempre primeggiato; nella mia biblioteca sono infatti presenti un buon numero di opere botaniche (circa 500) sia antiche che recenti. In particolare il settore opere antiche (con numerosi libri che riguardano la bergamasca) ospita opere appartenenti alla prima metà del XX° secolo e libri di antiquariato. Con questa serata finalmente realizzo un progetto da condividere con gli amici del FAB: non solo invitarvi a vedere la mia biblioteca, ma anche proporvi un breve racconto della Storia della Botanica, compendiato dalla contemporanea proiezione dei frontespizi e di alcune immagini estratte dalle più importanti opere che posseggo”.
PS: si potrà visitare la biblioteca insieme a Giovanni (che abita in via Bronzetti 11, Bg), con numero massimo di 6-8 persone a visita e con prenotazione obbligatoria, iscrivendosi al termine della sua relazione oppure telefonando anche prima alla nostra Segretaria Carmen: le visite sono previste nella giornata di sabato 18 marzo, alle ore 15.30 e alle ore 17. Il parcheggio consigliato è al Supermercato Penny (via Ghislandi 79) che dista dall’abitazione di Giovanni 2 minuti.
FAB-ABB
Gli amici dell’ Associazione Botanica Bresciana, con cui il FAB ha da molti anni stabilito un virtuoso gemellaggio, ci hanno inviato le seguenti note sul contenuto della loro relazione:
“ll nostro viaggio ci porta alla scoperta di un angolo delle Alpi caratterizzato da una straordinaria bellezza e da una notevole varietà del paesaggio. Vertiginose pareti rocciose si alternano a scenari morbidi e grandiosi che si fatica a racchiudere in un solo sguardo: è la valle Stura di Demonte, in provincia di Cuneo. Essa si sviluppa in direzione Est-Ovest e collega in poco più di cinquanta chilometri Borgo San Dalmazzo al Colle della Maddalena (1995 m) per entrare in territorio francese nella provenzale “Vallée de l’Ubaye”. E’ inoltre la più meridionale delle Valli Occitane e separa le Alpi Marittime dalle Alpi Cozie. Questa porzione delle nostre Alpi costituisce uno dei territori più ricchi di biodiversità vegetale, e il contributo più significativo a questo grande patrimonio floristico è garantito dalle Alpi Marittime: se si considera l’intero arco alpino, solo le Alpi Giulie, poste all’estremo opposto della catena, possono reggere il confronto. I motivi di questa straordinaria complessità sono molteplici. Innanzitutto l’estrema propaggine sud-occidentale delle Alpi ha rappresentato un punto d’incontro per le specie più disparate e spiega l’attuale vicinanza tra essenze alpine, subalpine, appenniniche, mediterranee e medioeuropee. Il fattore preponderante di tutta questa biodiversità si deve alla collocazione geografica, in posizione periferica nei confronti delle grandi glaciazioni del Quaternario. Le nostre brevi escursioni ci conducono tra borgate consumate dal tempo, oppure completamente abbandonate, vigilate talvolta da minacciose e silenziose fortezze. Secolari sentieri sapientemente tracciati dai pastori per condurre i numerosi greggi verso le valli del Mercantour ci portano in luoghi davvero unici, praterie alpine, estesi ghiaioni al cospetto d’incombenti pareti dolomitiche e laghetti di un blu da fare invidia a lagune tropicali. Ed è proprio tra queste praterie e ghiaioni, senza tralasciare quella specializzata delle fessure delle rocce, che troviamo una flora ricca di endemiti tipica dei suoli calcarei, talora dei suoli cristallini. Scopriamo alcune rarità comeViola valderia, Viola argenteria, Viola cenisia, Potentilla valderia, Fritillaria tubaeformis subsp. moggridgei, Silene cordifolia, ma i veri gioielli di questo territorio sono certamente Saxifraga florulenta e Berardia subacaulis, che da sole meritano questo viaggio.“
Graziano, Ivana e Matteo
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In questa occasione potremo ammirare nuovamente i meravigliosi disegni di Stefano, Socio FAB da moltissimi anni, che più volte in passato è stato nostro gradito ospite proponendoci sempre argomenti naturalistici originali e di grande interesse. Molti di noi ben ricordano “I rapaci del giorno e della notte” nell’ormai lontano 2011 e soprattutto l’ultima sua relazione tenuta nel maggio 2017 sul tema “Un viaggio lungo la Valle del Brembo”.
Stefano ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
“La serata “TRACCE” ha l’intento di descrivere come in natura si possano avvertire, anche senza vederle direttamente, le presenze di esseri viventi attraverso le “TRACCE” che i nostri sensi possono percepire. Come dico spesso: “quando entri in bosco cammina lentamente e in silenzio osserva, ascolta, annusa, sfiora e se sei sicuro assaggia quello che la natura ti regala!” .
QUI IL VIDEO: https://youtu.be/-mvkY–A4Tk
Cesare e Beppe ci hanno inviato alcune note sul contenuto della serata:
“Finalmente a fine aprile del 2022, dopo due tentativi falliti nel 2020 e 21 causa pandemia, siamo partiti per la Sicilia a caccia di orchidee spontanee, nella speranza di poter immortalare anche la splendida Ophrys lacaitae e il rarissimo abete Abies nebrodensis. Nove sono stati i componenti della spedizione (Cesare Beltrami, Gabriella Gibellini, Francesco Fracchetti e la moglie Bruna, Valentino Pizzamiglio, Giuseppe Ravasio e la moglie Concetta, Cesare Solimbergo e Gino Zambanini) sistemati tutti insieme sul pullmino noleggiato per l’occasione. A Palermo poi si sono aggiunti gli amici bresciani Natale Pasotti con moglie e figlia. Il quarto giorno abbiamo avuto un prezioso appuntamento con l’amico Mario Guccione, esperto orchidofilo del luogo, che per due giorni ci ha accompagnato nei posti “giusti”. Lungo il tragitto del rientro abbiamo fatto una sosta per visitare la reggia di Caserta e gli scavi di Pompei, che alcuni di noi non avevano mai visto.
Venite a questa serata, perché vogliamo farvi partecipi della nostra avventura, dei ritrovamenti floristici fatti e della scoperta di alcuni luoghi davvero affascinanti della Sicilia in primavera !!”.
Luca ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua relazione:
“Gli ambienti naturali della Bergamasca sono straordinariamente ricchi sia per gli aspetti vegetazionali che per quelli floristici, ma la relazione non insisterà tanto su argomenti specialistici quanto sulla bellezza del territorio, spesso misconosciuta ai più, oppure strumentalmente propagandata in modo acritico ai fini di una banale promozione turistica. Ci portiamo nel cuore la meraviglia e l’unicità dei nostri luoghi, ma dobbiamo essere consapevoli che la loro tutela richiede un impegno crescente: la bellezza salverà il mondo, ma troppo spesso è indifesa! In un viaggio immaginario dalla pianura alla dorsale orobica, tra fontanili, boschi, prati e ambienti d’alta quota, verranno proposte alcune delle località e delle specie più suggestive; per alcuni sarà una sorta di “ripasso”, per altri un invito per le escursioni della prossima stagione.”
Venerdì 16 dicembre, alle h. 19.30, ci ritroveremo nella sede di Valtesse per scambiarci gli auguri e trascorrere una lieta serata in compagnia!
Le limitazioni a cui dobbiamo sottostare per l’utilizzo della sala riunioni non ci consentono il buffet sontuoso del periodo pre-covid, ma non resteremo a digiuno!
Inoltre verrà presentata l’escursione extra-orobica del 2023, si svolgerà la lotteria e … ci sarà una sorpresa. NON MANCATE!
Per una memoria visiva dei mutamenti ambientali del territorio bergamasco
Barbara ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
Nel novembre del 2021 sul Notiziario del FAB era stato pubblicato un mio breve articolo: “Fotografare non basta. Per un Archivio Fotografico Digitale del FAB.” Si trattava di un primo passo per promuovere un’iniziativa di sensibilizzazione sull’importanza di organizzare la notevole mole di fotografie prodotte negli anni dai soci. Queste immagini testimoniano non solo la bellezza della flora e della vegetazione degli ambienti della provincia di Bergamo e la passione di chi li ha fissati nei propri scatti, ma anche l’evoluzione dei territori visti attraverso la pluridecennale attività dell’associazione. Quando si dice che un’immagine vale più di mille parole, ciò è vero solo in parte. Senza le parole di chi sa “leggerle” quelle immagini rimarrebbero mute. I botanici per professione o per passione che animano il FAB hanno gli strumenti per descriverle con precisione e competenza. Ecco perché l’incontro del 2 dicembre sarà una serata “interattiva” dove, con la collaborazione del pubblico presente, scopriremo che botanica e fotografia sembrano nate l’una per l’altra e che le fotografie del FAB, se opportunamente organizzate, possono trasmettere contenuti belli ed importanti anche alle generazioni future.
Nel 2023 Bergamo, insieme a Brescia, sarà Capitale italiana delle cultura. Sarebbe utile che nel termine “cultura” ci fosse la consapevolezza che la natura è un Capitale!E il Giusquiamo bianco? Ne parleremo il 2 dicembre”.
Luca ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
Non solo pedicularis!
“Le Pedicularis sono piante di notevole bellezza ma spesso un po’ trascurate e non è raro che vengano scambiate per orchidee dagli appassionati dei fiori alle prime armi. Oltre a evidenti differenze morfologiche le distingue dalle orchidee la tendenza al parassitismo, caratteristica che in tempi recenti ha determinato il loro trasferimento dalle Scrophulariaceae alle Orobanchaceae, unitamente ad altri generi che presentano la medesima propensione. Nel complesso, per quanto riguarda la flora bergamasca, si tratta di un numero limitato di generi e di specie, ed ho pertanto deciso di presentarle tutte nel corso della serata, anche perché per alcune (Parentucellia, Odontites, Bartsia, Tozzia, Lathraea) non si sarebbe più presentata l’occasione; di una qualche complessità è il solo genere Euphrasia, ma molte delle difficoltà che presenta si risolvono quando lo si affronta nel modo appropriato; non verranno trattati i generi Melampyrum e Rhinanthus perché già proposti nel 2017. La presentazione sarà arricchita da alcuni aspetti legati alla storia e alla biologia delle specie e, entro pochi giorni, sarà scaricabile dal sito internet del FAB, alla sezione Approfondimenti – Riconoscere le specie”.
(a cura di Cesare Solimbergo-FAB e Marco Sturla-GOM)
La serata
Sono passati quasi 20 anni da quando, in una memorabile e affollatissima serata che aveva lo stesso titolo di questa, FAB e GOM (associazioni parallele che da molti anni si occupano dello studio e della valorizzazione rispettivamente della flora e dei minerali del nostro territorio e non solo) effettuarono un gemellaggio ufficiale, tra calorose strette di mano e brindisi cordiali ! Ora la serata viene riproposta, e siamo certi che le meraviglie del mondo naturale ci appariranno in tutta la loro misteriosa bellezza, e che fiori e minerali ci sembreranno veramente fratelli !
I due Relatori ci hanno inviato le seguenti note sul significato e sul contenuto di questa serata:
“Per me fotografare la natura ha sempre significato ricercare le espressioni grafiche escogitate dalla Natura nella sua infinita evoluzione. In questa breve sequenza di immagini ho raccolto nella prima parte alcuni disegni, formati dalle inclusioni nelle rocce, dai muschi e dai licheni, e nella seconda parte i piccoli ma splendidi fiori che crescono aggrappati alle nude pareti e tra gli aridi ghiaioni delle nostre montagne. Alla fine della proiezione spero proprio che sarete d’accordo con me che è proprio vero che la fantasia dell’uomo è decisamente limitata se confrontata con quella della Natura” Cesare.
“I minerali in cristalli talvolta giocano con le forme ed i colori, ricordando i fiori e le piante. Abbiamo raccolto alcuni esempi che riteniamo significativi ed affascinanti raggruppandoli sulla base dei principali colori“. Marco
I Relatori
Cesare Solimbergo, vera colonna della nostra Associazione di cui è stato a lungo Consigliere e anche stimato Presidente, da sempre è considerato uno dei fotografi più apprezzati del FAB. Non si contano le immagini e gli articoli che ha fornito per le nostre svariate pubblicazioni e le serate che ci ha proposto.
Marco Sturla, per moltissimi anni Presidente del GOM, per lavoro e per passione si è da sempre occupato di mineralogia, compiendo viaggi di studio in tutto il mondo. Da sottolineare, oltre all’intensa produzione di articoli pubblicati anche su riviste di grande rilievo internazionale, è il suo impegno nel tenere conferenze didattiche soprattutto per le scuole.
Il Relatore (di Daniela Moroni)
Il dottor Roberto Olgiati, nato e residente a Legnano (MI), ha conseguito la laurea in Scienze Naturali all’Università degli Studi di Milano e il diploma di Ispettore Micologo a Trento. Coltiva molteplici interessi naturalistici che spaziano dalla botanica alla micologia, dalla geologia alla mineralogia, senza trascurare florovivaismo, frutticultura e gastronomia, tutti condivisi a suo tempo con la moglie Chiara. È consigliere e attivo socio dell’Associazione Naturalistica Astronomica Antares di Legnano (APS) per cui cura l’attività di Micologia con il servizio di classificazione funghi rivolto al pubblico e l’allestimento di varie mostre di funghi dal vero. Per il Parco Lombardo della Valle del Ticino e il Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate è docente dei corsi di preparazione micologica finalizzati all’ottenimento del tesserino raccolta funghi epigei nelle aree protette. È relatore di conferenze naturalistiche e serate didattiche su svariati temi, nelle quali riesce ad appassionare i presenti grazie al suo entusiasmo e alla sua abilità oratoria. È alla sua prima esperienza libraria, ma sono certa che non sarà l’ultima! Nel volume avrete modo di scoprire Roberto esperto fotografo, che con immagini uniche fissa i molteplici tesori della Natura da ammirare al Gabiet.
