06/11/2023
CERESOLA – CORNA GRANDE
Ritrovo 1: Bergamo, parcheggio presso la sede FAB, h 7.00
Ritrovo 2: Valtorta, parcheggio ai Piani di Ceresola, h 8.30
Quota minima: 1.330 m
Quota massima: 2.089 m
Dislivello complessivo: circa 800 m
Lunghezza: circa 10 km
Durata: 7/8 h
Difficoltà: escursionismo facile; un po' di attenzione per salire alla cima dal passo dei Megoffi.


La Corna Grande è il contrafforte più settentrionale del gruppo dello Zuccone dei Campelli; da Valtorta appare dirupata e quasi inaccessibile, mentre può essere salita senza particolari difficoltà dai Piani di Bobbio tramite la Valle dei Megoffi, un bellissimo anfiteatro calcareo racchiuso da imponenti pareti. Dalla cima si gode una splendida vista verso tutte le montagne circostanti. L’itinerario parte a monte di Valtorta, dal parcheggio ai Piani di Ceresola (1.330 m); da qui si prende la strada sterrata che sale ai Piani di Bobbio (1.700 m), si aggira la testata della Val Lavazzero (radicalmente rimodellata dagli impianti sciistici) e si attraversano dei dossi coperti di mughi, fino a incontrare il sentiero che risale la Val dei Megoffi appoggiandosi al versante della Corna Grande; con una salita costante e alcuni tornanti per vincere i tratti più ripidi si arriva al Passo dei Megoffi (2.010 m), un caratteristico intaglio sul crinale che si collega allo Zucco Barbesino, transitato dal sentiero CAI 101 delle Orobie Occidentali. L’ampia cima della Corna Grande (2.089 m) viene raggiunta risalendo liberamente e con un po’ di attenzione il versante meridionale, tra roccette, mughi e larghi tratti di prateria. Ridiscesi al passo, si percorre il sentiero CAI 101 che punta verso la base dell’imponente parete dello Zucco Barbesino, caratterizzata da un vasto ghiaione dove, dopo gli inverni normali, almeno un po’ di neve persiste fino a stagione inoltrata; facilmente si arriva ai Piani di Bobbio, da cui si torna al parcheggio seguendo la strada sterrata percorsa all’andata.

La varietà di ambienti (faggeta, pascolo, arbusteti nani, mugheta, ghiaioni e rocce calcaree) consente di osservare un notevole numero di specie, fra cui. Actaea spicata, Adenostyles alliariae, A. glabra, Anemonastrum narcissiflorum, Arabis alpina, A. bellidifolia, Arctostaphylos alpinus, Aruncus dioicus, Botrychium lunaria, Bupleurum petraeum, Cardamine heptaphylla, Carex firma, C. sempervirens, Cerastium carinthiacum subsp. austroalpinum, Cirsium heterophyllum, C. montanum, Clematis alpina, Coeloglossum viride, Convallaria majalis, Cyclamen purpurascens, Cytisus emeriflorus, Daphne mezereum, D. striata, Erica carnea, Gentiana acaulis, G. clusii, G. verna, Geranium pyrenaicum, Globularia cordifolia, G. nudicaulis, Hornungia alpina, Kernera saxatilis, Lathyrus vernus, Lonicera coerulea, Myrrhis odorata, Petasites paradoxus, Polygala alpestris, Potentilla crantzii, Primula elatior, P. glaucescens, Pulsatilla alpina subsp. austroalpina, Ranunculus alpestris, R. lanuginosus, R. montanus, Rosa pendulina, Salix reticulata, S. retusa, Saxifraga caesia, S. hostii subsp. rhaetica, S. mutata, Sesleria coerulea, Sorbus chamaemespylus, Stellaria nemorum, Thesium alpinum, Trisetum distichophyllum, Valeriana saxatilis, V. tripteris, Veronica aphylla, Viola biflora.

Data la stagione precoce non saranno osservabili alcune specie di pregio, come Aquilegia confusa, Campanula raineri, Gentiana lutea, Leontopodium alpinum, Nigritella rhellicani, Scabiosa dubia, Silene elisabethae, Telekia speciosissima, ecc.; se un precedente sopralluogo ne avrà accertata la fioritura, si effettuerà una breve deviazione per vedere una piccola stazione di Cypripedium calceolus.