La serata
Roberto, che il FAB con orgoglio annovera da molti anni tra i suoi Soci, e che più volte in passato ci ha proposto interessanti relazioni, ha inviato le seguenti note sulla sua serata:
“Ogni volta che osserviamo un fiore in alta montagna, stiamo ammirando un miracolo della Natura, e siamo affascinati dalla forza della vita che concede alle piante alpine di fiorire anche dove potrebbe sembrare impossibile! Il territorio del Gabiet, facilmente accessibile alla testata della Valle del Lys (Gressoney, AO), al cospetto della maestosità del massiccio del Monte Rosa, offre l’opportunità di immergersi in un ambiente di alta quota ricco di biodiversità e caratterizzato da una flora alpina pregevole e variegata. Il volume, oltre ad alcuni capitoli tematici (il Rifugio Gabiet, il lago e le dighe, gli animali delle Alpi, i funghi delle microsilve alpine), descrive in modo accurato la flora del territorio con 296 schede botaniche corredate da una ricca iconografia. Gli itinerari floristici con le relative cartine consentono di aprire lo scrigno delle meraviglie che la flora alpina del Gabiet riserva all’escursionista attento che intende scoprirla a passo corto e lento”. Kalipè ( NdR Kalipè è un termine in uso nelle zone himalayane che viene rivolto a chi si incammina verso le montagne. È un augurio il cui significato è quello di poter “camminare sempre a passo corto, e lento“. )
L’opera presentata (dalla prefazione di Marco De Ambrosis – retro di copertina):
… questo libro cammina nella direzione della passione vera per la Montagna, quella con la emme maiuscola: va letto, sfogliato, osservato, studiato. Perché ogni pagina aggiunge un tassello al mosaico del fascino di questa terra, che non aspetta altro che essere visitata. Per camminare un po’ anche noi, un passo dopo l’altro, nel solco dell’amore per la Montagna, con la capacità di stupirci, per farci rapire dal fascino della natura unica di questo territorio così ricco di biodiversità della Valle del Lys. Guardando nella stessa direzione, quella che Roberto, con Chiara, ha voluto tracciare. Qui, al Gabiet …
QUI IL VIDEO: https://youtu.be/kf3xSacG3qk
La Relazione
Sergio ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione.
La comparsa delle piante con fiori (angiosperme), circa 140 milioni di anni fa, ha modificato drasticamente la superficie del pianeta, condizionando la successiva evoluzione delle piante e degli animali (angiosperm terrestrial revolution). Già Darwin aveva parlato di “abominevole mistero”, riferendosi in modo specifico all’improvvisa comparsa delle angiosperme e alla loro veloce radiazione su tutto in pianeta in forme notevolmente diversificate. Questo per sottolineare il suo disappunto per un fenomeno che sembrava essere in contrasto con la sua teoria evolutiva che prevedeva un processo lento e graduale. Da allora sotto il nome di “abominevole mistero” sono andati a finire tutti i problemi irrisolti che hanno tormentato e tormentano tuttora gli specialisti e che riguardano il periodo e la regione terrestre di comparsa delle angiosperme, l’antenato con semi dal quale si sono originate e la tempistica della comparsa e della diffusione di tutti i caratteri distintivi che caratterizzano il gruppo (angiospermizzazione). Le analisi molecolari degli ultimi decenni hanno chiarito la posizione sistematica e le relazioni di parentela dei taxa basali all’interno dell’albero evolutivo delle angiosperme, ma non hanno ancora risolto la maggior parte dei problemi sopra riportati. Sono necessari sia nuovi ritrovamenti di fossili, sia nuove analisi molecolari integrate ai dati sui fossili per cercare di apportare nuove conoscenze in grado di diradare “l’abominevole mistero”.
Giambi ci ha inviato le seguenti note sulla sua serata:
“La Scozia è sicuramente una méta interessante per chi voglia realizzare un viaggio turistico che offra spunti e interessi sotto molteplici aspetti. Dalle città con un grande passato, ricchissime di monumenti ed edifici storici ben conservati ma anche di quartieri moderni con architetture avveniristiche, dai villaggi medioevali, ben conservati, dalle abbazie e chiese ricchissime di opere d’arte, ai musei, ai cimiteri suggestivi con le loro croci celtiche in pietra, e poi ville, parchi e castelli. Suggestivi villaggi di pescatori ma soprattutto una natura ricca e territori vasti dove la presenza dell’uomo non è praticamente avvertita. Nel video documentario (46 minuti) verrà presentato solo questo aspetto, soltanto la Scozia più selvaggia, quella delle lande desolate, delle scogliere a picco sul mare con le loro colonie di animali marini e la presenza discreta delle foche. Alla natura selvaggia è stato dedicato gran parte del tempo del nostro viaggio in Scozia. Siamo andati alla ricerca delle insenature segnate dall’alternanza delle maree, dei fiumi dove ci si aspetta di assistere alla risalita dei salmoni. E poi le cascate, le forre profonde e i boschi rigogliosi. L’uomo è quasi assente ma rappresentato sul territorio dagli animali al pascolo. Ci sono laghi e torbiere con paesaggi naturali di grande suggestione, e poi una fauna ricca e varia e una flora interessante. Alcune sorprese floristiche sono dovute a un clima particolare che ha favorito la diffusione in natura di specie esotiche introdotte a scopo ornamentale. Non mostrerò dunque le fabbriche di birra o le distillerie di whisky; solo un’immersione completa nella natura, dalle coste scozzesi, segnate spesso dalla presenza di ruderi di antichi castelli, alle terre alte e alle affascinanti isole di Sky e di Mull.“
Presentazione del libro
I Relatori
Il Gruppo Floristico Massara prende il nome da Giuseppe Filippo Massara, considerato il vero “padre” della botanica valtellinese, ed è costituito da alcuni floristi appassionati che da tempo operano nella provincia di Sondrio con studi e ricerche finalizzate alla conoscenza del mondo vegetale locale e alla realizzazione di una nuova e aggiornata “Flora del sondriese”. Il Gruppo ha, per ora, una struttura del tutto informale, e utilizza come base il Museo civico di Storia Naturale di Morbegno, dove viene conservata una collezione d’erbario che raccoglie esemplari di flora locale e dove vengono periodicamente svolti incontri e attività divulgative.
La serata si svolgerà “a più voci” e speriamo che, oltre a Roberto Ferranti e a Roberto Piazza, anche altri autori dei testi del libro (che sono stati scritti da Roberto Ferranti, Roberto Piazza, Matteo Barcella, Gabriella Bianchi e Gilberto Parolo) possano essere presenti.
NB Segnaliamo che alla fine della serata sarà possibile acquistare il libro a prezzo di favore e anche per questo ringraziamo gli “amici valtellinesi”.
La relazione
Roberto Ferranti ci ha inviato se seguenti note sul contenuto della relazione:
“La provincia di Sondrio, in modo forse sorprendente ma nemmeno così inatteso, ha svelato negli ultimi anni nuovi e importanti ritrovamenti floristici. Se in taluni casi si tratta di specie non sempre desiderate, come le tante nuove alloctone che progressivamente stanno ampliando la loro area di “invasione” geografica nei nostri territori, in altri casi le novità riguardano invece piante di pregio o di assoluta rarità, a volte non solo in ambito provinciale, ma anche regionale o addirittura nazionale. È stato il caso, ad esempio, di Dracocephalum ruyschiana, D. austriacum, Gentianella carinthiaca e Gentiana prostrata, mai rinvenute prima in Lombardia, e di Draba ladina, nuova per il territorio italiano. La grande eterogeneità degli ambienti e dei paesaggi che caratterizzano la Valtellina e la Valchiavenna, non ancora del tutto esplorati, spiegano certamente questo costante arricchimento del loro patrimonio botanico, ma ciò è anche frutto delle ricerche attive sul territorio che, pur con alti e bassi, sono state e continuano ad essere effettuate da un gruppo di appassionati, aggregatosi in un gruppo informale denominato “Gruppo Floristico Massara” in onore di Giuseppe Filippo Massara, vero “padre” della floristica sondriese.
In attesa di una nuova “Flora” completa a livello provinciale, lavoro lungo e complesso che richiederà ancora molto tempo prima della sua redazione, il Gruppo Floristico ha comunque sentito la necessità di stilare un primo bilancio, seppur parziale, di queste ricerche, con una selezione preliminare di quelle che attualmente possono considerarsi specie rare o rarissime per il territorio sondriese, veri “Tesori nascosti”, integrando dati recenti e pregressi/remoti sulla distribuzione e la consistenza dei loro popolamenti. Ma l’obiettivo era anche quello di presentare questi dati in una pubblicazione che avesse carattere divulgativo e che fosse accessibile anche a chi non “mastica” troppo di botanica. Pertanto, pur mantenendo l’assoluta rigorosità scientifica delle informazioni fornite, si è scelto un formato che fosse “maneggevole” ed una presentazione sintetica impreziosita da buone fotografie. Da un lato, quindi, l’opera è finalizzata a conoscere sempre meglio le valenze botaniche sondriesi, invitando e stimolando soprattutto i locali a valorizzare il proprio territorio, e dall’altro vuole offrire un contributo ad un eventuale e necessario aggiornamento delle “Liste Rosse” locali. Ma al di sopra di tutto resta il piacere di offrire a chiunque sia botanico appassionato o professionista la possibilità di sfogliare pagine scritte da chi condivide la stessa passione per la flora, che, grazie anche alle fotografie presentate, rimane la protagonista indiscussa del libro.”
Come da tradizione dopo la pausa estiva, la ripresa dei nostri “Incontri del venerdì” consiste in una serata in cui i Soci potranno portare immagini digitalizzate da sottoporre all’attenzione dei presenti, tra i quali ci saranno esperti di botanica. Lo scopo di questo incontro è sia di far condividere la bellezza e magari la rarità delle nostre più recenti “scoperte floristiche”, sia di avere, quando possibile, una determinazione delle specie fotografate nel caso in cui non siamo riusciti a classificarle da soli. La serata aprirà una serie di incontri autunnali, come sempre diversificati, che si preannuncia di grande interesse. Il programma dettagliato di questi incontri è consultabile sul sito internet www.floralpinabergamasca.net
ATTENZIONE: NOTE ORGANIZZATIVE
I Soci interessati a proiettare in questa serata loro immagini, dovranno comunicarlo preventivamente entro giovedì 1 settembre a Cesare Solimbergo (cesare@dreamsky.it oppure cell. 3283544532). Le immagini andranno consegnate a Cesare ad inizio serata, e i Soci che gli comunicheranno la loro partecipazione avranno la precedenza su quelli che senza preavviso si vorranno aggiungere all’ultimo momento. Si raccomanda vivamente di non superare 7-8 minuti di proiezione per ogni proposta !! Nessuno si dovrà risentire se trascorso tale termine si sospenderà la sua proiezione per dare spazio ad altri, perché solo in questo modo si potrà garantire a numerosi Soci la proposta e il commento delle proprie immagini.
IN VIDEOCONFERENZA
Link di accesso
https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my it/j.php?MTID=m10504b7d13e7b212639041ac10f0edfb
SCARICA LA DELEGA
La sala virtuale sarà accessibile 30 minuti prima dell’inizio dell’assemblea; si consiglia di
connettersi anticipatamente per verificare che tutto funzioni.
La piattaforma utilizzata è CISCO WEBEX; non è necessario scaricare il software sul PC, è sufficiente cliccare sul link fornito e scegliere di entrare nella sala virtuale tramite il browser.
In sintesi:
• Cliccare sul link (che verrà fornito per ogni videoconferenza)
• Scegliere “Accedi dal browser”
• Inserire il proprio nome su “Nome completo”
• Inserire il proprio indirizzo e-mail su “Indirizzo e-mail”
• Cliccare su “Avanti”
• Nella schermata successiva cliccare su “consenti” per avere la possibilità di usare il microfono per porre domande alla fine delle riunione
• Cliccare su “Avvia riunione”
• Se in punto qualsiasi della procedura venisse richiesta una password digitare “fab2022”
Per sperimentare la procedura di accesso è possibile eseguirla anche nei giorni precedenti all’evento; si otterrà una schermata con la scritta:
“È troppo presto per accedere a questa riunione. Riprovare in prossimità dell’ora di inizio pianificata.” che comunque comprova la correttezza del collegamento.
Ulteriori dettagli verranno forniti all’inizio dell’assemblea.
In questa occasione saranno presentate brevi sequenze di immagini o filmati a tema naturalistico, realizzate da vari soci del FAB. Dovrebbe risultarne un incontro ricco di spunti diversificati, che permetterà a più soci di proporre piccoli lavori che, per la loro brevità, non potrebbero costituire argomento per un’intera serata. Avremo così modo di apprezzare la sensibilità fotografica di alcuni nostri Soci e di ammirare le bellezze della natura attraverso le immagini che ci vorranno proporre.
NB: non è ancora disponibile il programma dettagliato della serata con il nome dei partecipanti e il titolo dei contributi che presenteranno.
Il Relatore
Germano è stato per moltissimi anni il nostro Coordinatore Scientifico, e tutti all’interno del FAB ne conosciamo la statura umana e la grande cultura. Non si contano le iniziative da lui promosse per favorire la crescita culturale del Gruppo, e numerose sono state le interessanti relazioni che ci ha proposto durante le “Serate scientifiche del FAB” e gli “Incontri del venerdì” (l’ultima nel dicembre 2018 su “Interazioni tra roccia e flora orobica”).
La serata
Germano ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“Il lavoro è iniziato su sollecitazione di Enzo Bona, a seguito di un analogo lavoro per il bacino superiore del fiume Oglio. Sollecitati dalla crisi ambientale, che sta assumendo un rilievo sempre maggiore anche per ambienti delicati quali sono le aree umide, abbiamo analizzato le informazioni contenute nella banca dati, per offrire un quadro generale delle nostre conoscenze sulla flora igrofila e per ricavarne valutazioni sullo stato degli ambienti. Abbiamo utilizzato come griglia di analisi non i quadranti previsti dalla Cartografia Floristica Centro-Europea (CFCE) ma i territori comunali, convinti che le amministrazioni locali siano più che mai bisognose di informazioni utili a una gestione del territorio che sia attenta a salvaguardare le aree umide, anche se di minor importanza quanto a estensione. Se i dati vengono analizzati accorpandoli in ambiti territoriali più vasti, incardinati su bacini idrografici o su una fisiografia omogenea, è possibile offrire anche alle amministrazioni di livello più elevato (Comunità montane e Provincia) spunti di riflessione meno generici.”
Il Relatore
Danilo Pedruzzi è Socio del FAB fin dai tempi della sua fondazione e con tanto rimpianto ama sempre sottolineare e ricordare la grande amicizia che lo legava al nostro Presidente e Fondatore Claudio Brissoni. Fotografo professionista da poco pensionato, Danilo ha più volte proposto serate agli amici del FAB. Molti di noi ricorderanno l’originale e memorabile relazione tenuta nel 2006, dal titolo “Viaggio stenopeico”. E come non menzionare le immagini proposte nel 2013 durante l’incontro “Floriade gallery” e nel 2018 con “NATURA: di sé medesima pittrice”? Numerose sono poi le mostre, anche di livello internazionale, in cui ha mostrato con successo sue immagini, frutto di una lunghissima e particolare ricerca fotografica, che non di rado ritraggono ambienti naturali e fiori, ottenendo importanti consensi e attestati di stima. Negli anni scorsi Danilo ha anche organizzato esposizioni fotografiche a Bonate Sotto, luogo in cui abita e ha a lungo lavorato, invitando autorevoli artisti di spicco del settore. In questa occasione però Danilo ci proporrà immagini di tipo completamente diverso, di ricerca botanica più che fotografica, risultato di una costante e appassionata frequentazione del suo amato territorio.
La serata
Danilo ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“Fino a quando ho lavorato come fotografo professionista, ho avuto poco tempo da dedicare alla ricerca botanica, la mia passione da sempre. Da pensionato è cambiato tutto, perché negli ultimi anni ho potuto frequentare con assiduità e conoscere meglio in ogni stagione il territorio in cui da sempre vivo. In particolare, ho scoperto la straordinaria biodiversità e la ricchezza floristica dei magredi del Brembo, che (tranne l’isolotto) sono raggiungibili da casa mia a piedi in pochi minuti. Constatare la grande quantità di specie vegetali lì presenti è stata davvero una piacevole sorpresa, che con piacere vi farò condividere. La maggior parte del lavoro per realizzare questa proiezione è stato fatto negli ultimi tre anni, e solo alcune immagini risalgono agli anni precedenti.
La presentazione sarà a carattere stagionale, dalle prime fioriture fino ad una nevicata di fine anno.”
La serata
Angiolino ci ha inviato le seguenti note sul significato della sua proiezione:
“Da bambino, già uscendo di casa ero a contatto con la natura, con la quale avevo un rapporto giocoso. Allora si raccoglievano ciclamini, narcisi, dafne, margherite, gigli, e per la maestra ellebori d’inverno e orchidee in primavera. Erano tempi cosi, poi venne la consapevolezza che era meglio osservarli, capirli, fotografarli. A vent’anni acquistai il mio primo libro di flora. Ero in valle d’Aosta, e cominciai a conoscere i nomi dei fiori e a cercare di capire come vivono e come sopravvivono in certi ambienti spesso inospitali.
Nonostante impegni lavorativi e familiari, ho poi sempre rubato il tempo per cercare nuovi fiori di montagna, e per sentire sempre di più nuove emozioni.
Spero proprio con questa rassegna di immagini, tutte degli ultimi due anni, di riuscire a condividere con voi questi sentimenti. Io non credo che i fiori parlino o siano intelligenti, ma credo invece che sentano l’ambiente che li circonda e che con esso interagiscano. Attraverso forme, colori e profumi, i fiori non sono certo evoluti per fare piacere a noi, ma per integrarsi nell’ambiente, per vivere, riprodursi, evolvere. Comunque le piante e in particolare i fiori, senza saperlo, con la loro bellezza e la loro voglia di vivere sono in grado di donarci emozioni, di farci star bene, e quindi anche migliorare la qualità della nostra vita. Dobbiamo solo allenarci ad “ascoltare” questi segnali non sillabati, che però sono in grado di far sorgere in noi momenti di piacere e, perché no, di benessere.
Per questo l’uomo dovrebbe avere più attenzione verso la Natura.
Spezzare questo rapporto significa anche spezzare un po’ della nostra vita”.
Locandina dettagliata del corso di Botanica
Dai fontanili della pianura, dove cresce Myosotis scorpioides, fino al crinale orobico impreziosito dallo splendido Eritrichium nanum, le Boraginaceae sono numerose e presenti ovunque, in vari ambienti naturali o antropizzati. Incontrarle è facile, e il loro riconoscimento non presenta particolari difficoltà, con l’eccezione delle specie appartenenti al genere Myosotis, al quale occorre prestare un po’ di attenzione. Nei secoli passati alcune, non sempre a ragione, sono state apprezzate piante medicinali o tintorie, particolarità ancora oggi ricordata negli epiteti (officinale/is, tinctoria) del nome scientifico. Tra i vari motivi d’interesse per queste piante, sono singolari alcuni aspetti della loro biologia riproduttiva, fra cui il caratteristico viraggio dal rosa al blu-violaceo della corolla, facilmente osservabile da chiunque. Come sempre la presentazione sarà scaricabile dal sito internet (in approfondimenti, riconoscere le specie) entro alcuni giorni. |
Il nostro Coordinatore Scientifico propone un tema di grande interesse, portando alla nostra attenzione un particolare gruppo di specie che solitamente non consideriamo in modo adeguato.
“Le Alpi Centro-Orientali Lombarde hanno da sempre attratto l’attenzione di floristi e botanici per via del loro incredibile patrimonio di specie endemiche, unico nel panorama alpino. Questa attenzione si è da sempre concentrata sugli endemiti delle Prealpi calcareo-dolomitiche, ma un piccolo gruppo di specie endemiche si trova invece a suo agio sulle catene alpine caratterizzate da rocce acide. Durante la serata presenteremo alcune di queste specie, con particolare riferimento ad Androsace brevis, vero e proprio gioiello delle alte quote”.
Link per il collegamento:
https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m401f146cd97fae6398aeff5881730193
Il Relatore
Ex-ricercatore all’Università degli Studi di Pavia, presso cui aveva conseguito il Dottorato di ricerca (PhD) in Ecologia Sperimentale e Geobotanica nel 2004, Gilberto lavora adesso a Bellinzona come “Collaboratore scientifico in ecologia applicata e ingegneria dell’ambiente presso Oikos”. Egli ha al suo attivo, oltre ad una pregressa e intensa attività didattica in ambito accademico, numerosissimi articoli pubblicati su riviste di prestigio anche internazionali, comunicazioni scientifiche anche come Relatore a convegni nazionali e internazionali, numerose relazioni a scopo formativo e divulgativo presso Enti e Associazioni, partecipazione a Progetti di grande rilevanza scientifica (con esperienza lavorativa anche all’estero come in Austria, Francia, Spagna, Svizzera e Canada). Da alcuni anni è anche Direttore del Giardino botanico Orobie (Parco Orobie Valtellinesi). Va segnalato che da tempo Gilberto è socio attivo del “Gruppo Floristico Massara” che, oltre a svolgere attività esplorativa della flora del territorio della provincia di Sondrio per poterne rimappare le specie e la loro distribuzione geografica, inserisce i dati nel grande database in cui confluiscono anche quelli del FAB. Tra le principali linee di ricerca di Gilberto, un ruolo di rilievo ha sempre occupato lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici sulla flora alpina, proprio il tema trattato in questa serata.
La relazione
Gilberto ci ha mandato le seguenti note sul contenuto e sul significato della serata:
“I cambiamenti climatici sono diventati (finalmente) oggetto di discussione quotidiana. Per le piante è solo una nuova sfida, tra le tante che già hanno dovuto affrontare. Quando, infatti, durante le ultime grandi glaciazioni un’enorme calotta glaciale copriva buona parte delle Alpi fino ad oltre 2000 m di quota e si spingeva fino alle regioni nordiche, la flora alpina non disponeva certo di un contesto ambientale migliore. L’obiettivo di questa presentazione è quello di mostrare alcuni esempi, anche locali, di come la flora alpina stia reagendo ai cambiamenti in atto, evidenziandone gli effetti positivi e quelli negativi, non dimenticando di analizzare, in modo obiettivo, il ruolo e i risvolti sulla specie umana”.
Il Relatore
Giampiero Valoti è nato a Nembro ed ha a lungo insegnato nella scuola dell’obbligo. Grande conoscitore e studioso della storia della nostra provincia, coltiva interessi che vanno dai temi sociali e del lavoro a quelli della cultura materiale e della tradizione alimentare, dallo studio dell’etnologia a quello della natura locale. Su questi argomenti ha pubblicato numerose monografie e saggi. Brillante divulgatore, ha saputo sviluppare col tempo un proficuo rapporto di collaborazione col Museo Etnografico “La Torre” di Comenduno. Ha collaborato inoltre a varie iniziative dell’Orto Botanico “Lorenzo Rota ” di Bergamo tra cui la realizzazione del volume “Le nostre erbe. Piante alimentari spontanee” (Bergamo, 1996). Ha curato l’allestimento del MUPIC, il Museo delle pietre coti della Valle Seriana, aperto a Nembro nel dicembre 2007. Numerosi gli incontri da lui realizzati ottenendo sempre grande apprezzamento, tra cui anche diversi corsi per la Terza Università. Non possiamo dimenticare le sue due precedenti serate al FAB, realizzate la prima nell’ottobre 2014 su “Campo, orto e erbe spontanee nella cucina tradizionale bergamasca”, e la seconda nel 2019 su “La gelsi bachicoltura nelle nostre terre” ( tema sul quale ha prodotto il libro “Caalér). In questa serata ci presenterà la sua ultima opera, e sarà certo un’occasione di arricchimento della mente e del cuore, per ricordare, per non dimenticare le nostre radici !!
La relazione
Giampiero ci ha inviato le seguenti note sulla sua serata:
“Vi siete mai chiesti quanti giorni cova una gallina, o quanto dura la gravidanza di un’asina, oppure quali erano nella nostra terra gli usi terapeutici dell’aglio, o quando e come le patate sono giunte nel Bergamasco, o che cos’era lo “scoppietto” di sambuco, trastullo dei ragazzi, oppure quali erano gli usi alimentari tradizionali dei cavoli o come si produceva l’olio di noci, quale fu l’origine della diffusione nella nostra terra della vite americana o Isabella, o a cosa servivano i flessibili “stroppelli” del salice, chi erano i “talpini”, o quali erano le operazioni per la coltivazione del lino e la preparazione delle tele di quella pregiata fibra tessile? Troverete risposte nella relazione che vi ho preparato e che vi esporrà sinteticamente i contenuti della mia ultima pubblicazione: Piante e animali del mondo contadino bergamasco (Bergamo, Lubrina Bramani, 2020). Questo libro prende in esame il rapporto che si è instaurato lungo i secoli tra l’uomo,da un lato, e le piante e gli animali che hanno accompagnato la sua esistenza, dall’altro. Ho trasfuso in queste pagine tutte le mie conoscenze in materia, frutto di esperienza diretta e nello stesso tempo supportate da fonti scritte locali e nazionali, oltre che su vive testimonianze dei bergamaschi di ieri”.
PS a fine serata per i Soci FAB sarà possibile avere copia del libro a prezzo di favore.
Il nostro Coordinatore Scientifico propone un tema sempre gradito a tutti i cultori della botanica, molti dei quali hanno visto nascere il loro interesse per la flora dei nostri luoghi proprio appassionandosi alle orchidee spontanee.
“Piante affascinati e uniche, le orchidee da sempre attraggono botanici e semplici appassionati, alla ricerca delle loro forme e colori. Anche il gruppo FAB non fa eccezione a questa regola, e fin dalla sua fondazione si è dedicato alla ricerca ed alla catalogazione delle specie di orchidee presenti in provincia di Bergamo con particolare attenzione. La presentazione illustrerà le specie censite ad oggi nella nostra provincia, la loro distribuzione aggiornata (confrontandola con quella passata), la loro ecologia… ed anche come partecipare alla ricerca!”
Link per il collegamento:
https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m9b53a7c3e35e7059159127c87e20da18
Il Relatore
Gabriele Galasso, Curatore della sezione Botanica del Civico Museo di Storia Naturale di Milano, ha al suo attivo, oltre a numerosissimi articoli botanici pubblicati su prestigiose riviste del settore, anche alcune opere librarie. Tra esse ci piace ricordare il volume “La flora esotica lombarda”, edito nel 2010, di cui Gabriele è co-autore insieme ad Enrico Banfi: molti soci del FAB possiedono e consultano questo libro anche durante le loro uscite sul campo. Quello di Gabriele è un gradito ritorno al FAB dopo molti anni: infatti la sua ultima relazione per noi fu tenuta nel 2007 col titolo “Fiori di marciapiede”. Negli anni ’90 ci relazionò più volte su “Monti e fiori dell’Alta Ossola”, “Il genere Gentianella” e “Flora urbana a Milano dal 1700 ad oggi”. Va infine segnalato che da anni Gabriele è Direttore Responsabile del periodico del Gruppo Botanico Milanese “Pagine botaniche”.
La serata
Gabriele ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
“La globalizzazione e i cambiamenti climatici in atto, sono alla base di un processo ormai di rilievo planetario, divenuto macroscopico agli occhi di tutti. Si tratta della diffusione, o spesso di una vera e propria “invasione”, di specie viventi in aree geografiche diverse e spesso lontane da quella di origine, e perciò definite “esotiche” o “aliene”. Il fenomeno delle invasioni biologiche coinvolge anche i vegetali e avviene con l’introduzione deliberata o clandestina di specie opportuniste, che si diffondono soprattutto in habitat che l’uomo ha già alterato, privandolo delle sue “difese” naturali. Dalla storia delle specie antropogene fino al processo oggi incontrollabile di bioglobalizzazione, la serata vuole offrire un quadro attuale della situazione, anche attraverso alcuni esempi specifici, e invita a una riflessione sull’impatto che questo problema ha sulla biodiversità intorno a noi”.
Il Relatore
Nell’ambito dell’amicizia e del gemellaggio che da anni proficuamente ci lega con gli amici dell’ ABB (Associazione Botanica Bresciana), svolgono un importante ruolo di condivisione della passione e della cultura naturalistica le serate che gli amici bresciani periodicamente ci propongono. In questa occasione saranno nuovamente nostri ospiti graditissimi i coniugi Matteo e Ivana Solimando. Abbiamo ancora negli occhi la loro proiezione dell’aprile 2019, con cui ci resero partecipi di uno straordinario viaggio nella Kamtchatca e con questa serata potremo ammirare immagini su un loro recente viaggio nella lontana Mongolia.
Matteo e Ivana da sempre amano la natura e i viaggi, e ad essi dedicano buona parte del loro tempo libero. Va sottolineato che Matteo in passato, oltre ad avere al suo attivo numerose impegnative ascensioni sull’arco alpino di cui alcune oltre i 4000m, ha anche ricoperto il ruolo di Accompagnatore del CAI di BS (di cui è stato anche Consigliere).
Per l’ABB (di cui pure in passato è stato Consigliere, ma non dimentichiamo che da parecchi anni è anche socio del FAB !!) egli svolge un ruolo attivo in particolare per l’organizzazione delle escursioni floristiche e, grazie alla sua abilità fotografica, per la proposta di serate a sfondo naturalistico e di réportages di viaggi in paesi anche molto lontani!
La serata
Matteo e Ivana ci hanno inviato le seguenti note sul contenuto della serata:
“Tra tutti i luoghi del mondo che abbiamo visitato, alla Mongolia spetta sicuramente la definizione di “libera”. Libera non solo per i grandi spazi, ma perché, pur mantenendo antiche tradizioni, i mongoli sono mirabilmente aperti al “diverso”. Allo stesso modo la religione, sebbene presente e sentita, non è così forte e condizionante come in altri popoli. L’impressione che abbiamo avuto è che la loro spiritualità vada oltre i templi e le religioni, e che abbia un respiro molto più ampio, ampio come la maestosità della natura che li circonda, che li nutre, li riscalda e li protegge. Certamente il nostro viaggio non è stato dei più facili, migliaia di kilometri percorsi, lunghe attese negli attraversamenti doganali, strade non sempre nelle condizioni migliori, con lunghi tratti polverosi e interminabili cantieri. Poi le soste per la notte, in immensi e squallidi parcheggi tra centinaia di camion….eppure questo viaggio ci ha regalato forti emozioni ! Un itinerario che ci ha introdotto in secolari culture mitteleuropee come Varsavia, Mosca oppure città euroasiatiche come Kazan, Ekaterinburg, Novosibirsk. Le estese pianure russe, l’attraversamento della catena degli Urali, convenzionalmente confine geopolitico fra Europa e Asia, la sterminata taiga siberiana di pini e betulle con fastidiose nuvole di zanzare e infine il placido lago Bajkal che ci ha fortemente affascinati, facendo passare in secondo piano la fatica di questi primi venticinque giorni. Dopo quasi 9.000 km percorsi, ecco finalmente il confine della Mongolia. Ancora pochi kilometri ci separano da Ulaanbaatar (Ulan Bator), la capitale, dove ci attendono alcuni giorni di riposo. La tranquilla vita mongola ci avvolge pienamente in Piazza Sukhbaatar, ed è qui che trascorriamo alcuni momenti di allegra serenità tra la gente. Non mancano di certo le visite di musei e di sontuosi templi buddisti. Pochi giorni ed eccoci a bordo di potenti fuoristrada a solcare piste polverose, diretti a Sud in direzione del deserto del Gobi Centrale. Attraversiamo territori immensi e desertici, qua e là qualche accampamento di pastori nomadi con le loro greggi e alcuni cammelli. In questa porzione di Mongolia le montagne non sono molto elevate, ma non per questo sono meno affascinanti. Singolari formazioni rocciose come i monti Gurvan Saikhan si alternano ai profondi e misteriosi canyon della valle di Yoliin Am. Sono però le grandi dune di Khongoryn Els a regalarci il più spettacolare trionfo della natura. Proseguendo, il deserto cede il passo alle verdi praterie dell’Orkhon Valley National Park, dove alloggiamo nelle Gher di un accampamento dalle antiche tradizioni pastorali nomadi. Per molti secoli, infatti, la valle di Orkhon è stata vista come la sede del potere imperiale delle steppe. Torniamo in tempo a Ulaanbaatar per assistere alla festa del Naadam, un’occasione per percepire l’autentico folklore mongolo. Si tratta della festa nazionale più importante e celebre della Mongolia. Al termine della scenografica manifestazione ritroviamo i nostri camper, ci aspettano altri 9.500 km sulla strada che ci ricondurrà a casa…..”.
IN VIDEOCONFERENZA ore 20,45
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IL RELATORE
Fin dagli anni ‘60 Sandro ha coltivato la passione per la natura di montagna, prestando sempre particolare attenzione non tanto alla méta che normalmente si fissa per un’escursione, quanto agli ambienti naturalistici attraversati lungo il percorso, e in modo particolare alla varietà di vegetazione osservata. Sandro ama ricordare gli insegnamenti ricevuti da due grandi Naturalisti di quegli anni: il compianto Severino Viola esperto di piante e funghi e il dott. Egidio Tagliabue, esperto di piante, sempre pronti a fornire i caratteri distintivi delle specie. Da questi due maestri ha avuto preziosi consigli sui testi più adatti per riconoscere le specie. I campioni utilizzati per le determinazioni li ha spesso conservati essiccati, ammontano a qualche migliaio e sono archiviati nel Museo di Storia Naturale di Milano. Va sottolineato che Sandro coltiva anche passione e interesse per lo studio della Briologia e della Micologia. Iscritto al CAI dal 1966, egli è tra l’altro membro storico della prestigiosa “Commissione Scientifica Giovanni Nangeroni”. Da moltissimi anni è Socio della SBILO e dal 1985 del GBM, di cui è considerato una vera “colonna”. Infatti per questo Gruppo ha ricoperto importanti cariche istituzionali, collabora alla stesura del Periodico (di cui è Coordinatore editoriale dal 2000 e per il quale ha prodotto numerosi articoli), ha tenuto numerose relazioni, ha fatto da accompagnatore a numerose escursioni giornaliere e anche organizzato “Settimane botaniche” in numerose località dell’arco alpino. Certamente per il FAB è motivo di grande orgoglio associativo avere come ospite e Relatore una figura di prestigio del GBM, gruppo che condivide col FAB molti fini statutari.
LA RELAZIONE
Sandro ci ha inviato le seguenti note sulla sua relazione:
“La serata tratterà la flora della Maiella, rilevata durante un’escursione svolta nel 1998 con un caro amico ora mancato. Il tragitto parte dal Rifugio Pomilio a quota 1950 m, raggiungibile in auto, e prosegue alla base del colle del Block Haus su facile sentiero. Attraversando Sella Acquaviva si sale verso la cresta del M. Focalone, e poi fino alla vetta del M. Amaro (2793m), la cima della Maiella, contraddistinta da un bivacco color rosso di forma cupoliforme. Nel percorso si possono osservare numerose e rare specie endemiche delle alte cime abruzzesi come: Androsace mathilde, Leontopodium nivale, Adonis distorta …”.
Il nostro Coordinatore Scientifico aprirà l’annata degli “Incontri del venerdì” del 2022 trattando un genere di piante molto amato dagli appassionati di flora alpina, in una serata che si preannuncia di grande interesse. Già nel marzo del 2015 Federico tenne al FAB un’apprezzata relazione in cui ci presentò alcuni personali “Studi preliminari su autoecologia e corologia di Androsace brevis, e suoi rapporti con le congeneri alpine”. Verificammo gli sviluppi dei suoi studi su un fiore così nobile e prezioso nel novembre 2017 con una nuova relazione su “ Ricerche e nuove scoperte su Androsace brevis”. Negli anni Federico ha poi esteso il suo interesse, sconfinando dal territorio bergamasco su tutto l’arco alpino, e in questa occasione ci farà conoscere meglio un genere di fiori giustamente considerati come veri gioielli della flora di montagna.
La relazione
Federico ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“La serata tratterà delle piante del genere Androsace, uno dei più rappresentativi della flora alpina, noto a tutti gli appassionati e, per questo, al centro di numerose interessanti ricerche effettuate negli ultimi anni. Vi parlerò dell’origine di queste piante sulle Alpi, della loro biogeografia, e passerò in rassegna le diverse specie presenti, con un occhio di riguardo al contesto bergamasco”.
Cari soci,
purtroppo, le norme precauzionali vigenti (obbligo di mascherina, distanziamento obbligatorio e confezionamento delle singole porzioni) non consentono lo svolgimento della nostra tradizionale festa natalizia, sempre molto partecipata e ben riuscita grazie al generoso contributo di molti.
Se nel frattempo non interverranno restrizioni, alle 20.30 di venerdì 17 dicembre ci ritroveremo comunque in sede, per scambiarci gli auguri.
Nell’occasione, grazie ai filmati di Giambattista Moroni, ricorderemo l’amico Mario Valoti e rivivremo i bei momenti dell’escursione extra-orobica in Carnia; inoltre verrà presentata l’escursione extra-orobica del 2022 (sorpresa!).
IMPORTANTE: non portate dolci o bottiglie, portate un pensiero o immagini da condividere in amicizia!
Vi invito a partecipare numerosi!
Il presidente
LUCA MANGILI
(con il supporto di Cesare Beltrami e Valentino Pizzamiglio)
Il relatore
Beppe Ravasio è un grande appassionato di fiori ed anche un ottimo fotografo (sue foto compaiono in molti calendari e opere librarie del FAB). Socio storico, per moltissimi anni Consigliere, vera colonna della nostra Associazione, Beppe ha meritoriamente collaborato alla ricerca scientifica (preziosissime sono state ad esempio le sue segnalazioni sulle orchidee bergamasche) e ha frequentato come pochi il nostro territorio, anche in alta montagna, con il preciso intento di studiarne e documentarne i fiori presenti. Beppe ha sempre amato condividere sul campo la passione che nutre per il mondo della natura e dei fiori in particolare, e questo lo ha spesso spinto ad effettuare, insieme ad altri amici appassionati, vere e proprie “spedizioni” in varie parti d’Italia, con lo scopo di ricercare fiori rari e di frequentare ambienti ai più poco noti. A questo proposito ricordiamo la splendida relazione proposta nel lontano 2008 insieme a Virginio Rota “A caccia di fiori in Sardegna”. Negli ultimi anni si sono spesso uniti a Beppe altri amici, tra cui anche Cesare e Valentino che hanno fornito prezioso supporto per la realizzazione di questa serata.
La serata
Beppe ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato di questa serata:
“Ho cominciato ad inseguire queste meraviglie della natura con la nascita del FAB, nel lontano 1987. Poi ho continuato la ricerca, dapprima a livello provinciale e in seguito, dal 1998, a livello nazionale con alcuni amici e con Paolo Grünanger, che ha contribuito ad aiutarmi con il suo prezioso supporto scientifico e con precise segnalazioni delle località di ritrovamento a livello nazionale. Nel susseguirsi degli anni si sono uniti a questa splendida ricerca Cesare e Valentino, con grandi soddisfazioni. Abbiamo fatto molte uscite con diverse persone locali che ci hanno guidato, altrimenti senza di loro non avremmo sicuramente individuato alcune specie. Uno degli aiuti più importanti lo abbiamo sicuramente ricevuto da Luciano Bongiorni, che dobbiamo ringraziare davvero tanto. In questa proiezione verranno presentati 29 generi di orchidee, 131 tra specie e sottospecie e alcuni ibridi”.
(videoproiezione con sottofondo musicale)
Il relatore
Da alcuni anni Gianfranco, di cui sono note la grande abilità fotografica e la passione per la Natura, viene invitato a tenere relazioni e videoproiezioni naturalistiche alla cui realizzazione collabora anche la moglie Elena. Memorabile è stata la serata che propose al FAB nell’ottobre 2013 su “Flora e fauna delle zone umide bresciane” in cui ben risaltarono l’entusiasmo e il sentimento che guidano la sua ricerca naturalistica,
La serata
Gianfranco ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e il significato della sua proiezione:
“Andare per monti non significa solo conquistarne la vetta, ma anche saper osservare i vari aspetti che la natura ci offre. Il respiro dell’anima descrive i vari ambienti nelle quattro stagioni con lo sguardo di chi ama la natura. Luoghi che fanno dimenticare la frenesia quotidiana, che risanano sia la mente che il corpo e che fanno gioire alla vista di un nuovo fiore, di un animale inaspettato o di un cielo stellato”.
Questo “Incontro del venerdì”, molto atteso, cementa ulteriormente il virtuoso rapporto di collaborazione e di condivisione di intenti che da molti anni sussiste tra ABB e FAB.
Giambi ci ha inviato le seguenti note sul contenuto di questa videoproiezione
“Il filmato è stato realizzato con la collaborazione di giovani castanicoltori operanti nella media Val Seriana e grazie all’apporto assai stimolante di Franco Innocenti, curatore del Museo Etnografico di Comenduno di Albino ed esperto di storia del mondo contadino, nonché autore di “CASTAGNI E CASTAGNE IN VAL SERIANA Storia e tradizione”.
A partire dalle interviste a lucidi anziani si scopre il ruolo di assoluto rilievo che la castagna in passato ha avuto per la società contadina e si approfondiscono i sistemi di conservazione delle castagne, che hanno consentito di renderle un elemento determinante dell’alimentazione contadina per gran parte dell’anno, e per le famiglie proprietarie di castagneti un’importante fonte di reddito.
Sono inoltre considerati altri importanti prodotti che il castagneto fornisce per l’economia contadina, in particolare la legna, che ha avuto e ha numerosi utilizzi.
Viene poi considerata la cura del castagneto da frutto che prevede il rinnovo del castagneto sia attraverso la pratica di diversi tipi di innesto, per garantire lo sviluppo di alberi delle migliori qualità sui fusti resistenti di castagni selvatici, sia periodici interventi di potatura delle piante.
Vengono anche illustrate le attività delle associazioni costituite dai castanicoltori con convegni, attività didattiche, visite guidate e sagre.
Una doverosa attenzione viene poi dedicata agli elementi naturali che rendono l’ambiente del castagneto particolarmente ricco e suggestivo agli occhi di ogni appassionato della natura del nostro territorio.
La castanicoltura ha avuto un ruolo importantissimo nel passato, ha un presente significativo… avrà un futuro?
Molte persone ed in particolare molti giovani prestano sempre maggiore attenzione a uno stile di vita diverso da quello frenetico della società dei consumi, si cerca un ritorno alla natura, all’autenticità nel legame con il territorio, a produzioni agricole a basso impatto ambientale, alla genuinità dei prodotti e a una maggiore socialità e solidarietà nei rapporti con le persone.
Le attività agricole nei territori come i nostri e fra queste la castanicoltura, anche dove non praticate come attività principale, possono per questo offrire delle nuove opportunità…”
Luca ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata :
“Comuni dalla pianura alle quote alpine, le viole sono una presenza familiare delle nostre escursioni, dal tardo inverno all’estate inoltrata; frequentano i boschi, le praterie e i macereti d’alta quota, dove i loro fiori discreti sono talvolta copiosissimi.
Confonderle è facile, soprattutto se non si osservano con la dovuta attenzione alcuni caratteri un po’ sfuggenti, ma che una volta appresi si rivelano di grande aiuto per la determinazione delle specie: mettevi alla prova dalla prossima primavera!
Inoltre, le viole vantano un’origine che affonda nel mito, presentano una struttura e una biologia fiorale singolari, ricorrono a ingegnosi sistemi di disseminazione e annoverano numerose entità endemiche, particolarità che le rendono straordinariamente interessanti!”
Il Relatore
Sergio Sgorbati ha insegnato a lungo come Professore Ordinario di Botanica Generale presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, anche come Responsabile del Laboratorio di Botanica. Al suo attivo ci sono numerose opere librarie e pubblicazioni, su riviste scientifiche nazionali e internazionali (di alcune delle quali è anche Referente). Legato al FAB da antico spirito di amicizia e di collaborazione, viene da noi spesso invitato a tenere relazioni su tematiche ricche di stimoli e di grande interesse: tra le tante, iniziate nel lontano 2001 con una memorabile relazione su “L’analisi genetica delle popolazioni di Puya raimondii” ricordiamo quelle sui Supramonti sardi, sulla flora dell’Etna, sull’origine delle piante coltivate, sull’Amazzonia peruviana, sul Brasile e sulla Patagonia, frutto di numerosi viaggi in America meridionale, un continente che Sergio ha nel cuore.
La serata
Sergio ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
“Nella fascia tropicale le Ande costituiscono la catena più alta del pianeta e il maggior hotspot di biodiversità (45000 specie di piante vascolari di cui 20000 endemiche). Situata nel Perù settentrionale, la Cordillera Blanca costituisce la parte più elevata della catena andina tropicale, con 26 cime che superano i 6000 metri, 712 ghiacciai e 434 lagune. Un censimento della flora compresa entro i confini del Parco dell’Huascaràn, che comprende le maggiori cime della Cordillera Blanca, annovera 799 specie di piante vascolari al di sopra dei 3500 m di quota, appartenenti a 399 generi e 104 famiglie. Un aspetto interessante di questa flora è sicuramente dovuto alla sua bellezza inserita in uno scenario paesaggistico incomparabile e ai numerosi adattamenti morfo-funzionali per sopravvivere in un ambiente così severo. Altrettanto interessanti sono alcune osservazioni biogeografiche: a mano a mano che ci si alza di quota, i generi appartenenti a famiglie della flora neotropicale gondwaniana, preponderanti alle quote inferiori, diminuiscono fino a scomparire; le poche specie che riescono a sfidare gli stress delle maggiori altitudini (oltre i 4500-4700 m) appartengono quasi esclusivamente a generi di famiglie cosmopolite o laurasiane, queste ultime tipiche delle zone temperato-fredde dell’emisfero settentrionale. Purtroppo, questo meraviglioso ambiente di alta quota delle Ande tropicali, unico al mondo, è a rischio di scomparsa a causa del rapido cambiamento climatico in atto”.
(Direttore dell’Orto Botanico L.Rota)
Gabriele ci ha inviato la seguente nota sul significato della sua relazione:
“Il focus di questo incontro è l’Orto Botanico di Bergamo ‘Lorenzo Rota’ a quasi 50 anni dalla fondazione (1972), un traguardo che, al di là delle celebrazioni, sarà l’occasione per una riflessione di senso. Di fatto gli orti botanici sono istituzioni museali che interfacciano il pubblico e il Regno delle Piante, sono aperti alla società e ai suoi bisogni, che cambiano nel corso del tempo. L’invito a riflettere se si è rilevanti per la società è del BGCI – Botanic Garden Conservation International, una delle maggiori organizzazioni cui aderiscono gli orti botanici a livello globale”.
Il Relatore
Andrea Oldrini è un grande appassionato di botanica che da molti anni si occupa personalmente della cura e della coltivazione di una collezione di piante piuttosto ampia e varia, composta da cactus, succulente, tillandsie, bonsai, orchidee e molte altre specie rare ed insolite. Questa sua passione lo ha portato nel corso del tempo a studiare e ad approfondire numerose tematiche a sfondo botanico, e a soffermarsi sia sulle tecniche colturali, sia su una serie di curiosità e di altre nozioni che riguardano il mondo vegetale. Oltre alla coltivazione, Andrea ama molto anche l’aspetto divulgativo, e ormai da diversi anni tiene corsi, conferenze, laboratori ed escursioni in grado di stimolare interessi su fiori e piante presso numerose Associazioni e Istituzioni lombarde. Ben ricordiamo le sue apprezzatissime serate tenute al FAB nel 2016 sulle piante carnivore, nel 2018 sui bonsai, e nel giugno scorso sulle “piante con una storia da raccontare”!!
La serata
Andrea ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato di questa serata:
“La particolare ed inaspettata situazione che, volenti o nolenti, tutti noi stiamo vivendo a causa della pandemia da COVID-19, può suscitare, in chi ama la botanica, la curiosità di sapere se anche nel mondo vegetale le malattie delle piante abbiano mai condizionato il corso degli eventi e la vita. Raccolti andati distrutti e carestie alla base di guerre o di migrazioni, sono solo alcuni esempi di cosa generarono queste patologie (oggi diamo per scontata la disponibilità di cibo, ma, nei tempi passati bastava un’annata di raccolti mancati per creare delle vere e proprie calamità). Curiosando un po’ “a spasso nel tempo” andremo a vedere i fattori che hanno contribuito a determinare talune situazioni che abbiamo studiato sui libri di scuola. Oltre a ciò, parleremo anche di casi meno drammatici ma comunque assai interessanti. Ad esempio, vi sareste mai immaginati che, prima di essere raffinati intenditori di tè, gli inglesi erano stati grandi estimatori di caffè ? e che la loro specializzazione è la conseguenza di una malattia fungina (la ruggine del caffè) che colpì e devastò le coltivazioni nei domini coloniali? Queste e molte altre situazioni saranno al centro della nostra chiacchierata e, senza svelarvi altro, per ora vi saluto!”
Come da tradizione dopo la pausa estiva, la ripresa dei nostri “Incontri del venerdì” consiste in una serata in cui i Soci potranno portare immagini digitalizzate da sottoporre all’attenzione dei presenti, tra i quali ci saranno esperti di botanica. Lo scopo di questo incontro è sia di far condividere la bellezza e magari la rarità delle nostre più recenti “scoperte floristiche”, sia di avere, quando possibile, una determinazione delle specie fotografate nel caso in cui non siamo riusciti a classificarle da soli. La serata aprirà una serie di incontri autunnali, come sempre diversificati, che si preannuncia di grande interesse. Il programma dettagliato di questi incontri è consultabile sul sito internet www.floralpinabergamasca.net
ATTENZIONE: NOTE ORGANIZZATIVE
I Soci interessati a proiettare in questa serata loro immagini, dovranno comunicarlo preventivamente entro giovedì 2 settembre a Cesare Solimbergo (cesare@dreamsky.it oppure cell. 3283544532). Le immagini andranno consegnate a Cesare ad inizio serata, e i Soci che gli comunicheranno la loro partecipazione avranno la precedenza su quelli che senza preavviso si vorranno aggiungere all’ultimo momento. Si raccomanda vivamente di non superare 7-8 minuti di proiezione per ogni proposta !! Nessuno si dovrà risentire se trascorso tale termine si sospenderà la sua proiezione per dare spazio ad altri, perché solo in questo modo si potrà garantire a numerosi Soci la proposta e il commento delle proprie immagini.
In videoconferenza.
In questa occasione saranno presentate brevi sequenze di immagini o filmati a tema naturalistico, realizzate da vari soci del FAB. Dovrebbe risultarne un incontro ricco di spunti diversificati, che permetterà a più soci di proporre piccoli lavori che, per la loro brevità, non potrebbero costituire argomento per un’intera serata. Avremo così modo di apprezzare la sensibilità fotografica di alcuni nostri Soci e di ammirare le bellezze della natura attraverso le immagini che ci vorranno proporre.
NB: non è ancora disponibile il programma dettagliato della serata con il nome dei partecipanti e il titolo dei contributi che presenteranno
LINK DI ACCESSO:
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IN VIDEOCONFERENZA ore 20:45
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Il Relatore
Andrea Oldrini è un grande appassionato di botanica che da molti anni si occupa personalmente della cura e della coltivazione di una collezione di piante piuttosto ampia e varia, composta da cactus, succulente, tillandsie, bonsai, orchidee e molte altre specie rare ed insolite. Questa sua passione lo ha portato nel corso del tempo a studiare e ad approfondire numerose tematiche a sfondo botanico, e a soffermarsi sia sulle tecniche colturali, sia su una serie di curiosità e di altre nozioni che riguardano il mondo vegetale. Oltre alla coltivazione, Andrea ama molto anche l’aspetto divulgativo, e ormai da diversi anni tiene corsi, conferenze, laboratori ed escursioni in grado di stimolare interessi su fiori e piante presso numerose Associazioni e Istituzioni lombarde. Ben ricordiamo le sue apprezzatissime serate tenute al FAB nel 2016 sulle piante carnivore e nel 2018 sui bonsai !!
La serata
Andrea ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato di questa serata:
“Chi si avvicina al mondo delle piante, prima o poi ne rimarrà sicuramente colpito. La perfezione dei meccanismi che regolano il funzionamento dei vegetali, le strategie di sopravvivenza, oppure i colori e l’incanto di una fioritura sono solo alcuni degli esempi che si possono citare a proposito di aspetti che non mancano di lasciare a bocca aperta. Se già tutto ciò, per un appassionato, crea interesse anche attorno alla pianta dall’apparenza più insignificante, rimarremo letteralmente ancor più stupefatti ed affascinati quando mai scoprissimo che questa porta con sé tradizioni, aneddoti, storie, miti e leggende”.
In videoconferenza ore 20:45
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PASSWORD: fab2021
I Relatori
Matteo Barcella è planiziale di origine ma montanaro nell’anima, e ha seguito la sua passione per il mondo naturale conseguendo la Laurea in Scienze della Natura. Durante il Dottorato ha approfondito le proprie conoscenze su prati e pascoli montani non solo dal punto di vista floristico ma anche gestionale. I temi centrali dei suoi studi e delle sue attività lavorative sono incentrati sulla Direttiva Habitat, includendo l’individuazione, la gestione e il monitoraggio degli Habitat. Per tali ragioni si definisce un “vegetazionista” e non un florista. Tuttora coniuga la sua attività lavorativa intervallata tra didattica in Università e libera professione con il suo amore per la natura che anche durante una semplice passeggiata domenicale palpita inesorabile.
Gabriele Gheza è in parte lomellino e in parte camuno. Da sempre innamorato della natura lombarda in tutte le sue affascinanti manifestazioni, ha incentrato proprio su questo argomento il suo percorso di studi, che durante la laurea in Scienze della Natura lo ha portato ad approfondire in particolare i licheni, che costituiscono tuttora il suo principale interesse scientifico sia per professione che per passione (vi ha addirittura dedicato un intero blog: https://lichenidilombardia.home.blog/).
I due Relatori collaborano da anni nello studio delle praterie aride di bassa quota e delle brughiere, ambienti preziosi per la biodiversità ma fortemente minacciati, oggetto del progetto Life Drylands, per il quale entrambi lavorano attualmente (https://www.lifedrylands.eu/).
La serata
Matteo e Gabriele ci hanno inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della loro relazione:
“Durante la serata presenteremo le peculiarità delle praterie aride della pianura lombarda, tutelate a livello europeo dalla Direttiva Habitat, sottolineandone in particolare il grande valore per la biodiversità (non solamente vegetale), le minacce che stanno portando alla loro scomparsa e le possibili soluzioni gestionali che sarebbe opportuno adottare per cercare di conservarle. Sarà un’occasione per scoprire delle particolarità insospettate, come l’esistenza di antiche dune sabbiose dell’entroterra sopravvissute all’antropizzazione del territorio padano, la discesa di piante alpine fino alle basse quote lungo le valli fluviali, l’esistenza di comunità di licheni terricoli ignorate dai più ma fondamentali per lo svolgimento di dinamiche che supportano interi ecosistemi. L’auspicio è che questa serata possa invogliare a conoscere meglio e ad apprezzare degli ambienti generalmente poco considerati e spesso ritenuti, a torto, di scarso valore naturalistico”.
In videoconferenza ore 20.45
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Eventuale Password: fab2021
Il Relatore
Brianzolo di nascita, Roberto vive a Triuggio (MB), e fin da bambino frequenta la Valmalenco, dove da sempre trascorre la bella stagione nella baita di famiglia. In quegli splendidi ambienti montani ha imparato ad apprezzare tutto quello che ruota attorno al mondo alpino, dai valori naturalistici alle antiche tradizioni. Avvicinatosi al mondo naturalistico con la micologia, Roberto ha successivamente sviluppato una grande passione per la flora alpina, che gli ha consentito di conoscere un’altra Valmalenco, diversa da quella “solo escursionistica”. Unendo e sviluppando poi la passione per la fotografia floreale, il suo percorso è proseguito nel migliore dei modi, ed oggi con gli amici del Gruppo Floristico Massara contribuisce a portare avanti l’infinito lavoro di osservazione e censimento delle piante in provincia di Sondrio e non solo.
La serata
Roberto ci ha inviato le seguenti note sulla sua relazione;
“Nella serata che ho preparato sottoporrò alla vostra attenzione diverse specie di piante alpine, presenti dal fondovalle fino al margine dei ghiacciai, con schede descrittive riassuntive della pianta ma soprattutto riportando la loro distribuzione all’interno del territorio Malenco. Vi proporrò anche curiosità su presenze ancora da accertare sulla base di osservazioni nei territori limitrofi. La serata vuole essere più che altro una “chiacchierata” senza particolari scopi scientifici, dove illustrerò ciò che io e gli amici del Gruppo Floristico Massara abbiamo scoperto, grazie anche al grande tesoro di segnalazioni storiche.”
Serata gemellaggio ABB-FAB in videoconferenza ore 20:45
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Eventuale Password: fab2021
Nell’ambito dell’amicizia e del gemellaggio che da anni proficuamente lega il FAB con gli amici dell’ ABB (Associazione Botanica Bresciana), svolgono un importante ruolo di condivisione della passione e della cultura naturalistica le serate che gli amici bresciani periodicamente ci propongono. In questa occasione saranno nostri ospiti graditissimi Fausto Camerini e Matteo Solimando. che ci proporranno splendide immagini delle montagne che circondano il lago di Garda e dei tesori botanici che custodiscono.
I Relatori
Fausto Camerini da sempre nutre una grande passione per la montagna. Ha effettuato innumerevoli escursioni su tutto l’arco alpino ed in particolar modo nelle Alpi Occidentali e nel gruppo dell’Adamello, di cui è profondo conoscitore. Ha al suo attivo numerosi viaggi in Sudamerica per trekking ed ascensioni nelle Ande Ecuadoriane, Peruviane e Cilene. E’ iscritto dal 1990 all’Ordine dei Giornalisti e collabora con il quotidiano Bresciaoggi con rubriche fisse ed articoli vari su temi legati alla montagna, all’alpinismo e all’ambiente in generale. Collabora inoltre con articoli e fotografie a numerose riviste del settore e grazie alla sua abilità oratoria e fotografica tiene spesso proiezioni e conferenze.
In veste di scrittore ha pubblicato numerosi libri di montagna, tra cui ne ricordiamo alcuni legati a questa serata: “Il Garda verticale: alpinismo, escursionismo, arrampicata sportiva” (2001 e poi ristampato l’anno seguente con il titolo “Il Garda verticale” per Zetabeta editrice), “Sentieri sul Lago di Garda. Le tre sponde: lombarda, trentina, veneta” (2011- Iter edizioni), “Prealpi Bresciane” (2015) e “Prealpi Gardesane occidentali” (2018) pubblicati da Idea Montagna Edizioni. Va sottolineato che nel 2004 Fausto ha anche pubblicato il volume “Prealpi Bresciane” nell’ambito della prestigiosa collana “Guida ai Monti d’Italia” del CAI-TCI.
Matteo Solimando da sempre ama la natura di montagna e ad essa dedica gran parte del suo tempo libero. Abile fotografo, più volte in passato ci ha proposto serate a sfondo naturalistico e spettacolari reportage di viaggi in luoghi anche lontani, in cui ha sempre dato grande risalto agli aspetti botanici. Profondo conoscitore dell’ambiente montano, Matteo ha effettuato innumerevoli escursioni su un po’ tutto l’arco alpino, spesso accompagnato dalla moglie Ivana, e sempre con il desiderio di fare condividere attraverso le sue immagini le esperienze vissute,
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L’Assemblea annuale – elettiva è indetta in prima convocazione alle ore 07.00 e in seconda e ultima convocazione alle ore 20.45 di venerdì 26 marzo 2021; restando in vigore, a quella data, le attuali restrizioni anti-covid 19, compreso il divieto di riunione, l’assemblea si svolgerà in videoconferenza (vedere le informazioni per l’accesso).
Come previsto dal nuovo Statuto, dopo la validazione del quorum (in seconda convocazione il 10% degli iscritti comprese le deleghe), si procederà all’elezione di un segretario che redigerà il verbale e lo firmerà unitamente al Presidente.
La Segretaria avrà cura di inserire al punto 3 dell’O.d.G. formali richieste di intervento che i Soci eventualmente interessati dovranno farle pervenire entro il 24 marzo 2021.
Si rammenta che, a norma di Statuto, per partecipare a pieno titolo all’Assemblea occorre aver provveduto al versamento della quota associativa per il 2021.
È ammesso il voto per delega (con il nuovo Statuto 2 per ogni votante); per ragioni organizzative le deleghe devono essere comunicate alla segreteria entro il 24 marzo 2021.
ORDINE DEL GIORNO
1 Relazione del Presidente sull’attività svolta nell’anno sociale 2020
2 Relazione del coord. scientifico sull’attività scientifico-culturale del 2020
3 Eventuali interventi dei soci
4 Presentaz. e votazione del bilancio consuntivo per l’anno sociale 2020
5 Presentazione e votazione del bilancio preventivo per l’anno sociale 2021
6 Presentazione delle candidature alla carica di consigliere e proboviro
7 Elezione dei consiglieri
8 Elezione dei probiviri
_______________________
La sala virtuale sarà accessibile 30 minuti prima dell’inizio dell’assemblea; si consiglia di connettersi anticipatamente per verificare che tutto funzioni.
La piattaforma utilizzata è CISCO WEBEX; non è necessario scaricare il software sul PC, è sufficiente cliccare sul link fornito e scegliere di entrare nella sala virtuale tramite il browser.
In sintesi:
• Cliccare sul link (che verrà fornito per ogni videoconferenza)
• Scegliere “Accedi dal browser”
• Inserire il proprio nome su “Nome completo”
• Inserire il proprio indirizzo e-mail su “Indirizzo e-mail”
• Cliccare su “Avanti”
• Nella schermata successiva cliccare su “consenti” per avere la possibilità di usare il microfono per porre domande alla fine delle riunione
• Cliccare su “Avvia riunione”
• Se in punto qualsiasi della procedura venisse richiesta una password digitare “fab2021”
Per sperimentare la procedura di accesso è possibile eseguirla anche nei giorni precedenti all’evento; si otterrà una schermata con la scritta
“È troppo presto per accedere a questa riunione. Riprovare in prossimità dell’ora di inizio pianificata.” che comunque comprova la correttezza del collegamento.
Ulteriori dettagli verranno forniti all’inizio dell’assemblea.
Giambattista, che più volte in passato ci ha fatto condividere i suoi sempre interessanti filmati, ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
GLI ATTREZZI DEL LAVORO CONTADINO
ll filmato ha un carattere prevalentemente etnografico, e mostra come nel mondo contadino dei nostri territori si sia fatto ampiamente ricorso ai prodotti vegetali per realizzare numerosi attrezzi e strutture utilizzati nelle diverse attività di campagna. Che si tratti di gerle o cestini, di sedie, di scale oppure di palizzate o magari delle strutture che reggono le piante di vite, è importante scegliere i giusti materiali e lavorarli con grande maestria. Sono poche ormai le persone che ancora posseggono le conoscenze e le abilità necessarie per realizzare questi oggetti seguendo i metodi e le tecniche che si sono affinati attraverso secoli di duro, ma anche intelligente, lavoro nelle nostre campagne. Il documentario mostra le varie fasi con cui dalle materie prime vegetali si ricavano oggetti ad un tempo belli e pratici, ed è un omaggio all’abilità e alla passione di chi ancora si dedica a queste pratiche. Il filmato è stato realizzato in occasione di una mostra e di una pubblicazione (con identico titolo) realizzata dal Museo Etnografico della Torre di Comenduno, frazione di Albino
IL POIAT
Il filmato è stato girato a Premana, in Valsassina (alta Val Varrone), dove ogni anno si svolge “Premana rivive l’antico”, manifestazione di grande rilievo con l’intero paese che riproduce le antiche attività del territorio. Tutto va a beneficio di una gran folla di visitatori, ma soprattutto ha lo scopo di rinsaldare la coesione sociale degli abitanti, in vario modo coinvolti, dai piccini agli anziani, e vestiti con i costumi tradizionali della zona. Il giorno della manifestazione si estrae il carbone di legna dal poiat, che è stato realizzato e “acceso” la settimana precedente. Nel video si vedranno le varie fasi, dalla costruzione del poiat all’estrazione del carbone.
LINK DI ACCESSO : https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m334aa78e91ca018c1c26b688cbbf22bf
PASSWORD : fab2021
La sala virtuale sarà accessibile 30 minuti prima dell’inizio dell’assemblea; si consiglia di connettersi anticipatamente per verificare che tutto funzioni.
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In sintesi:
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Per sperimentare la procedura di accesso è possibile eseguirla anche nei giorni precedenti all’evento; si otterrà una schermata con la scritta
“È troppo presto per accedere a questa riunione. Riprovare in prossimità dell’ora di inizio pianificata.” che comunque comprova la correttezza del collegamento.
Luca ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
“Tra le specie alpine più conosciute ed amate, per molti aspetti le genziane sono piante dalle qualità straordinarie, per i loro mirabili adattamenti agli ambienti d’alta quota, la sorprendente biologia fiorale e le riconosciute proprietà terapeutiche. Apprezzate fin dall’antichità, vantano una storia quanto mai interessante, mentre dal punto di vista propriamente floristico il loro riconoscimento non presenta difficoltà insormontabili se si hanno ben chiari i caratteri discriminanti da osservare. Nel corso della conferenza saranno adeguatamente illustrate le specie bergamasche, alcune delle quali presentano lacune di distribuzione o necessitano di riconferme recenti; dunque un invito a ricercarle nella prossima stagione!”
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L’opera
Gli autori del volume, edito da Fondazione Museo Civico di Rovereto con Edizioni Osiride, sono Filippo Prosser, Alessio Bertolli, Francesco Festi e Giorgio Perazza della sezione Botanica del Museo. Questa pubblicazione rappresenta il punto d’arrivo di una lunga ricerca sul territorio per il progetto Cartografia Floristica del Trentino, e raccoglie un incredibile numero di dati alla cui raccolta ha contribuito una rete di 650 volontari (3150 escursioni in campo, 40.000 km percorsi !). Sono tra l’altro state mappate 6 specie nuove per la scienza, 54 specie estinte, 254 specie esotiche….
“La principale iniziativa editoriale dell’anno nel campo della floristica” (recensione del prof. Giovanni Cristofolini dell’Università di Bologna sul notiziario della Società Botanica Italiana)
“Eine vorbildliche Regionalflora, wie sie besser nicht sein kann“, “Una flora regionale esemplare, che non può essere migliore” (recensione del Prof. Manfred Fischer dell’Università di Vienna su Neilreichia”
La relazione
Filippo e Alessio ci hanno inviato le seguenti note sul contenuto della loro relazione:
“Verrà presentato il volume “Flora del Trentino”, che riassume un trentennio di attività floristica svolta dagli autori (e da numerosi collaboratori) in questa provincia, tenendo conto delle ricerche pregresse. Nella parte introduttiva sono esposti la metodologia, i risultati e gli aspetti storici. Nella parte principale del volume per ciascuno dei 2563 taxa spontanei in Trentino sono presentati foto, testo (con note utili al riconoscimento, dettagli distributivi, prima segnalazione ecc.), e mappa di distribuzione a punti alla cui base c’è un database di oltre 1.300.000 record. In appendice sono elencati e commentati i taxa casuali, gli ibridi, le segnalazioni errate/dubbie. Seguono l’elenco dei luoghi e date di scatto di tutte le foto, la bibliografia e l’indice”.
I Relatori
Filippo Prosser consegue la maturità classica a Rovereto, ma agli studi classici non dà seguito. Si laurea in Scienze Forestali a Padova, ma non praticherà questa professione. Appassionatosi per caso di floristica durante l’università, trova impiego dal 1990 presso il Museo Civico di Rovereto proprio come botanico e ciò gli permette di dedicarsi al rilevamento della flora del Trentino (e della provincia di Verona). Conservatore della Sezione Botanica del Museo, Filippo è autore/coautore di varie pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo su questo tema, e mantiene al centro dei suoi interessi la raccolta di dati sul territorio.
Alessio Bertolli, biologo di Brentonico (TN), lavora per la Sezione Botanica della Fondazione Museo Civico di Rovereto, dove svolge anche il ruolo di Vicedirettore. Nella sua attività professionale si occupa soprattutto di ricerche floristiche nelle province di Trento e Verona, di monitoraggi ambientali e di pianificazione di aree protette. Appassionato di montagna, è attivo nella Società Alpinisti Tridentini (S.A.T.) e ha pubblicato alcune decine di pubblicazioni scientifiche e divulgative.
VIDEOCONFERENZA
Biodiversità delle foreste tropicali, uno sguardo da Barro Colorado Island – Panama
a cura di Francesco Gattesco
IL RELATORE
Laureato in Scienze Naturali nel 1992 presso l’Ateneo di Milano, dopo varie collaborazioni presso l’Università di Milano ed in particolare con l’istituto di Entomologia Agraria, grazie ad una borsa di studio si reca a Panama sull’isola di Barro Colorado (BCI) presso lo Smithsonian Tropical Research Institute (STRI). Qui ed in altre aree neotropicali per quasi tre anni svolge attività di studio e ricerca in ecologia tropicale. Tornato in Italia prosegue il suo progetto di ricerca con la Statale di Milano e si dedica a brevi esperienze di insegnamento presso le scuole superiori. Dal 1997 lavora come naturalista e botanico presso la ditta Italiana Indena dove si occupa di controllo ed assicurazione di qualità dei materiali botanici, acquisto degli stessi ed in particolare di ricerca botanica e sostenibilità. Per lavoro e per passione è in contatto con STRI ed altri istituti di ricerca. Appassionato di fotografia ed illustrazione naturalistica, cerca di approfondire e gustare le bellezze naturali possibilmente in compagnia di altri naturalisti, famigliari ed amici. Dia alcuni anni è entrato a far parte della famiglia del FAB.
LA SERATA
Francesco ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua serata:
“Gli ambienti tropicali sono da lungo tempo fonte di stupore e meraviglia per gli esseri umani. Sono stati vissuti da esploratori, viaggiatori, colonizzatori e dai singoli individui come paradisi o inferni. Tra gli ecosistemi tropicali spiccano per l’elevata ricchezza di forme di vita le barriere coralline e le foreste tropicali. Negli ultimi decenni questa varietà di vita è stata chiamata Biodiversità ed il termine è diventato un po’ di moda.
Le foreste tropicali sono ricche di specie di alberi spesso a prima vista molto simili tra di loro, e questo fatto, unito alle dimensioni ed alla biologia degli stessi, rende piuttosto difficoltoso uno studio approfondito di queste formazioni vegetali. Tra i numerosissimi filoni di ricerca, a BCI è stato sperimentato (e poi applicato in altri luoghi) un approccio che ha prodotto e continua a produrre una grande quantità di informazioni, e che ha contribuito a chiarire alcuni temi e generato nuove domande.
Mentre vengono distrutte ad un ritmo davvero allarmante, le foreste tropicali continuano ad essere fonte di sostanze utili, di ricchezza economica, di stupore e di nuovi interrogativi rigkuardanti la vita sul pianeta e su come questa si è evoluta nel tempo”.
LINK: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=mbeb947a43ba877ef4849fb6a5e7db3a3
PASSWORD: fab2021
Nota: la password rimarrà invariata per tutto l’anno 2021
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VIDEOCONFERENZA
Il Relatore
Laureato nel 2018 in Scienze della Natura, dalla formazione soprattutto botanica, appassionato di divulgazione e antropologia, da due anni collabora con il Museo di Scienze Naturali di Brescia, attualmente come tirocinante.
La relazione
Matteo ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua serata:
“La mia relazione si pone l’obiettivo di raccontare la storia di questo albero, dai primi semplici usi allo sfruttamento attuale. Dalle semplici curiosità ai grandi stravolgimenti che questo albero ha causato, si scoprirà quanto una sola specie di albero sia in grado di influenzare lo sviluppo umano.”
LINK: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m2a8309e643d5a389dd44cfd72be82c16
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Nota: la password rimarrà invariata per tutto l’anno 2021
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“Le comunità vegetali e animali dei ghiacciai delle Dolomiti”
VIDEOCONFERENZA
Barbara ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“I ghiacciai alpini – attualmente in fortissimo ritiro – ospitano una grande ricchezza biologica, dovuta all’eterogeneità ambientale che li caratterizza. In particolare, sui terreni man mano lasciati liberi dal ghiaccio si vanno a insediare comunità animali e vegetali via via più adattate agli ambienti maturi, passando dalle comunità pioniere davanti alla fronte del ghiacciaio a quelle delle praterie alpine o dei boschi subalpini. Tutto ciò, anche nello spazio di poche centinaia di metri. V’è poi un ambiente peculiare, il detrito che si deposita sul ghiaccio, che più di tutti ospita specie legate a condizioni fredde, le più vulnerabili in questo contesto di riscaldamento climatico, e che quindi assume un particolare significato ecologico.”
LINK: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=meea12a7670e9ccb7ec717ac2eee48d02
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Nota: la password rimarrà invariata per tutto l’anno 2021
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Convocazione Assemblea Straordinaria per l’approvazione del nuovo Statuto.
L’Assemblea Straordinaria è indetta in prima convocazione alle ore 07.00 e in seconda e ultima convocazione alle ore 20.45 di venerdì 15 gennaio 2021; restando in vigore, a quella data, le attuali restrizioni anti-covid 19, compreso il divieto di riunione, l’assemblea si svolgerà in videoconferenza (vedere più avanti le informazioni per l’accesso).
Come da Statuto, dopo la validazione del quorum (in seconda convocazione il 10% degli iscritti comprese le deleghe), dovranno essere eletti un Presidente di Assemblea ed un Segretario che cureranno il corretto svolgimento e stenderanno il verbale.
La Segretaria avrà cura di inserire al punto 2 dell’O.d.G. formali richieste di intervento che i Soci eventualmente interessati dovranno farle pervenire entro il 13 gennaio 2021.
Si rammenta che a norma di Statuto, essendo previsto il rinnovo della quota associativa entro il 31 gennaio, oltre a coloro che l’hanno già rinnovata hanno diritto di partecipare all’Assemblea e di votare anche i Soci in regola con la quota associativa 2020 e che è ammesso il voto per delega (al massimo 1 per ogni votante). DELEGA.pdf
ORDINE DEL GIORNO
1) Presentazione del nuovo Statuto
2) Varie ed eventuali
Link di accesso: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m07a9ea1a04d2e8806f35715cb1f1741d
La sala virtuale sarà accessibile 30 minuti prima dell’inizio dell’assemblea; si consiglia di connettersi anticipatamente per verificare che tutto funzioni.
La piattaforma utilizzata è CISCO WEBEX; non è necessario scaricare il software sul PC, è sufficiente cliccare sul link fornito e scegliere di entrare nella sala virtuale tramite il browser.
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Per sperimentare la procedura di accesso è possibile eseguirla anche nei giorni precedenti all’evento; si otterrà una schermata con la scritta
“È troppo presto per accedere a questa riunione. Riprovare in prossimità dell’ora di inizio pianificata.” che comunque comprova la correttezza del collegamento.
Ulteriori dettagli verranno forniti all’inizio dell’assemblea.
Cari soci
nonostante le difficoltà, anche quest’anno non rinunciamo alla tradizionale serata degli auguri natalizi!
L’appuntamento è per VENERDÌ 18 DICEMBRE, alle 20.45: ritrovarsi in sede è purtroppo impossibile, ma possiamo salutarci comunque in videoconferenza, per un abbraccio virtuale che non sarà meno caloroso!
Nel corso della serata verranno proposti brevi video sulle escursioni del FAB e sarà presentata la prossima escursione extraorobica sulle montagne del Friuli.
Inoltre, tutti potete partecipare attivamente con immagini da condividere (che per ragioni organizzative devono essermi inviate entro giovedì sera: luca.mangili@gmail.com) oppure prenotando brevi interventi.
Non mancate!
Il presidente
LUCA MANGILI
Link di accesso:
https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m8a0ed0e4be776c78871b7a97e0a8cc59
RELAZIONE IN VIDEOCONFERENZA
LINK: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m7eeaaf1f10e4e28d8af795495e4fbf94
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L’INVINCIBILE AILANTO
Specie invasiva, l’ailanto è a pieno titolo incluso nella lista nera delle esotiche da eradicare.
Deve la sua diffusione alle incredibili adattabilità e rusticità che manifesta in tutti gli ambienti degradati dall’uomo, ma è stato favorito anche da una lunga serie di imperdonabili errori: inizialmente confuso con un’essenza pregiata, poi ritenuto utile per la produzione della seta ed il rimboschimento, infine sottovalutate la concorrenza che esercita a danno delle specie legnose autoctone, la sua straordinaria resistenza nonché la fulminea capacità di ripresa, l’ailanto ha saputo sfruttare ogni opportunità che gli è stata incautamente offerta.
Come tutti gli avversari temibili merita rispetto e attenzione: conoscerne bene la storia, la biologia e l’ecologia sono l’unico modo per contrastarlo efficacemente.
ASSEMBLEA IN VIDEOCONFERENZA
Link di accesso: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=m43f6667661eaa4b4ab8604c04406c7c3
Password: fab2020
Per chi fosse impossibilitato a partecipare può delegare un socio, scaricando qui sotto la delega, compilarla e inviarla via email ad un Socio di fiducia.
https://www.floralpinabergamasca.net/wp-content/uploads/2020/09/Delega2020.pdf
RELAZIONE IN VIDEOCONFERENZA
LINK: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=me6b54742ab469d04242b20975476f462
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Serata sospesa in data da definirsi.
RELAZIONE IN VIDEOCONFERENZA
LINK: https://fab-sun.my.webex.com/fab-sun.my-it/j.php?MTID=me88a8e1545f06afe0196527dfbb96008
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Serata sospesa in data da definirsi.
Serata sospesa in data da definirsi.
Serata sospesa in data da definirsi.
Tradizionale incontro per ripresa attività dopo le vacanze estive.
Serata sospesa causa pandemia.
Vedi “ESCURSIONI PROGRAMMATE”
ESCURSIONE EXTRA-OROBICA FAB 2020
VAL DI SUSA
1°Giorno: Sabato 27 Giugno: Oasi Xerotermiche di Foresto e di Oulx – Amazas
Ritrovo ore 10:00 presso Bar Trattoria “La Rosa Blu”, Chianocco (TO). Da Bergamo, prendere l’autostrada A4 direzione Torino, quindi tenere la direzione Frejus per Bardonecchia e prendere l’uscita 5 (Chianocco). Il bar trattoria “La Rosa Blu” è pochi metri a destra dopo la rotonda successiva all’uscita dall’autostrada. Distanza da Bergamo 222 km (2,30 ore). Dopo il ritrovo, raggiungeremo in auto il paese di Foresto (10 minuti), dove lasceremo le auto nei pressi delle Scuole. Da qui, seguiremo le indicazioni verso l’Orrido ed il sentiero 550 (via Gran Borgata), che, dopo una breve salita a fianco dell’Orrido, raggiunge un falsopiano posto a circa 650 m, caratterizzato da vegetazione xerofila, muretti a secco in abbandono, e, caratteristica davvero peculiare, una boscaglia arida con esemplari di Juniperus oxycedrus, rarissimo nelle Alpi. La zona è particolarmente ricca anche di orchidacee (generi Orchis ed Ophrys). Il sentiero prosegue lungo il versante e, con un percorso circolare, riconduce al piazzale delle scuole (1.30 ore).
Ritornati alle auto, riprenderemo l’autostrada in direzione di Oulx, dove usciremo, e, seguendo Via Cotolivier, raggiungeremo la località di Pierremenaud (1.445 m, 40 minuti di auto) dove parcheggeremo e potremo pranzare al sacco. Da qui, imboccheremo il facile sentiero che attraverso foreste di Pinus sylvestris e praterie xeriche, raggiunge la frazione di Soubras (1.488 m), mantenendosi praticamente alla stessa quota. Tra la specie più rilevanti, sarà possibile ricercare in quanto qui segnalate, oltre ad alcune orchidee, Salvia aethiopis e l’endemica Prunus brigantina: durata del percorso circa 2 ore, e quindi rientro all’Albergo “La Betulla” (Bardonecchia, Viale della Vittoria 4).
2°Giorno: Domenica 28 Giugno: Valle Stretta – Colle di Valle Stretta – Rifugio Thabor
Partenza ore 8:00 da Bardonecchia, per raggiungere la frazione Melezet (15 minuti da Bardonecchia) e, superando il confine francese, si entra in Valle Stretta dove si parcheggia nei pressi del rifugio “I Re Magi” (1.769 m). Da qui si segue il sentiero di fondovalle, che, con grandiosa vista sul monte Thabor (3.178 m), conduce al Colle di Valle Stretta (2.446 m) e, poco oltre, al rifugio Thabor (2.500 m), posto tra il Lac Long ed il Lac de Sant Margherite. Dislivello del percorso 730 m per circa 3 ore. Il percorso, inizialmente in bosco di larice, lascia ben presto spazio a zone pascolate. La valle è caratterizzata da un elevata varietà geologica, che alterna substrati silicei a coperture dolomitiche imponenti che ricordano i paesaggi delle Dolomiti: una caratteristica unica in questa zona delle Alpi. La varietà geologica si accompagna quindi, logicamente alla varietà floristica, di stampo prettamente alpino. Rientro al rifugio “Re Magi” per il medesimo sentiero.
3°Giorno: Lunedì 29 Giugno: Claviere – Colle Chaberton – Monte Chaberton (facoltativo)
Partenza ore 8:00 dall’albergo per raggiungere il paese di Claviere (1.760 m, mezz’ora di auto da Bardonecchia), ai piedi del Colle del Monginevro, dove parcheggeremo presso il villaggio Du Soleil. Si tratta della gita più impegnativa di tutto il soggiorno, ma anche della più spettacolare. Dal villaggio turistico di Du Soleil seguiremo il facile sentiero lungo il Vallone del Rio Secco, fino a raggiungere tra pascoli e boschi di larici il ricovere Sette Fontane (2.257 m.). Ora il sentiero si farà più ripido, e dopo un’ora raggiungere il Colle dello Chaberton (2.651 m), con grandiosa vista sulle Alpi
della Val di Susa e sul gruppo degli Ecrins: negli sfasciumi prossimi al passo, è possibile osservare la rara Berardia subacaulis. Per chi volesse proseguire, è possibile raggiiungere in un ulteriore 1.30 ore di cammino la Batteria dello Chaberton, sulla vetta della montagna (3.131 m), la più alta fortificazione alpina, costituita da una seri di torri corazzate (oggi in rovina). Discesa per il medesimo itinerario e rientro all’albergo.
4°Giorno: Martedì 30 Giugno: Colle del Moncenisio – Lac de Savin – Colle Clapier
Partenza ore 9:00 da Bardonecchia, si raggiunge prima la città di Susa e quindi la diga al passo del Moncenisio (1 ora da Bardonecchia). Da qui si supera la diga, e si prosegue in auto fino al rifugio Petit Moncenis (2.184 m) dove si parcheggia. Il sentiero prosegue lungo una sterrata con bella vista sulle Guglie dell’Ambin, diventando, successivamente, un sentiero, ma sempre facile che in poco più di 1 ora raggiunge la conca del Lac de Savin (2.449m), sovrastato dal ghiacciaio d’Ambin e, proseguendo ancora 30 minuti, il Colle Clapier (2.477 m). A differenza della giornata precedente, ci troviamo in un ambiente dominato da rocce silicee, pertanto potremo osservare altre specie, in particolare legate agli ambienti di torbiera, qui frequenti. Tutta l’area del Moncenisio è rinomata per la sua spettacolare flora alpina, tra cui Callianthemum coriandrifolium, Dracocephalum ruyschiana, Androsace carnea, Androsace vitaliana, Senecio halleri. Ritornati alle auto, si consiglia vivamente, prima di intraprendere la discesa, una visita al piccolo, ma caratteristico, Orto Botanico Alpino del Moncenisio, poco oltre la diga.
Per qualsiasi informazione: Federico Mangili 3496292935 – f.mangili@yahoo.it
Alloggio: Hotel “La Betulla” – Bardonecchia, Viale della Vittoria 4, tel. 0122-999846
Purtroppo anche questa serata è annullata a causa della pandemia in atto !
Purtroppo l’escursione è annullata a causa della pandemia in atto.
Serata annullata a causa della pandemia in atto.
Purtroppo la serata è sospesa causa pandemia. Verrà ripresa il prima possibile!
Escursione sospesa causa pandemia.
Serata sospesa causa pandemia!
Escursione sospesa causa pandemia!
Serata sospesa causa restrizioni Covid19 !
Serata sospesa causa COVID-19
Serata sospesa causa COVID-19
Serata sospesa causa COVID-19
Serata sospesa causa COVID-19
IL RELATORE
Laureato in Scienze Naturali nel 1994 presso l’Ateneo di Milano, dopo varie collaborazioni presso l’Università di Milano ed in particolare con l’istituto di Entomologia Agraria, grazie ad una borsa di studio si reca a Panama sull’isola di Barro Colorado (BCI) presso lo Smithsonian Tropical Research Institute (STRI). Qui ed in altre aree neotropicali per quasi tre anni svolge attività di studio e ricerca in ecologia tropicale. Tornato in Italia prosegue il suo progetto di ricerca con la Statale di Milano e si dedica a brevi esperienze di insegnamento presso le scuole superiori. Dal 1997 lavora come naturalista e botanico presso la ditta Italiana Indena dove si occupa di controllo ed assicurazione di qualità dei materiali botanici, acquisto degli stessi ed in particolare di ricerca botanica e sostenibilità. Per lavoro e per passione è in contatto con STRI ed altri istituti di ricerca. Appassionato di fotografia ed illustrazione naturalistica, cerca di approfondire e gustare le bellezze naturali possibilmente in compagnia di altri naturalisti, famigliari ed amici. Di recente è entrato a far parte della famiglia del FAB.
LA SERATA
Francesco ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua serata:
“Gli ambienti tropicali sono da lungo tempo fonte di stupore e meraviglia per gli esseri umani. Sono stati vissuti da esploratori, viaggiatori, colonizzatori o comunque dai singoli individui come paradisi o inferni. Tra gli ecosistemi tropicali spiccano per l’elevata ricchezza di forme di vita le barriere coralline e le foreste tropicali. Negli ultimi decenni questa varietà di vita è stata chiamata Biodiversità ed il termine è diventato un po’ di moda. Le foreste tropicali sono ricche di specie di alberi spesso a prima vista molto simili tra di loro, e questo fatto, unito alle dimensioni ed alla biologia degli stessi, rende piuttosto difficoltoso uno studio approfondito di queste formazioni vegetali. Tra i numerosissimi filoni di ricerca, a BCI è stato sperimentato (e poi applicato in altri luoghi) un approccio che ha prodotto e continua a produrre una grande quantità di informazioni, ha contribuito a chiarire alcuni temi e generato nuove domande Mentre vengono distrutte ad un ritmo davvero allarmante, le foreste tropicali continuano ad essere fonte di sostanze utili, di ricchezza economica, di stupore e di nuovi interrogativi riguardanti la vita sul pianeta e come questa si è evoluta nel tempo”.
AVVISO IMPORTANTE !!
Con vivo rammarico,
a seguito della proroga delle misure di contenimento del COVID-19,
la conferenza di
venerdì 6 marzo
“Biodiversità delle foreste tropicali,
uno sguardo da Barro Colorado Island – Panama”
È ANNULLATA
Resta inteso che sarà recuperata appena possibile.
Per l’appuntamento successivo sarà data comunicazione
in merito alla possibilità del suo svolgimento.
Il presidente LUCA MANGILI
a cura di Barbara Valle
La Relatrice
Attualmente dottoranda in Scienze Ambientali a Milano, Barbara studia in particolare l’ecologia di comunità vegetali e animali dei ghiacciai alpini. La sua tesi magistrale aveva come titolo “Comunità epiglaciali di piante e artropodi su tre debris-covered glacier dolomitici”. Collaboratrice dell’Orto Botanico di Città Studi a Milano, realizza lavori di divulgazione scientifica e in particolare articoli e testi divulgativi per percorsi glaciologici. Va segnalato che Barbara, in rappresentanza del FAB, ha presentato con grande successo a Roma la “Flora Vascolare della Lombardia Centro Orientale”, durante la giornata di studio “La Flora in Italia: stato delle conoscenze, nuove frontiere, divulgazione”, svoltosi il 7 dicembre 2018. È inoltre una delle organizzatrici del prossimo corso di botanica, interamente affidato alle giovani leve del FAB, e ha partecipato più volte agli accompagnamenti all’Isolotto di Ponte San Pietro, sempre dimostrando competenza e ottima capacità di relazionarsi con i visitatori.
La serata
Barbara ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua serata:
“Con questa serata cercherò di raccontare le isole Orcadi, la propaggine settentrionale della Scozia, attraverso i miei occhi di turista e di botanica. Queste isole sono lambite dal Mare del Nord e dall’Oceano Atlantico, che erodono le antichissime scogliere e modellano le spettacolari falesie. Qui crescono meravigliose piante tipiche dei mari del nord. Qui si vedono paesaggi peculiari, vaste distese di pascoli, campi, brughiere, paludi salmastre e boschi di betulle e sorbi che arrivano al livello del mare. L’uomo da millenni vive nelle “isole delle foche” in piccoli nuclei abitati, ed è riuscito a instaurare un rapporto equilibrato con questi ambienti”.
Piante, uomini, paesaggi
QUI IL VIDEO: https://youtu.be/Yox7EaPI-3Q
Il Relatore
Laureato in Scienze Naturali nel 1994 presso l’Ateneo di Pavia, dopo varie esperienze all’estero e in altre sedi universitarie italiane, dal 2008 Riccardo è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Palermo, ove svolge un’intensa attività didattica, curando in particolare studi di Ecologia e Biologia vegetale. Autore di alcune monografie scientifiche (ricordiamo ad esempio Guarino R. & Sgorbati S., 2004: Guida Botanica al Parco Alto Garda Bresciano), ha inoltre prodotto numerosissimi articoli su riviste scientifiche anche di rilevanza internazionale, oltre che contributi per riviste e monografie divulgative. Non si contano poi le sue pubblicazioni in atti di convegni e resoconti di attività sociali. Tra le attività “in itinere” e più recenti va sottolineata la collaborazione con il Prof. Sandro Pignatti nella realizzazione di archivi multimediali e di chiavi politomiche per la determinazione delle piante vascolari della flora italiana (questa moderna “Flora digitale”, prodotta insieme a Marco La Rosa, è allegata al vol. 4 della nuova Flora d’Italia). Non vanno dimenticate poi la collaborazione con ENEA (Unità Tecnica Agri-Eco) e con Forum Plinianum nella definizione delle aree agricole ad alto valore naturalistico e nell’individuazione di indicatori floro-vegetazionali per le stesse. Infine vanno menzionate le sue continue ricerche in varie aree mediterranee, prealpine e alpine, finalizzate al monitoraggio ambientale e a studi territoriali con approccio geobotanico.
La serata
Riccardo ci ha inviato le seguenti note sul contenuto e sul significato della sua serata:
“La vita vegetale è radicalmente legata a luoghi diversi. Il legame che ci unisce alla vita vegetale è altrettanto radicale e profondo, sebbene raramente vi si presti attenzione durante le nostre attività quotidiane. Malgrado la nostra disattenzione, le piante continuano a produrre ossigeno e nutrimento per tutti gli organismi non fotosintetici, uomo incluso. Essendo di indole sedentaria, le piante si sono adattate in vario modo alle caratteristiche dei luoghi a cui sono legate, al punto da divenire gli indicatori più analitici e manifesti di paesaggi diversi e, talora, della storia umana che vi si è avvicendata. Alcuni esempi significativi ci offriranno lo spunto per riflettere insieme sull’ineluttabilità delle relazioni, non sempre idilliache, tra piante, uomini, paesaggi”.
“Valtellina, vallis amoenissima – La flora valtellinese tra passato, presente… e un possibile futuro ”
a cura di Roberto Ferranti
Il Relatore
Laureato in Scienze Biologiche e attivo collaboratore del Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno, Roberto Ferranti è autore di svariate pubblicazioni a sfondo botanico. Oltre a numerosi articoli prodotti per riviste scientifiche (soprattutto per il “Naturalista Valtellinese”), Roberto ha già realizzato in passato alcune opere librarie giustamente apprezzate, che molti soci del FAB possiedono e spesso consultano. Tra esse è doveroso ricordare lo splendido catalogo della mostra sul “Paesaggio vegetale della provincia di Sondrio”, (prodotta nel 2002 da Roberto in collaborazione con Augusto Pirola e Fabio Penati), autentica miniera di informazioni per un naturalista attento ai vari aspetti del territorio, e il libro “Flora alpina di Valtellina e Valchiavenna”, pubblicato nel 2006 da Lyasis edizioni e presentato in anteprima al FAB con una memorabile serata. Di questo manuale, assai apprezzato dagli appassionati e andato rapidamente esaurito, nella primavera del 2012 è uscita una nuova edizione, ancor più ricca e completa della precedente, con dati ampliati e aggiornati. Socio del FAB da moltissimi anni, Roberto è stato più volte nostro gradito relatore regalandoci numerose serate indimenticabili. Per brevità ricordiamo solo le ultime quattro: “Le piante e il mondo vivente: cooperazione e antagonismi”, “La lunga storia della flora alpina”, “Valtellina, vallis amoenissima: passato e presente della flora di Valtellina e Valchiavenna”,
“Profumi e colori: viaggio nella flora mediterranea”. Roberto è anche tra i coordinatori principali del “Gruppo Floristico F. Massara” che da qualche anno svolge una proficua attività di ricerca floristica e di promozione della cultura botanica in provincia di Sondrio. Per i meriti acquisiti nel campo della ricerca e della divulgazione botanica, nel 2013 gli è stato attribuito dal Gruppo Botanico Amici del Verde di Monza il prestigioso “Acero d’oro”. Infine non possiamo dimenticare la grande competenza e la disponibilità con cui Roberto, che siamo orgogliosi di avere come nostro Socio da moltissimi anni, ha guidato gli amici del FAB in escursioni extra-orobiche (nel 2003 in Valtellina nel Bormiese, nel 2007 in Val Malenco, nel 2008 nelle Alpi Liguri….), facendoci conoscere fiori e ambienti straordinari !
La serata
Roberto ci ha inviato le seguenti note sul contenuto della sua relazione:
“ La relazione si propone di offrire un quadro generale sulle conoscenze del patrimonio floristico in provincia di Sondrio, area che si compone principalmente dei due grandi solchi vallivi della Valtellina e della Val Chiavenna. La prima parte della presentazione riassume sommariamente le vicende del passato, cioè i viaggi e le esplorazioni che botanici e naturalisti, stranieri e italiani, hanno compiuto nel territorio a partire dal ‘500, lasciando testimonianze e memorie scritte delle loro osservazioni e costruendo quelle che Albert Haller definì le “fondamenta dell’edificio” per chi, dopo di loro, ha potuto avanzare nelle ricerche botaniche. La seconda parte intende descrivere lo stato attuale delle conoscenze floristiche locali, attraverso i dati raccolti fino ad ora nell’archivio informatico utilizzato dagli “esploratori” odierni, che hanno nel Museo civico di Storia Naturale di Morbegno la loro base operativa; verranno pertanto delineate alcune caratteristiche generali della flora valtellinese e verranno descritti habitat e distretti geografici di particolare interesse botanico. L’ultima parte riguarda la possibile evoluzione futura di questo lavoro di ricerca, ancora ben lontano dai grandi risultati ottenuti in aree limitrofe della Lombardia; alla luce delle molte novità e scoperte emerse con la ricerca di questi ultimi anni, cercherò di ipotizzare idee, progetti, prospettive e possibili linee di indagine, ma anche di evidenziare ostacoli e difficoltà presenti, uniti alle mie (spero non utopiche) speranze che si arrivi col tempo a quel livello di conoscenze botaniche che permetta alla provincia di Sondrio, territorio a cui sono sempre stati riconosciuti grande bellezza e interesse naturalistico, di avere quella rilevanza e considerazione che merita anche in questo campo”.
“Festa natalizia augurale del FAB”
IL PROGRAMMA DELLA FESTA
( Attenzione: apertura della sala alle 19.30 per consegnare i cibi e le bevande e predisporre al meglio tavoli, sedie e premi della lotteria; inizio buffet alle 20 !!)